Unipol, intreccio sinistra-affari. Il pm si scusa col giornalista perquisito
Gutgeld-Franceschini-Carbone e il caso Unipol-Rc Auto. Il pm Spataro si scusa col giornalista che ha pubblicato le carte: "Diffuse per errore"
Caso Unipol, perquisiti casa e ufficio di un giornalista de La Stampa. A distanza di mesi il pm Spataro si scusa
C'e' stato "un equivoco" dietro le perquisizioni e i sequestri disposti dalla procura di Torino nei confronti di Gianluca Paolucci, giornalista de La Stampa (ed ex Affaritaliani.it). Lo scrive il procuratore Armando Spataro, ricostruendo in una lettera al quotidiano l'inchiesta che ipotizzava la rivelazione di segreto istruttorio - reato non commesso dal giornalista - per alcuni suoi articoli sulle presunte manovre di Unipol per bloccare la riforma della Rc Auto. Una "vicenda singolare", secondo Spataro, che nella lettera si scusa col giornale e col giornalista. Negli articoli di Paolucci comparivano brani di intercettazioni telefoniche, relative ad una inchiesta per la quale si e' gia' tenuto il processo di primo grado, la cui diffusione e' stata denunciata alla Procura di Torino. Di qui l'inchiesta per violazione del segreto istruttorio e le perquisizioni, "al solo fine di rintracciare reperti - spiega Spataro - che non potevano essere diffusi e di cui era vietata la detenzione extra processuale".
Il materiale pubblicato su Unipol era stato diffuso per errore a un avvocato
Gli accertamenti disposti da Spataro hanno stabilito che il materiale era stato consegnato per errore a un avvocato che ne aveva fatto formale richiesta. "Il magistrato - scrive Spataro - era convinto che i supporti contenessero solo le intercettazioni da utilizzare in dibattimento, e come tali fruibili dall'avvocato, e non anche quelle inutilizzabili o segrete". Il materiale sequestrato e' stato restituito al giornalista, ad eccezione delle registrazioni segrete o inutilizzabili. Di qui le scuse al quotidiano e al giornalista e la conferma della "piena convinzione - scrive Spataro - della necessita' di una stampa libera e indipendente, che sappia trovare da se' gli strumenti per contribuire alla tutela della privacy e alla corretta informazione".
La Stampa esulta: "Vittoria del diritto di cronaca"
Per il direttore della Stampa, Maurizio Molinari, la conclusione della vicenda "premia il lavoro tanto dei reporter che difendono il diritto di cronaca quanto dei magistrati che hanno saputo correggere l'errore". L'episodio, che secondo Molinari "avrebbe potuto degenerare in una grave lesione della liberta' di stampa si e' trasformata invece nell'esempio opposto".
Quegli intrecci tra banche e sinistra
Ma che cosa contenevano quelle carte pubblicate legittimamente, ora si può dire con certezza, da La Stampa? Svelavano che i tempi della celebre frase di Piero Fassino "Abbiamo una banca" non sono mai fin iti. Anzi, sono più attuali che mai. E quell'intreccio tra politica e affari esiste ancora, anche a sinistra. Nelle intercettazioni pubblicate da Paolucci a suo tempo il presidente di Unipol Stefanini e il responsabile dei rapporti istituzionali Genovese discutevano di come far passare emendamenti a favore delle assicurazioni in materia di Rc Auto. L'obiettivo era quello di integrare la filiera della riparazione ed eliminare le tabelle del Tribunale di Milano per i danni sul lavoro. Nelle conversazioni erano stati tirati in ballo il commissario Pd alla spending review Gutgeld ("Ha detto Yoram che lo fa"), il membro della segreteria nazionale del Pd Carbone ("Lo ha presentato Ernesto"), e anche il ministro dei Beni Culturali Franceschini ("Parliamo con Dario"). Citato anche il nome di Vignali di Ap ("Chiamo Raffaello"). Sì, quell'intreccio tra affari e politica a sinistra esiste ancora. E forse oggi è ancora più forte di un tempo.