Torino-Albertville, guerra fredda tra le due procure
Italia-Francia prosegue la guerra fredda tra le procure. Tutto iniziò alla stazione di Bardonecchia il 30 marzo quando...
La piccola guerra fredda tra Italia e Francia continua. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano "il primo episodio che ha fatto scattare un’inchiesta della Procura di Torino è del 30 marzo 2018. Quel giorno, cinque agenti francesi, armati, piombano nella stazione di Bardonecchia e fermano un uomo, un migrante di nazionalità nigeriana in possesso di un regolare biglietto ferroviario per Napoli. Secondo il racconto di alcuni testimoni, i cinque lo fanno scendere dal treno e lo sottopongono a controlli. Poi lo portano di peso nella stanza di una ong che opera a Bardonecchia, Rainbow4Africa, dove lo costringono a sottoporsi a un test delle urine per verificare l’assunzione di droghe. Risultato negativo".
Armando Spataro, procuratore della Repubblica di Torino ha chiesto, per ora invano, un ordine di investigazione europeo. Spataro, seco0ndo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, chiede "alla competente autorità francese di cominicare le generalità ei cinque doganieri e di interrogarli (alla presenza dei pm di questo ufficio titolari delle indagini) quali indagati per i reati di concorso in violazione di domicilio commessa da pubblici ufficiali e di perquisizione illegale" Si chiede pure di trasmettere "ogni documentazione relativa alle attività degli idagati "attualmente ignoti), per capire quale operazione stessero compiendo e se avevano ricevuto ordini dall'alto.
L'11 luglio la risposta: il procuratore di Albertville non ritiene eseguibile l'ordine di ivnestigazione europeo in forza di una convenzione del 1963 sottoscritta dai presidenti di Italia e Francia e di un accordo del 1990 con cui "le Ferrovie dello Stato messo a disposizione dell'amministrazione francese un locale nella stazione di Bardonecchia per l'esecuzione dei controlli a bordo dei treni in viaggio sulla linea Modane-Bardonecchia.
Spataro risponde con una nota del 24 settembre 2018 in cui afferma che la convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen ha rielaborato "l'intera materia dei controlli e degli inseguimenti transfrontalieri" (abrogando la convenzione del 1963). E che comunque l'azione dei doganieri francesi del 30 marzo non è una "vera e propria attività d'indagine, finalizzata a verificare l'eventuale trasporto di stupefacenti da parte della persona controllata".
Spataro attende la risposta dei francesi e nel frattempo, scrive il Fatto Quotidiano, ha mandato gli attti al ministero italiano della Giustizia. E ha aperto un nuovo fascicolo sui fatti di Claviere.
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