Vaticano, si riunisce la Cei senza Papa Francesco e senza Bagnasco

 

 

Per la prima volta dopo la lunga parentesi estiva, si riunisce il Consiglio Permanente della Cei, la Conferenza episcopale  italiana con Gualtiero Bassetti, nominato dal Papa dopo – e malgrado – le reiterate indicazioni bergogliane a procedere in autonomia. Bassetti, a lungo previsto e atteso ha subito preso in mano la situazione e ora in un certo qual modo ne tira le somme, lasciando al dinamico segretario generale Nunzio Galantino il compito, giovedì, di indicare le linee-guida all’opinione pubblica, e cioè alla Base, vale a dire ai vescovi diocesani, ai parroci, ai fedeli, quando Gualtiero sarà rientrato nella sua Perugia, lasciando insoluto se sia stato o no ricevuto da Papa Francesco, alla prese con i problemi drammatici dei migranti, delle lotte intestine in alcuni Paesi del Sud America, e prima di Myamar, dove sta per recarsi alla fine del prossimi mesi. mentre è alle spalle  dopo il viaggio in Colombia. Certo che dal Papa si è presentato il cardinale Angelo Bagnasco nella sua nuova – ma non nuovissima . veste di Presidente delle Conferenze europee. Per la prima volta al Consiglio Permanente mancherà la sua accesa “prolusione”, con l’indice puntato contro i politici italiani che non fanno molto per regolare il flusso migratorio e per risolvere il problema della povertà e della disoccupazione che costringono la Cei a offrire diecine di migliaia di minestre quotidiane. 

La “tregiorni” dei vescovi rappresentativi porta di nuovo al proscenio i problemi delle diocesi italiane, che sono troppe e troppo frantumate, alcune con problemi organizzativi e economici e si focalizza principalmente sul problema dei giovani, ai quali è dedicato l’imminente Sinodo . Lo scarno comunicato della vigilia, pur in assenza dell’indicazione di un vero e proprio ordine del giorno, sottolinea che I Vescovi “si confronteranno, innanzitutto, sulle risposte delle diocesi italiane al “Questionario” predisposto in vista del prossimo Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Sul tema già stanno scrivendo non pochi vescovi. Quello di Torino, ad esempio, Cesare Nosiglia, ha allestito un accurato dossier sui grandi temi delle nuove generazioni con l’educazione e la vita di fede e ha dato l’arrivederci ai giovani con le parole “ciao, il vostro Cesare, un amico”. Significativo il volumetto col quale il vescovo cattolico bizantino dell’Italia Peninsulare della calabrese  Lungro,  Donato Oliverio, ha voluto raggiungere la “diaspora” linguistica e rituale sparsa per tutto il Paese e oltre oer invitarla al dialogo ecumenico.

Oltre ai temi sensibili, il Consiglio Permanente non può esimersi di riflettere “sugli abusi sessuali nei confronti di minori”, soprattutto dopo il grido di dolore di Papa Francesco il quale ha proclamato che non concederà mai la grazia a chi ha si è macchiato di questa colpa. Annotazioni minori riguardano il cosi detto “Progetto Policoro”, di cui poco si è sentito parlare e di cui pochi hanno parlato. In sostanza un progetto sostanzialmente rimasto lettera morta, di tipo artigianale e cooperativistico, che indicava soluzioni interne per la soluzione del problema della disoccupazione dei giovani. Se ne farà il punto. Come? Nel frattempo è subentrato un altro progetto che vuole aiutare i giovani a risolvere il dilemma al quale ci si trova di fronte: soluzione dentro o fuori del proprio Paese? A seconda della scelta, la Cei offrirà strumenti, indicazioni e sostegni. Dietro l’uscio c’è anche la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, in programma a Cagliari dal 26  al 9 ottobre. Un appuntamento storico che è difficile ignorare. Ma i tempi di Leone XIII sono lontani e la disoccupazione, il lavoro, l’occupazione, l’istruzione si presentano in forma e sotto aspetti ben diversi dai passati decenni. Oggi parole e condanne non bastano.