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Culture
Arte, la donna di fine 800 è una “Divina creatura”. La mostra a Mendrisio
Vittorio Corcos, Les deux colombes, 1897

 

di Raffaello Carabini

 

Mendrisio, poco più di 15mila abitanti, comune svizzero confinante con l’Italia, possiede ben tre sedi espositive di livello sovranazionale. Al Museo Vela si è da poco chiusa un’intensa mostra del prestigioso artista contemporaneo statunitense Lawrence Carroll, mentre della rassegna dedicata al post-impressionista elvetico Cuno Amiet dal Museo d’arte abbiamo già riferito su queste colonne. Alla Pinacoteca Züst, una raccolta di opere di artisti attivi nel Ticinese tra 7 e 800, si possono invece ammirare una sessantina di quadri e sculture, insieme a un nucleo di abiti d’epoca e a ventagli dipinti (da artisti del calibro di Segantini, Previati, De Nittis, Zandomeneghi) per illustrare “La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento”, sottotitolo esplicativo della riuscita rassegna Divina creatura.

Siamo nel periodo in cui inizia una parvenza di emancipazione femminile, con signorine vestite di tutto punto che inizano a fare sport, a servirsi del treno, a girare con un cagnolino al guinzaglio, persino a fare shopping. Ma soprattutto è il periodo in cui le dame dell’alta società iniziano a scoprire, grazie ai cartamodelli e ai grand magasin delle città, la moda, il gusto di vestire elegante e personale, utilizzando gli abiti (alcuni già griffati sulle etichette apposte all’interno, come aveva insegnato da Parigi il grande sarto Charles Frederick Worth, considerato l’antesignano della haute couture) per abbellire la propria persona.

E così eleganti e inarrivabili – la regina Margherita di Savoia insegnava, come esplicita in mostra uno dei suoi numerosissimi ritratti, firmato da Cesare Tallone – le nobildonne e le borghesi più abbienti si facevano ritrarre dagli artisti preferiti, in primis il costosissimo e ammirato Giovanni Boldini, per lungo tempo star anche a Parigi, e il luminoso e dettagliatissimo Vittorio Corcos. Dei due varie tele sono presenti a Mendrisio, comprese la vibrante Signora con cappello e ombrellino del primo e le magnifiche Les deux colombes e Ritratto di Carolina Maraini-Sommaruga (cui è dedicata una sezione della mostra) del secondo.

Una quindicina di abiti d’epoca rimessi a nuovo punteggiano l’esposizione, in riferimento diretto con le opere, firmate anche da Mosé Bianchi e Tranquillo Cremona, Federico Zandomeneghi e Pietro Chiesa, i fratelli Induno e scultori come Paolo Troubetzkoy, Vincenzo Vela, Marino Marini. Arte à la mode piena di pizzi e stoffe colorate, di crinoline e fiocchi, di perle e guanti, e soprattutto di donne severe, poco tenere e men che meno civettuole, tutte comprese nel proprio preciso livello sociale e nel proprio raffinato ruolo di icone del riscontro visivo che l’arte del tempo offriva alle novità e alle sorprendenti evoluzioni della moda.

 

Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento

pinacoteca cantonale Giovanni Züst

via Pinacoteca Züst n.2, Rancate (Mendrisio) – Canton Ticino, Svizzera

ingresso € 10; ridotto € 8 (pensionati, studenti, gruppi)

orario 9-12/14-18, sabato domenica e festivi 10-12/14-18, chiuso lunedì

info www4.ti.ch/decs/dcsu/ac/pinacoteca-zuest

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Tags:
divina creatura mostra mendrisiomostra mendrisio divina creatura





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