"Veneto minoranza etnica". Su Affari il progetto Venexit. Ma Salvini...
Il presidente del Consiglio regionale illustra ad Affaritaliani.it la legge sul Veneto "minoranza nazionale". Ma il progetto Venexit rovina i piani di Salvini
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Bilinguismo, status di minoranza etnica, lezioni di dialetto e suo utilizzo negli uffici pubblici. Il Veneto corre a lunghi passi verso l'autonomia. E lo fa proprio nel momento in cui Matteo Salvini ha ridisegnato la Lega Nord su scala nazionale. Ma dalle parti di Venezia l'obiettivo dell'autonomia resta molto forte, tanto che c'è chi parla di Venexit.
Il primo tassello in tal senso è l'approvazione in Consiglio regionale della legge che definisce appunto il Veneto "una minoranza nazionale". Una legge i cui contenuti e motivazioni vengono spiegati dal presidente del Consiglio regionale del Veneto, Stefano Ciambetti, in un'intervista ad Affaritaliani.it. "La richiesta di questa legge arriva direttamente dai comuni del territorio", esordisce Ciambetti. "In pratica contiene la richiesta di avere il riconoscimento di minoranza a livello nazionale. Non perché ci sentiamo migliori di qualcun altro ma perché altre realtà hanno possibilità legislative e di inserimento del personale molto più vaste di noi e non ci sembra giusto".
Un punto centrale della legge è quello della lingua veneta. "La nostra legge prevede la possibilità di utilizzare la lingua veneta nei pubblici uffici", spiega Ciambetti. "E' una cosa importante perché per il 75% dei veneti si tratta del comune modo di rapportarsi con gli altri".
Chiaramente bisognerà vedere come questa legge sarà accolta da Roma. "Vedremo se la legge verrà impugnata ed eventualmente con quali tipologie e appunti", afferma Ciambetti. "Questa legge in ogni caso è uno stimolo a livello centrale a riconoscere che la questione veneta esiste".
Una grossa mano alle rivendicazioni autonomiste del Veneto è arrivata anche dal risultato del referendum costituzionale. "Il Veneto è stata la regione con il più alto afflusso alle urne e quella con il maggior risultato del No a Nord di Roma", dice Ciambetti. "Il motivo è evidente: il Veneto si sente dimenticato come le lontane colonie dell'impero".
Nei prossimi mesi ci sarà anche il referendum sull'autonomia. "E speriamo di avere un afflusso di elettori ancora maggiore", dice Ciambetti. Quali effetti potrà avere l'esito del referendum? "Intanto per la prima volta dopo 150 anni i veneti saranno chiamati a dire la loro sul proprio futuro, mi semrba significativo", risponde Ciambetti. "Così come è significativo che per la prima volta la Corte costituzionale ha riconosciuto la possibilità di consultare i veneti sull'argomento. Vogliamo una migliore qualità della vita e un miglior utilizo delle risorse pubbliche che troppo spesso si perdono nello Stato centrale. Zaia sta già trattando su questi punti con il governo uscente e lo farà certamente anche con il prossimo ma poterlo fare con alle spalle milioni di cittadini veneti che vogliono più autonomia avrà un effetto fondamentale".