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Cronache
Tetraplegico sfrattato da casa: “Lo Stato mi bullizza da quando sono bambino”

E’ stato imprenditore, ha diretto un giornale locale, ha pubblicato due libri ma ora non lo ascolta più nessuno (*in una foto con Checco Zalone)

Michele, mentre accampavi le tue ragioni in tribunale sei stato sfrattato dall’abitazione costruita da tuo padre per te a Matelica (Macerata). Non era possibile trovare altre soluzioni?

“Vengo bullizzato dallo Stato da quando sono bambino. Eppure ho sempre lavorato, non mi sono mai lamentato. Abbiamo chiesto al tribunale un’istanza d’urgenza per fermare lo sgombero ma il giudice ha rinviato l’udienza…”

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Michele Cesari

Per motivi tecnici immagino...

“Sì, per motivi tecnici, ma non ha sospeso lo sgombero. Ora sono senza casa, sulla mia carrozzina, accampato in albergo. Completamente abbandonato a me stesso, senza terapie. Non ho neanche più il diritto alla salute. A Matelica avevo due operatori sociosanitari e l’assistenza fisioterapica. In albergo, dove sono finito, a Civitanova Marche non ho più niente”

Mi dispiace sinceramente. Eppure siamo abituati a vedere grandi difficoltà nello sgomberare case occupate abusivamente, anche da parte delle forze dell’ordine. Come mai la tua condizione di salute non ha fermato lo sgombero dalla casa dove sei vissuto, almeno per trovare altre soluzioni?

“E’ totalmente inspiegabile. Sono uno dei pochi giornalisti delle Marche che segue i problemi della disabilità. Collaboro con la Commissione ‘Pari opportunità’ della Regione e con i Comuni. Negli ultimi 6 mesi ho organizzato i due convegni sull’integrazione e la disabilità più importanti della Regione, sul PNRR, per parlare di inclusione. La politica si riempie la bocca delle questioni dei disabili ma l’integrazione dei propri cittadini non esiste. Pensano all’apparire e abbandonano i propri cittadini, specialmente quelli che sono danneggiati a causa dello Stato”

Perché dici a causa dello Stato e bullizzato dallo Stato da quando sono bambino? 

“Sono diventato tetraplegico a causa della vaccinazione antipolio obbligatoria, da piccolo, è certificato da perizie, commissione medica e tre gradi di giudizio, vincendo anche in Cassazione contro lo Stato. Ma il ministero della Salute mi ha sospeso gli indennizzi perché dicono che quei giudici non hanno capito lo spirito con il quale opera il ministero”

Come spieghi non sia stato tenuto conto della tua disabilità gravissima?

“I giudici intervenuti non l’hanno mai tenuta davvero in considerazione. Ho chiesto a quello dell’esecuzione di avere almeno dai 6 ai 18 mesi di tempo, come previsto nella legge sugli sfratti per la mia disabilità gravissima, al fine di trovare una casa, ma mi è stato detto che devo uscire e basta. Ho chiesto un intervento del garante per la disabilità della Regione Marche che ha presentato un richiamo per atteggiamento discriminatorio ma nulla è cambiato. Solo 24 giorni dopo è arrivato lo sfratto”

Qual è la vicenda giudiziaria dietro lo sgombero della tua casa?

“La mia casa è stata venduta all’asta a causa della crisi bancaria del 2010 che ha mandato in default la nostra impresa di famiglia. Producevamo impianti per l’idroelettrico. Eravamo pieni di commesse ma la banca ci ha chiesto per forza di rientrare dei debiti e la società è fallita, così le proprietà sono andate all’asta tra cui la casa. Ci vivevo con mio fratello, che si occupa di me e di mia madre ultraottantenne. L’immobile valutato 900.000 euro è stato venduto a 140.000. Non so che senso abbia”

E dal punto di vista legale?

“Dietro le vendite giudiziarie ci sono dinamiche dove vince il principio del vendere. La mia casa è stata venduta al 16% della base d’asta. Una cifra che non serve alle banche per rientrare del debito, non serve a nessuno se non a pagare le parcelle dei professioni che curano le vendite. Ho scritto a tutti”

A chi?

“Al presidente della Repubblica, al Papa, agli enti locali, ma ho trovato sempre un gran muro di gomma. Mi sento mortificato. Mi sono rivolto al vicegovernatore delle Marche, all’assessore ai Servizi sociali che mi aveva tranquillizzato sul fatto che non ci sarebbe stato lo sgombero, poi mi dice che non sa più cosa fare. Io cercavo solo una casa. Possibile che nessuno ci riesca? Mi ha ferito il comportamento del mio Comune, Matelica (Macerata). All’inizio c’era una disponibilità ma dopo l’intervento dell’istituto vendite giudiziarie, dicendo che ci sarebbe stato lo sgombero forzoso il 30 ottobre, non c'è stato più niente da fare. In riunione con il vicesindaco e l'assessore agli assistenti sociali del Comune, con la presenza anche dei carabinieri, mi sono sentito trattato come il peggiore dei criminali, in sostanza mi hanno detto: vai fuori casa, non si può fare nulla, non abbiamo case per te. Dove dovevo andare? Sotto un ponte?

Ma sei ancora in causa per riscattare la tua casa originaria?

“Sì, lo abbiamo detto con mio fratello e il mio avvocato, anche in quella riunione, perché io sollevo l’usucapione su quell’abitazione che è stata costruita e modificata negli anni secondo le mie specifiche esigenze, le barriere architettoniche sono state abbattute, ci vivo da 48 anni, da quando sono nato. Ora sono in albergo e non ho neanche più l’assistenza sanitaria. Spero di potervi rientrare o almeno avrei bisogno di una casa vicino la costa per potermi curare e senza barriere architettoniche”

 

 

 

 

 

 

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