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Cronache
Rigenerazione urbana temporanea, la nuova vita che non ti aspetti

 

Valorizzare un patrimonio che non viene sfruttato e che, anzi, spesso è lasciato per lungo tempo in uno stato di degrado, con tutte le ricadute che questo comporta per il tessuto urbano circostante. Da questa premessa è nato Urban Value, che sviluppa progetti integrati di marketing immobiliare per la riattivazione temporanea di immobili, appunto, in disuso. Grazie, va detto, anche alla nuova visione illuminata di alcuni responsabili di enti pubblici, come l’Agenzia del Demanio e la Cassa Depositi e Prestiti che si sono messi in gioco. Ma come si sviluppano concretamente questi progetti? Ne abbiamo parlato con Simone Mazzarelli, ceo di Urban Value Ninetynine, che con entusiasmo porta avanti in tutta Italia questo “format" che coinvolge in modo virtuoso settore pubblico e privato.

Come nasce questa esperienza?
Urban Value è un modello di rigenerazione urbana temporanea. Un modello estremamente innovativo che prende il via dall’esperienza maturata nel campo del marketing per essere applicata al recupero del territorio attraverso l’utilizzo di immobili abbandonati. Come si fa per il lancio dei prodotti, il marketing viene applicato in questo caso per le esigenze del territorio nel recupero di strutture non più funzionali al loro scopo originario. Questo ci permette di generare valore nel brevissimo termine.

Di che spazi parliamo?
Di solito si tratta di spazi in disuso, fabbricati che attraverso l’evoluzione sociale e industriale hanno perso il significato della loro esistenza. Parliamo di fabbriche, caserme, e altre strutture pubbliche che sono state abbandonate e che attendono una valorizzazione definitiva. Questo tipo di interventi però comporta il cambio di destinazione d’uso e investimenti importanti, con il conseguente allungamento dei tempi. E’ qui che interveniamo noi, utilizzano per un periodo limitato fabbricati che attendono una collocazione definitiva. Come è successo per la collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e l'Agenzia del Demanio.

Ci può spiegare che cosa è la rigenerazione?
Purtroppo in Italia la rigenerazione è fondata sulla trasformazione e non sul riuso, mentre all’estero ci sono molti esempi di utilizzo di vecchi spazi per nuove finalità: pensiamo al recupero di alcune zone di New York, dove magazzini portuali sono diventati spazi contemporanei, realtà creative e dinamiche. In molti casi gli immobili vengono convertiti a nuova funziona sfruttandone il fascino del passato.
 

Palazzo Fondi 4
 

Come mai secondo lei in Italia ciò non avviene?
In Italia, complice anche la nostra storia millenaria, spesso non c’è stato interesse a recuperare edifici del recente passato, se non attraverso la loro completa trasformazione. E’ una questione più culturale che economica, si tende al recupero attraverso l’abbattimento e lo stravolgimento totale rispetto al recupero delle strutture esistenti.

Quale è la differenza tra rigenerazione definitiva e temporanea?
La rigenerazione urbana definitiva ha bisogno di un grande finanziamento, serve cioè l’impegno di un fondo o di un privato che possa valorizzare l’area attraverso un progetto di lungo respiro. I nostri progetti, al contrario, sono finalizzati a creare valore nel breve termine, catalizzare attenzione positiva sull’immobile, combattere il degrado, generare indotto per l’economia locale e sviluppare ricavi per finanziare il progetto stesso. 

Un esempio?
Pensiamo a un grande edificio in una zona centrale di una città italiana. L’abbandono di questa struttura, lasciata al proprio destino, comporta anche un degrado per l’area circostante: strade buie, spazi chiusi, attività commerciali inesistenti. Con la nostra riattivazione urbana temporanea siamo in grado di generare un’attivazione territoriale in termini di realtà economiche, culturali e sociali in brevissimo tempo e in maniera fattiva.

Come scegliete i "contenuti" da valorizzare?
Viene fatta una selezione che tiene conto di più elementi. Devono essere strutture che possono rendere da un punto di vista del marketing e che allo stesso  tempo abbiano spazi che possano essere utilizzati per i diversi scopi previsti, tenendo conto che di solito sono ambienti  con vincoli ben precisi. 

Chi ci guadagna?
Sono attività che definiamo "win-win", il proprietario non ha spese ma anzi vede rivalutato il proprio immobile grazie all’investimento che facciamo noi attraverso un’operazione di marketing che ci permette di utilizzare lo spazio per diverse attività. Senza dimenticare che il 75% degli eventi sono a valenza culturale, dalle mostre alle installazioni artistiche e il 90% delle imprese coinvolte per il recupero provengono dal territorio.

Risultati?
I dati di questi primi 7 anni dimostrano la voglia dei cittadini di appropriarsi di nuovi spazi. Una partecipazione che supera anche quella dei luoghi tradizionali, come musei e gallerie permanenti, segno evidente che si ha la curiosità di scoprire spazi solitamente chiusi, che propongono un’offerta culturale innovativa e di primo piano. Senza dimenticare le ricadute sul territorio.

Ci può fornire qualche numero?
Certo, si tratta di  ricadute concrete. La nostra  operazione a Roma per Cassa Depositi e Prestiti, ad esempio, ha portato alla riattivazione dell’ex caserma Guido Reni con la nascita di Guido Reni District. 54000 che necessitavano oltre 1,5mil di investimenti per solo 1 anno di orizzonte temporale prima della valorizzazione definitiva. Grazie al nostro modello abbiamo coinvolto circa 1000 imprese, prodotto 437 contenuti fra mostre, festival ed eventi aziendali, creando oltre 200 posti di lavoro. L’indotto è stato pari a 37 milioni di euro. Ma anche a Napoli abbiamo dopo anni di inattività abbiamo riaperto Palazzo Fondi, grazie alla collaborazione con l'Agenzia del Demanio. Siamo riusciti a restituire alla città un meraviglioso spazio urbano in disuso trasformandolo in un contenitore versatile e dinamico in attesa della sua nuova destinazione finale. 

Prossime riqualificazioni?
Non posso dire molto, ma diciamo che ci stiamo interessando al complesso dell'ex Manifattura Tabacchi di Milano...

 

Anche l'Agenzia del Demanio ha "scelto" la rigenerazione urbana transitoria
Roberto Reggi, direttore dell'Agenzia del Demanio: con Urban Value abbiamo dato vita a un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Ecco come   

 

 

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