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Cronache
Vallanzasca: giudici, no a ritorno in libertà
Renato Vallanzasca

Vallanzasca: giudici, no a ritorno in liberta'

Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semiliberta' presentate dalla difesa di Renato Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere.

Alla richiesta di liberta' condizionale, la difesa aveva allegato una relazione degli operatori del carcere di Bollate in cui si sosteneva che Vallanzasca, uno dei protagonisti piu' significativi della 'mala' milanese, ha avuto un "cambiamento profondo", "intellettuale ed emotivo", "non potrebbe progredire con altra detenzione" e puo' "essere ammesso alla liberazione condizionale", con la possibilita' quindi di scontare la pena fuori dal carcere in regime di liberta' vigilata. Secondo Massimo Parisi, direttore del gruppo che lo ha tenuto sotto osservazione, il mutamento del 'bel Rene'' e' "evidenziato anche dall'anonimato degli ultimi anni (non ha consentito nessuna intervista), appare di un livello tale (tenuto conto della persona, della sua storia e del contesto) che non potrebbe progredire con altra detenzione, che potrebbe, di fatto, al contrario sollecitare una nuova chiusura dello stesso". Questo cambiamento viene definito nel dossier "profondo, non solo anagrafico, ma intellettuale ed emotivo, frutto di una sofferenza che, seppur non evidenziata nei colloqui con gli operatori che da anni lo seguono, sa emergere in modo autentico e non sovrastrutturata". I giudici della Sorveglianza si erano riservati di decidere dopo l'udienza di martedi' scorso.

Vallanzasca: giudici, da lui trasgressioni e nessun ravvedimento

Renato Vallanzasca non puo' uscire dal carcere perche' l'"intero percorso del condannato e' stato connotato da involuzioni trasgressive imputabili anche alla sua personalita' e che non appare dunque possibile ravvisare il requisito del 'sicuro ravvedimento', di cui mancano elementi fattuali anche nella relazione di osservazione". Cosi' i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, presieduti da Marina Anna Luisa Corti, motivano il rigetto dell'istanza con cui la difesa del 'bel Rene'' chiedeva la semiliberta' o la liberazione condizionale. Vallanzasca era finito in carcere per l'ennesima volta nel giugno del 2014 per un furto di mutande, concime per piante e cesoie in un supermercato, mentre era in permesso premio. La condanna a 10 mesi di carcere che gli era stata inflitta per questo episodio e', nel frattempo, diventata definitiva. Nell'agosto del 2017, Vallanzasca si era reso protagonista anche di un alterco "piu' che vivace", cosi' lo defini' il sindacato della polizia penitenziaria, con un agente del carcere di Bollate dove e' recluso. L'arresto aveva avuto un effetto pesante: il Tribunale di Sorveglianza gli aveva revocato il regime di semiliberta' di cui godeva dall'ottobre 2013 (usciva per lavorare durante il giorno e tornava in carcere a dormire). Processato per rapina impropria, si era difeso nel processo sostenendo di non aver rubato nulla e di essere stato 'incastrato' da una persona che aveva messo gli oggetti nella sua borsa. "Perche' mi e' stata fatta una cosa del genere non lo so, io so soltanto che entro Natale avrei dovuto discutere della mia liberazione condizionale e potevo tornare libero", aveva spiegato in aula.

Nella decisione, inoltre, i giudici valorizzano la circostanza che "dall'incartamento processuale non risulta che Vallanzasca abbia mai risarcito le vittime dei suoi gravissimi reati, ne' attraverso un almeno parziale ristoro economico (anche quando, lavorando, ne aveva avuto la possibilita') ne' attraverso altre forme di riparazione obiettivamente dimostrative della seria e univoca volonta' di alleviare le sofferenze delle predette, ne' risulta che abbia mai mostrato convinta resipiscenza, chiesto perdono o posto in essere condotte comunque indicative di una sua effettiva e totale presa di distanza dal vissuto criminale".

Vallanzasca: legale, per furto di boxer 70 enne in carcere

"Dispiace che un tentato furto di boxer di 4 anni fa abbia fatto ritenere ancora pericoloso un pericoloso 70 enne dopo mezzo secolo di carcere". Cosi' l'avvocato Davide Steccanella commenta la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano di non concedere la liberazione condizionale o la semiliberta' a Renato Vallanzasca. "E dispiace - prosegue il legale del 'bel Rene'' che il Tribunale non abbia condiviso l'importante lavoro fatto nel corso di questi anni dal carcere di Bollate, la mediazione iniziata e la disponibilita' di una cooperativa seria come 'Il gabbiano'". I giudici nella loro decisione sottolineano che l'episodio del furto "sul quale Vallanzasca ha costruito un ragionamento di complotto ed esclusione della sua responsabilita', costituisce un significativo elemento di valutazione e depone in senso sfavorevole rispetto alla certezza del ravvedimento". Nell'occasione il 'bel Rene'' aveva fornito una versione "inverosimile e radicalmente smentita dalle risultanza dibattimentali" sostenendo la tesi del "complotto" ai suo danni da parte di una parente della sua ex moglie.

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