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Cronache
Treviso, uccide la ex fidanzata incinta: non voleva abortire

Non avrebbe accettato la gravidanza dell'ex fidanzata, che gli chiedeva di riconoscere il bambino, e il rifiuto che lei aveva opposto alla proposta di abortire. Durante una lite, l'avrebbe uccisa per questo, causando la morte anche del bimbo che la ragazza aveva in grembo. Poi ha nascosto il corpo, venduto la collanina che le aveva strappato dal collo e giocato i pochi euro ricavati al videopoker. Mihail Savciuc, 19 anni appena compiuti, di Godega Sant'Urbano (Treviso), di nazionalita' moldava, ora e' in carcere, a Treviso , in stato di fermo indiziato di omicidio. Avrebbe ammesso le sue responsabilita' alla polizia di Treviso.

Domani e' prevista l'udienza di convalida. La vittima, Irina Bacal, anche lei moldava, avrebbe compiuto 21 anni il prossimo agosto. La giovane, in Italia dal 2012 assieme alla madre che fa la badante, abitava a Conegliano. Il suo corpo e' stato trovato in un boschetto alla periferia della citta', a tre giorni dalla morte, giunta al termine di un litigio, domenica sera, con un colpo al capo forse sferrato con una pietra dal giovane che le ha anche stretto le mani al collo per soffocarla. L'ex fidanzato avrebbe poi nascosto il corpo, rubato i gioielli e cercato, l'indomani, un ComproOro presso il quale rivenderli. E' stato il negoziante, che aveva regolarmente registrato le generalita' dell'acquirente, a riconoscere gli oggetti nelle fotografie della ragazza fornite dalla madre al Commissariato di Conegliano ed a consentire agli investigatori di andare praticamente a colpo sicuro. Il ragazzo ha cercato invano di negare, poi si e' contraddetto e alla fine ha ammesso. Irina voleva che lui si assumesse le responsabilita' della sua gravidanza, giunta ormai al sesto mese. Lui pare non volesse saperne, contestando il fatto di non essere il padre del bambino che attendeva - deceduto con la madre - e rinfacciandole il ripensamento di pochi mesi prima riguardo un'interruzione di gravidanza prima ipotizzata e poi da lei rigettata. La madre della giovane, che viveva di fatto nella casa della persona che assisteva, era all'oscuro della gestazione della figlia, la quale peraltro abitava con altri coetanei in un appartamento di Conegliano. Ma le sue mancate risposte al telefono da domenica sera, avevano fatta insospettire la donna fino a rivolgersi alla polizia per segnalare la scomparsa della figlia. Il caso, l'ennesimo femminicidio, e' chiuso in poche ore in poche ore dalla polizia, con l'accertamento della peggiore delle possibilita': la morte della ragazza e del bimbo che attendeva.

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trevisofemminicidio
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