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Cronache
Viadotto sulla E45 sequestrato dalla procura: "Rischio di collasso"

Italia tagliata in due a seguito della chiusura sulla E45 del viadotto Puleto nei pressi di Valsavignone, in provincia di Arezzo. E' il grido d'allarme lanciato dai sindaci dell'Unione dei comuni della Valle del Savio (Bagno di Romagna, Cesena, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina e Verghereto, tutti in provincia di Forli'-Cesena) che, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell'infrastrutture Danilo Toninelli chiedendo un incontro urgente, dopo che su richiesta della Procura di Arezzo e' stato disposto il sequestro del ponte. Decisione presa dopo la segnalazione di crepe sui piloni in cemento e gli accertamenti degli esperti incaricati dalla magistratura che avevano paventato il "rischio collasso". Secondo i primi cittadini la chiusura "comporta non solo l'interruzione della viabilita' tra Emilia-Romagna e Toscana, ma 'spezza' a meta' l'intero sistema viario dell'Italia, con gravissimi danni di natura economica e sociale, con prevedibili e gravi disagi per i nostri territori e paesi".

Il sequestro del ponte e' stato disposto dal Gip del Tribunale di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, che ha accolto la richiesta del procuratore capo Roberto Rossi. Nell'ordinanza e' scritto che la chiusura e' stata determinata dalla "criticita' estrema" del viadotto esposto a "rischio di collassamento", a causa del perdurare dell'esposizione all'usura del traffico veicolare. A partire dalle 14 - si legge in una nota di Anas - verra' dato dara' avvio alle operazioni di chiusura della strada statale 3bis "Tiberina" (E45), in entrambe le direzioni, tra gli svincoli di Canili e Valsavignone". Anas "sta gia' fornendo in queste ore ai periti della Procura tutti gli elementi conoscitivi tecnici sul viadotto Puleto, per rappresentare al meglio le condizioni dell'infrastruttura e i lavori di manutenzione gia' avviati a dicembre, al fine di consentire una veloce riapertura al traffico ed evitare gravi disagi alla circolazione". Nella missiva, i primi cittadini sottolineano: "certamente, siamo convinti che la magistratura abbia adottato un provvedimento cosi' impattante sulla base di ragioni fondate", "e per questo ci sentiamo di riconoscere l'interesse con cui e' stata condotta l'attivita'" tuttavia "la situazione che si viene a creare ci desta fortissima preoccupazione", "i nostri territori e paesi si troveranno a subire il deflusso di migliaia di veicoli costretti a trovare vie secondarie per le strade dell'Appennino".

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