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Cronache
Trenitalia, in treno come in miniera. I Caravaggio? Giù la testa pendolare!

Lo scorso gennaio a Pistoia Hitachi Rail Italia ed il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (sic!) hanno presentato in gran pompa il “mock-up” del nuovo treno a due piani per il trasporto Regionale e Metropolitano, costruito dalla società del colosso giapponese che qualche tempo fa ha acquisito da Leonardo-Finmeccanica la celeberrima AnsaldoBreda. Il costruttore di treni famoso in tutta Europa per il successo dei treni Alta Velocità V250 “Albatros”, ritirati dal servizio tra Amsterdam e Bruxelles nel gennaio 2013 dopo ben 6 settimane di utilizzo (https://www.leoniblog.it/2013/07/31/diciannove-treni-av-seminuovi-vendensi-fabbrica-compresa/).
Dal sito del Gruppo HITACHI Rail Italy ( http://italy.hitachirail.com/trenitalia-e-hitachi-rail-italy-presentano-rock_558.html) si ricava che il contratto quadro tra Trenitalia e Hitachi prevede la costruzione di fino a 300 treni, per un totale di 2,6 miliardi di Euro.

Per ora si tratta “solo” di un primo lotto di 39 treni per un valore di 333 milioni di Euro, oltre 8,5 milioni l'uno, destinato ovviamente alle Regioni che hanno sottoscritto Contratti di Servizio con rinnovo del materiale rotabile. Cioè denaro del contribuente.
Il nome commerciale scelto da HRI per il nuovo treno è “Caravaggio”, mentre restando nella scia musicale nata con “Minuetto” e proseguita con Jazz e Swing, Trenitalia si è ora buttata sul “Rock”.

Essendo il mock-up una architettura effimera di plexiglass, vetroresina e cartongesso, alcuni dettagli discutibili sono forse sfuggiti, ed il sospetto che siano stati nascosti volutamente potrebbe insinuarsi.
Da qualche mese Trenitalia ha mandato alle Regioni alcuni esempi di allestimenti, sia come tabelle elettroniche che come “rendering”, comprensivi di alcune viste interne, esterne e di sezioni.
A chi maneggia abitualmente i treni sono subito saltati agli occhi alcuni particolari non precisamente eleganti. Intanto una carente finestratura rispetto ai treni a due piani finora in servizio: TAF, Vivalto, TSR e vecchie 2Piani, da cui forse il nome Caravaggio (per il gioco di ombre…).

Prendendo come spunto la composizione da 5 carrozze, che nella configurazione “massima capacità” offre 656 posti a sedere (di cui 50 strapuntini), vi sono solo due bagni in totale, posizionati nelle vetture di estremità, di cui uno a norma REG UE 2014/1300 “TSI PRM” (Persone a Ridotta Mobilità). Vista la disponibilità media dei bagni nei treni italiani sembra poco, tenuto conto che adesso sono a circuito chiuso e quindi si guastano più spesso (soprattutto se non viene svuotato il serbatoio...).
I posti per carrozzini per bimbi sono nelle vetture intermedie, quindi dovendo cambiare il pannolino al bebè è necessario andare in cerca del bagno "PRM" lasciando carrozzino e accessori a sé stessi. Peraltro il bagno "PRM" non ha un fasciatoio, ma solo un “baby-holder”.
I due posti per le persone su sedia a rotelle sono su una vettura di estremità (quella col bagno PRM), quindi i malcapitati, non sapendo come è orientato il treno, dovranno farsi fino a 100 metri sulla banchina per trovare posto.

Ma non è tutto. Infatti i posti H sono molto vicini alle porte esterne, in corrispondenza di una “tasca” non trasparente della fiancata che ospita la grande porta scorrevole: ad anta unica di 1300 mm, a scomparsa ed a manovra elettrica. Quindi per tutto il viaggio chi è sulla sedia a rotelle potrà guardare … un muro. Per non parlare dei tempi di apertura e chiusura (oltre 10’’ per manovra).
Sulle "Vivalto" le porte sono a due ante e sono 1800 mm. A due ante anche su TAF, TSR e vecchie 2 Piani.
Confrontando le varie configurazioni e tralasciando i “posti “Premium” (ex-prima classe), nella versione “Intermedia1” abbiamo 625 posti a sedere in gran parte a “correre” (di cui 48 strapuntini): in molti casi andrà a sostituire composizioni da 8 carrozze tipo “MDVE” che offrono 680 posti a sedere (fissi! Oltre a circa 20 strapuntini, quindi totale 700 posti), i sedili sempre vis-a-vis con modulo di 1780mm ed abbondante spazio per i bagagli.

E ancora: il modulo dei sedili “a correre” si riduce rispetto alle “Vivalto” (da 850 si scende a 750 mm, come sui peggiori aerei Low Cost). Ed i posti “vis-a-vis” sono ridotti al minimo, con una rassomiglianza all'autobus che piace molto a quei dirigenti che non viaggiano mai nell'ora di punta con i treni Regionali. Ma per la qualità del viaggio è solo peggiorativa. Sullo spazio per i bagagli, già scarso in tutte le altre due piani citate, stendiamo un velo di pietoso silenzio vista la proliferazione di “rack” in posizioni poco visibili dalle sedute, saliti i gradini o vicino alle porte esterne, con somma gioia dei malintenzionati.
Ma il particolare più preoccupante è l’altezza dei vestiboli. Infatti dalle dimensioni dei treni italiani (altezza max sulla rotaia 4300 mm), molto meno generose di quelle della maggior parte dei treni europei (4650 mm), e con la soluzione scelta da Hitachi dell’accesso al piano superiore passando sopra le porte si ottiene una altezza massima di 185 cm. Avete letto bene, 1 metro e 85 cm. Per giunta con scale “storte”. Il pavimento leggermente inclinato che si incontra salendo o scendendo dal treno e la meccanica della deambulazione potrebbero far “picchiare la testa” anche a chi è solo sui 180 cm.

Nelle carrozze Vivalto, nei TAF, TSR e vecchie 2 Piani non è così, e tutti gli ambienti sono alti circa 195 cm e solo il TAF (di AnsaldoBreda…) ha le scale non diritte.
Paradossalmente il REG UE 2014/1300 parla effettivamente di altezza minima 195 cm per tutti gli spazi di transito, ma ESENTA esplicitamente i veicoli a due piani. Onestamente non se ne capisce il perché, visto che con un po' di fantasia si possono trovare soluzioni intelligenti anche per problemi elementari. La tentazione di riconoscere l’ennesimo colpo di genio dei burocrati di Bruxelles (e Valenciennes) è dietro l’angolo.
Evitando ineleganti parallele sulla statura media in Estremo Oriente, ci si poteva aspettare uno sforzo progettuale in più, ed anche tre.
Forse non in Giappone. Ma a Pistoia? E in Piazza della Croce Rossa?
 

Tags:
trenitaliahitachi rail italiaferrovie dello stato
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