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Cronache
Un corteo di carri funebri da Benevento a Napoli

Un lungo funerale silente da Benevento a Napoli, ma senza il morto. Un corteo di carri funebri per protestare contro tre delibere della giunta regionale che introducono nuove regole per le imprese di onoranze funebri. Le delibere attuano una legge regionale del 2013 e prevedono che tutte le imprese di pompe funebri abbiano un organico minimo di personale composto da un direttore tecnico e almeno quattro dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. Un atto, secondo un Comitato nato spontaneamente e che vede insieme molte realtà della provincia beneventana, che mette sullo stesso piano le piccole e medie imprese con quelle di grandi dimensioni. Così, per protestare, queste agenzie -circa 700 in tutta la Campania- hanno formato una colonna di 50 carri funebri, ognuno con il manifesto “Improvvisamente è venuta a mancare in Campania la libertà delle piccole e medie imprese funebri. Ne danno il triste annuncio le tre delibere del 27 novembre 2017 della giunta regionale che decretano la nascita di un monopolio del caro estinto, a danno delle famiglie dolenti e degli imperatori del settore che da sempre hanno lottato per la trasparenza e la legalità”. Il manifesto annuncia che le esequie si muoveranno dal molo Beverello del porto di Napoli, per raggiungere Palazzo Santa Lucia, sede della Regione. Gli impresari del settore lamentano disparità di trattamento e denunciano il rischio di oligopolio con la concentrazione delle attività funerarie nelle mani delle aziende più grandi, quelle che “fanno anche più di 1.500 funerali all’anno”, come ha commentato un rappresentate del Comitato spontaneo. “Siamo pronti a confrontarci, attorno a un tavolo -ha sottolineato il rappresentante- affinchè vengano apportate delle modifiche alle delibere in questione e che le regole siano uguali per tutti e a garanzia di tutti”.  Se per i promotori della singolare iniziativa è comunque giusto regolare il settore con l’istituzione di un registro regionale per la trasparenza e legalità, quello che non sopportano è l’imposizione alle ditte di assumere a tempo indeterminato un numero di dipendenti “limitativo della libertà d’impresa ed in contrasto con le leggi nazionali”. Nel frattempo il Comitato e l’Anifa, l’associazione nazionale delle imprese funebri, hanno annunciato un ricorso al Tar della Campania.
 

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