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Cronache
USA crisi nera, 1,3 mln con diabete razionano l’insulina per risparmiare

1,3 mln di americani stanno razionando l'insulina a causa dei costi elevati

Gli Stati Uniti di Joe Biden sono in crisi profonda. A luglio si è parlato di recessione tecnica con un Pil a -0,9%. Ma più del Prodotto interno lordo in queste ore parla una ricerca pubblicata negli Annals of Internal Medicine dai ricercatori della Harvard Medical School, dell'Hunter College della City University di New York che stima quanti americani con diabete stiano sistematicamente razionando la loro insulina salvavita per risparmiare denaro, non se la possono permettere: 1,3 milioni di americani, il 16,5% di tutti gli adulti con diabete che la usano.

L'insulina aiuta a regolare il livello di zucchero nel sangue. Il diabete è una malattia cronica con una gamma di problematiche che possono condurre alla morte. Se non si regola il livello di zucchero con l’insulina si rischiano gli effetti gravi del diabete sulla circolazione e la vascolarizzazione, con possibilità di amputazione degli arti, problemi al cuore, alla vista, al cervello, creazione di piaghe non rimarginabili. Immaginate il disastro per il corpo di una persona.

Si stima che, nel mondo, ogni 20 secondi una persona con diabete subisca un'amputazione. Ogni anno nel mondo, oltre un milione di persone con diabete perdono una gamba come conseguenza della loro condizione. Una malattia in aumento tra i giovani. Entro il 2025, si valuta che dovrebbe diventare 380 milioni i soggetti affetti da diabete, il 7,1% della popolazione adulta. E la popolazione di una della nazione più potenti del mondo è nelle condizioni di razionare l’assunzione di insulina?

Il costo del farmaco rimane una barriera per molti americani con diabete. L’aumento dell’inflazione si ripercuote anche sui farmaci, anche se il governo ha provato ad intervenire sul settore.

I ricercatori USA hanno analizzato i dati del National Health Interview Survey relativi all’anno 2021, raccolti dal governo federale. Lo studio ha preso come campione 29.482 adulti rappresentativi della popolazione statunitense, arrivando al dato che ci sono negli USA circa 1,4 milioni di adulti con diabete di tipo 1, 5,8 milioni di adulti con diabete di tipo 2 e 0,4 milioni con diabete di tipo diverso o sconosciuto stanno usando l'insulina.

L'analisi indica che il 18,6% degli individui con diabete di tipo 1, quello più pericoloso e per i quali saltare l'insulina può portare rapidamente al coma diabetico e alla morte, raziona l'insulina. Per le persone affette da diabete di tipo 2 il 15,8% raziona l’insulina. Il razionamento risulta superiore per le persone di età inferiore ai 65 anni (20,4%) rispetto alle persone di età pari o superiore a 65 anni (11,2%).

Il razionamento si è sviluppato soprattutto tra coloro che sono relativamente giovani, con reddito medio e neri, cioè i soggetti che più hanno subito gli effetti della crisi economica.

Risulta anche che non prendere l’insulina quando si dovrebbe sia una pratica più comune tra i consumatori di insulina a reddito medio, il 19,8%, mentre il 10,8% di quelli con reddito più alto e il “solo” il 14,6% di quelli con reddito basso ha riferito di aver razionato la propria insulina. Il tasso di razionamento è più alto tra i consumatori di insulina neri (23,2%) rispetto ai consumatori di insulina bianchi e ispanici (16%).

Il disastro si somma al disastro se consideriamo che negli Stati Uniti occorre avere una copertura assicurativa per le cure sanitarie. Coloro che non hanno copertura hanno avuto il tasso di razionamento dell’insulina più alto (29,2%), seguiti da coloro che hanno un’assicurazione privata (18,8%); coloro che invece hanno una copertura pubblica hanno i tassi più bassi di razionamento. Infine, i ricercatori hanno dimostrato che il razionamento dell'insulina è associato a un aumento di circa il 50% della percentuale di persone con diabete che si sentono sopraffatte dal peso della convivenza con la loro malattia.

“Questo è un farmaco salvavita. Il razionamento dell'insulina può avere conseguenze pericolose per la vita", ha affermato alla CNN il dottor Adam Gaffney, l'autore principale dello studio e medico di terapia intensiva presso il Cambridge Health Alleanza nel Massachusetts.

"In terapia intensiva, mi sono preso cura di pazienti che hanno complicazioni pericolose per la vita perché non potevano permettersi questo farmaco salvavita", ha ripetuto Gaffney, "abbiamo permesso alle aziende farmaceutiche di stabilire l'agenda, e questo va a scapito dei nostri pazienti".

 

 

 

 

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