Cronache
Voragine Firenze, accuse a società gestita dai fedelissimi di Renzi
Voragine a Firenze, accuse alla società del "Publiacqua" gestita dagli uomini di Renzi
Duecento metri di nastro d'asfalto completamente divelto e sprofondato a causa di un tubo rotto davanti agli Uffizi. E' la voragine che si e' aperta ieri mattina, intorno alle 6,15 sul Lungarno Torrigiani, tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, nel pieno centro di Firenze a seguito del cedimento di una grossa conduttura dell'acqua, lungo la dorsale della riva sinistra dell'acquedotto. E ora le polemiche si infiammano sulla società Publiacqua, società controllata dal Comune che si occupa di servizi idrici, gestita dai fedelissimi di Renzi. "Le perdite erano già state segnalate", ha segnalato Miriam Amato di Alternativa libera, come riporta il fatto quotidiano. Da una foto "si intuisce che il tubo si sarebbe rotto in un punto in cui c'era da tempo una perdita, tanto che sulla spalletta era nata la vegetazione". Anche martedì mattina i residenti hanno segnalato a Publiacqua guasti sulla rete e mancanza di acqua. E le segnalazioni sono continuate per tuta la giornata.
LA SOCIETA' DEL GIGLIO MAGICO: I NOMI - Il caso è subito diventato politico perché Publiacqua è dal 2009 la "culla del renzismo". Presidente nominato dall'allora sindaco Renzi era Erasmo D'Angelis (poi messi a capo della struttura sul dissesto idrogeolico dal renzi premier e poi insediato come direttore dell'Unità dal Renzi segretario Pd), a cui nel 2009 venne affidata una giovane e inesperta Maria Elena Boschi, inserita per volere di Renzi nel cda della partecipata.
Oggi è guidata da Filippo Vannoni, altro fedelissimo del Giglio Magico. E' marito di Lucia De Siervo, figlia del presidente della Corte Costituzionale Ugo de Siervo e sorella del direttore di Rai Trade Luigi, capo di gabinetto poi assessore nella giunta Renzi, tra i fodnatorei dell'associazione Noi Link creata nel 2007 per finanziare l'attività politica dell'attuale premier su idea di Marco Carrai. Nel cda c'è anche Carolina Massei, coordinatrice della Leopolda 2013.
LA CRONACA - Un cratere di 200 metri di lunghezza per 7 di larghezza. La citta' si sveglia con le sirene e il frenetico via vai dei mezzi di soccorso. Due palazzi in via precauzionale evacuati, viabilita' deviata, ma per fortuna neanche un ferito. Delle oltre 20 auto parcheggiate, alcune sono state letteralmente inghiottite e coperte dall'acqua. Altre si sono inclinate sul manto stradale con il muso all'ingiu'. Tra lo sbigottimento generale e il via vai dei mezzi dei vigili del fuoco, protezione civile e delle altre forze dell'ordine, Firenze ha vissuto una giornata da vera emergenza, soprattutto per l'assenza dell'erogazione dell'acqua nella maggior parte della citta' e in molti comuni dell'interland. Inizia la corsa contro il tempo.
Sul luogo del disastro il sopralluogo del sindaco Nardella di primo mattino. Alle 7. "Nessun ferito - ha detto il primo cittadino - ma solo danni: danni pesantissimi". Poi anche la visita e il sopralluogo anche del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti. La procura apre un fascicolo senza ipotesi reato. Gli esperti commentano: "All'origine della voragine di Firenze mi sembra di aver capito ci sia la rottura di un tubo dell'acqua. Un tubo dell'acquedotto lo puo' fare ma non e' che il crollo e' contingente alla rottura, l'acqua deve aver lavorato a lungo per attaccare il substrato e far andare giu' il manto stradale" dice all'Agi il geologo Mario Tozzi.
Tra una riunione dell'unita' di crisi a Palazzo Vecchio e continui monitoraggi, vigili del fuoco, tecnici di Publiacqua e protezione civile lavorano senza sosta per valutare la portata dei danni e per evitare ulteriori ripercussioni, anche di tipo strutturale. Per limitare al massimo i disagi tre autobotti entrano in azione nelle vie limitrofe al cratere. Inevitabili le polemiche sulle cause. Qualcuno parla di due guasti che sommati avrebbero creato, in momenti diversi, il crollo. Quanto ai danni, le prime stime parlano di 5 milioni.
Nel tardo pomeriggio l'emergenza e' finita. A tenere a bada la voragine, anche strumenti sofisticati, come quello installato dall'universita' di Firenze, che ha applicato alcuni radar per il monitoraggio degli spostamenti del terreno. Gli stessi che furono applicati sulla Costa Concordia.