A- A+
Cronache
Tumore scambiato per depressione, 68 enne gira tre ospedali e poi muore

LECCE - A volte, nonostante palesi segnali che richiedono accertamenti più approfonditi, c'è chi si affretta a diagnosticare mali inesistenti. Dal Salento giunge un'altra surreale storia che riguarda la sanità. Mentre Irene Vergari, sessantottenne di Nardò, si contorceva per i dolori allo stomaco, divorata da un cancro devastante, il medico curante le somministrava le cure per una presunta depressione. Un cancro scambiato per mal di vivere. Così, mentre le cellule impazzivano in preda a un male che magari andava curato con la chemio, la signora è salita sul treno della cura sbagliata che, secondo l'accusa, l'ha condotta a morte certa. "Stress e depressione": è il verdetto del medico curante. Il calvario comincia nell'estate di due anni fa: la signora non trova pace e dopo una crisi di vomito si presenta all'ospedale di Gallipoli. Ne uscirà con una diagnosi di "dolore addominale generalizzato". Ancora un altro buco nell'acqua, compresa l'ecografia, da cui emerge «meteorismo colico».

Il medico curante insiste con la teoria della depressione e dello stress. Niente da fare per la paziente, che con esami diversi avrebbe potuto scoprire l'amara verità. Invece, a Galatina le diagnosticano una gastrite cronica lieve, mentre le sue sofferenze si aggravano. Nemmeno in una struttura privata si riesce a fare la diagnosi giusta: anche questa volta i medici se ne escono con la storia di un «disturbo somatiforme con umore depresso». La donna torna all'ospedale Galatina, dove arriva l'amara scoperta, dopo i giusti accertamenti: è un tumore all'intestino, ma è tardi ormai. Ora i familiari vogliono vederci chiaro. «Una morte di questo tipo non può non avere colpevoli» - spiega il legale della famiglia della signora deceduta, Salvatore De Mitri. Oggi si è riaccesa la speranza per la famiglia: la Corte di Cassazione, IV sezione penale, ha accolto il ricorso presentato da Carrino Cosimo, figlio di Vergari Irene.

Quando sembrava che tutto dovesse cadere nel dimenticatoio, arriva la novità che riapre la partita: la Cassazione accoglie il ricorso dei familiari. Nel settembre 2015 il Pubblico Ministero, Carmen Ruggiero, titolare del fascicolo di indagine, richiedeva l'archiviazione. La legge, però, prevede la notifica di tale richiesta di archiviazione alle parti interessate, quindi, all'avvocato Salvatore De Mitri, difensore del figlio della vittima. L'accusa non accetta il verdetto e fa ricorso, anche perché l'archiviazione viene scoperta dagli interessati per puro caso, in data 2 marzo 2016, in occasione del deposito, presso la segreteria del P.M. della consulenza medico legale a firma della dottoressa Anna Paola Rossi, a dimostrazione, secondo i ricorrenti, «delle evidenti responsabilità dei soggetti sottoposti alle indagini preliminari».

Così, Carrino Cosimo, difeso innanzi alla Corte di Cassazione, dall'avvocato Benedetto Scippa, ha impugnato il decreto di archiviazione per violazione del principio del contraddittorio, riuscendo ad ottenere pienamente ragione. Infatti, gli Ermellini hanno avuto modo di riaffermare un importante principio di diritto, ossia quello secondo cui «il decreto di archiviazione per omesso avviso alla persona offesa non è svincolato da qualsiasi termine, giacché non può ammettersi l'esistenza di provvedimenti la cui impugnabilità sia consentita in perpetuum. Nel caso di specie, non è stato notificato l'avviso alla persona offesa, elettivamente domiciliata presso l'avvocato Salvatore De Mitri e così la Corte ha sentenziato l'annullamento del decreto di archiviazione impugnato, ordinando la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero procedente. Il legale dell'accusa, Salvatore De Mitri, punta sulla consulenza medico legale depositata in data 2/3/2016, in cui di individuano delle responsabilità nei medici che non hanno fatto esami più approfonditi dal primo momento in cui la paziente è stata ricoverata. "Ad ogni modo, in caso di reiterazione della richiesta di archiviazione - spiega l'avvocato - faremo valere le ragioni delle persone offese innanzi ad ogni giudice e lotteremo per far prevalere il principio di Giustizia». Accertare le responsabilità, insomma, perché una storia del genere non si ripeta più.

Gaetano Gorgoni

(Direttore Corrieresalentino.it)

Tags:
malasanitàtumore depressionetumore ospedali
Iscriviti al nostro canale WhatsApp





in evidenza
Belen compie 40 anni ma non se li sente: "Mi piace provocare". E su l'ex marito Stefano De Martino...

La showgirl argentina si racconta a tutto tondo

Belen compie 40 anni ma non se li sente: "Mi piace provocare". E su l'ex marito Stefano De Martino...


in vetrina
"Ecco perché la Puglia è cool", il direttore Perrino ospite a Studio 100. Intervista

"Ecco perché la Puglia è cool", il direttore Perrino ospite a Studio 100. Intervista





motori
Louis Vuitton Cup 2024: Luna Rossa costretta al ritiro per una rottura tecnica nelle semifinali

Louis Vuitton Cup 2024: Luna Rossa costretta al ritiro per una rottura tecnica nelle semifinali

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.