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Culture
Barbie, pesante e troppo femminista: Affari va al cinema. La recensione
Margot Robbie

Intanto la trama si fa via via più articolata quando scopriamo (Barbie compresa) che dall'altra parte della costa (nel mondo reale si tratta di Malibù) c'è tutto un mondo, quello degli umani, che è capace di influenzare la vita delle Barbie nel momento in cui una bambina comincia a giocare con una determinata bambola, a seconda che la tratti bene o male, tagliendole vestiti e capelli. È a quel punto che per Barbie Stereotipo cominciano i problemi, di natura fisica ed emotiva, preannunciati da improvvisi pensieri di morte. Così è costretta a fare un salto nel mondo reale, insieme all’imbucato Ken che la corteggia da una vita e che lei tratta letteralmente a pesci in faccia. Una volta lì, entrambi si misurano con questa nuova realtà, scoprendo il patriarcato. Una pessima notizia per lei, ma un risveglio dell’anima per lui che finalmente si rende conto di poter contare qualche cosa, anzi, volendo, di poter addirittura comandare. E qui comincia il bello del film. Peccato che duri poco.

Barbie filmBarbie film. Frame video altaviawatch.com

Grazie all’aiuto di due umane, mamma e figlia, Barbie torna nel suo universo con un forte mal di testa e si ritrova a fare i conti con il famigerato patriarcato. Ne nasce una guerra maschi contro femmine in cui i primi sono per forza scemi, le seconde per forza intelligenti. Per natura. Non esiste alcuna animosità né rivalità tra donne, razza superiore. Loro, che siano bambole o umane, si supportano sempre a vicenda. Sarebbe stato realistico vedere un attrito tra Barbie stramba e Barbie sirena, ma il film tiene a ribadire come e quanto il nemico sia l’uomo. Tocca fare fronte comume per distruggerlo.

Nemmeno una storia d’amore eterosessuale è contemplata, non sarebbe un lieto fine per nessuna delle coinvolte. Non a caso la Bbc, tra le numerose recensioni alla pellicola, riporta anche il Daily con il suo "An anti-man movie" - "Un film anti-uomo". Sarebbe stato più plausibile, bello ed utile che Barbie e Ken si aiutassero a vicenda a comprendere quale potesse essere la loro strada. Ma tutto ciò non accade e Barbie stessa finisce per lasciarsi cambiare dal mondo reale. 

Per tutti questi motivi, dunque, la chiara matrice femminista del film finisce per diventare essa stessa uno stereopito di ciò che il vero femminismo combatte, ovvero l'uguaglianza dei sessi. In conclusione, la pellicola di Greta Gerwig è un prodotto commerciale tanto quanto la Barbie stessa, lungo - le due ore si fanno sentire tutte - e che delude tanto quanto promesso. Sia che abbiate 13 anni, sia che ne abbiate 40. Un lavaggio del cervello a tinte rosa, troppo anche per una femminista. 

Leggi anche: Dalla pasta rosa al gelato glitterato: la Barbie mania contagia anche il food

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