Vaccini e falsa propaganda ideologica. M5s e Lega sono no vax? No
Vaccini, il governo non è contrario. Ha solo un approccio diverso
Nessuno è contro i vaccini, almeno, nessuno al Governo ha detto che i vaccini siano inutili tout court, che non vaccineranno o non hanno vaccinato sé stessi o i loro figli. Tuttavia la propaganda mediatica fa da cassa di risonanza su storie che, giustamente, toccano la sensibilità.
Bambini immunodepressi che non possono entrare a scuola, e medici super star come Burioni che aggrediscono: “Bisogna togliere la potestà ai genitori.” Lo stesso, era stato tentato di entrare nelle liste del PD, però poi ha preferito proseguire la propria carriera e la divulgazione social.
Ecco, codesti professionisti spesso ricordano i Di Pietro della situazione, ad un certo punto s’innamorano dei riflettori e rendono pop, 2.0, elettrica la loro posizione finendo negli sfiatatoi dei talk show. Si potrebbe dire passi la stessa distanza tra femmine e femminismo, giustizia e giustizialismo, vaccini e vaccinismo.
Se ad un certo punto le vaccinazioni obbligatorie vengono estese rispetto a quelle che prima erano solo raccomandabili, se la coercizione legale diviene una clava draconiana con multe salate, assistenti sociali, e sbarramento d’ingresso a scuola, si pone un problema .Prima di far girare le fiamme gialle nelle aule didattiche a controllare le autocertificazioni, avremmo dovuto sensibilizzare la classe media, che ovviamente non ha le competenze né le conoscenze per stabilire se sia davvero utile infilare un nuovo ago in vena, oppure no. Ecco perché risulta fondamentale avere una grande informazione sul tema, una divulgazione dei dati, delle epidemie, dei rischi di una malattia, di quanto sia diffusa, di quanto sia necessaria la prevenzione, come agiscano questi farmaci, quali effetti collaterali, quali sono gli organi indipendenti che hanno certificato la necessità.
Vi è trasparenza nelle commissioni scientifiche? E soprattutto, vi sono interessi finanziari in ballo? Perché un regalo alle case farmaceutiche non si fa sulla pelle dei pazienti. In una interessante riflessione su Il Fatto Quotidiano a giugno dello scorso anno, Antonio Marfella (Presidente medici per l’Ambiente di Napoli) annotava: “Oggi la medicina sembra non essere più libera di esprimersi quale forza illuminante e trainante nella società a causa del suo pressoché totale asservimento al mercato farmaceutico (…) Tra pochi anni perderemo il vantaggio in termini di allungamento della vita media sul pianeta che ci è stato donato dalla scoperta della penicillina. (…) Al contrario oggi non ci si vergogna a recuperare molecole fuori brevetto, di fatto beni comuni dell’umanità intera, per imporre incrementi di prezzo sino ad oltre il 1500%, al solo scopo di ottenere il massimo profitto dalle esigenze di salute del mercato. (…) Risulta evidente, quindi, quello che già si sta registrando con la nuova legge sui vaccini: Abbiamo i vaccini ma non abbiamo sanitari a sufficienza che li somministrino. Oggi la scienza viene usata come strumento per scelte economiche e politiche non sempre dettate da un reale vantaggio per la salute pubblica. A Napoli, nel 1973, ben un milione di cittadini furono vaccinati contro il colera in soli tre mesi senza alcun obbligo di legge: Quella medicina pubblica che fu la colonna portante del nostro sistema sanitario nel Dopoguerra, per eccesso di scienza e per carenza di etica, forse non esiste più.”
Il tema della Salute pubblica è stato appaltato alla dipendenza da pillole. Nell’era della semplificazione e della banalizzazione, anche le malattie vengono trattate guardando ai sintomi, e non eradicando le cause che le hanno causate. Emblematica è la psichiatria, quando si hanno disturbi gravi d’ansia o depressione, non si fa altro che somministrare psicofarmaci che spengono aeree del cervello portandoti all’apatia. Ma il ricettore che da l’impulso al dolore è una spia d’allarme, avete mai visto un meccanico che quando s’accende la spia motore vi toglie la batteria alla lampadina? Bisogna agire alla radice, ai traumi, rimuovere le cause di un dolore o di una malattia, e questo richiede tempo, costanza, studio, volontà. Ma chi ha più tempo per niente? Inghiottiamo la tachipirina e via…
@andrewlorusso
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