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Culture
Bolero di Ravel, libero da copyright. Ma spuntano gli eredi segreti
Presentazione del "Bolero Ravel" a Cuba nell'aprile 2016 nell'ambito del progetto 'Fabrica de Arte Cubano'

E' uno dei pezzi più popolari e unici della storia della musica classica: dal primo maggio 2016 è libero da qualunque copyright, quindi di dominio pubblico. Sono passati quasi novant’anni dalla sua prima esecuzione a Parigi. Ora potrà essere riprodotto in qualsiasi forma, soprattutto all’interno di film, opere teatrali e concerti, senza dover più corrispondere alcunché di economico al suo creatore e/o eredi.

In Francia, per indicare la somma popolarità dell’opera di Ravel, si dice che “nel mondo un’esecuzione di Bolero inizia ogni 10 minuti”.

Ma ci sarebbe un giallo, secondo quanto svelato in esclusiva dal quotidiano Le Figaro. Ci sarebbero degli eredi che stanno tentando una negoziazione in gran segreto con la Società francese di autori, compositori ed editori di musica (SACEM) per vedere riconosciuta la loro quota di diritti. Secondo i documenti di cui è venuto in possesso il quuotidiano francese, essi vogliono far riconoscere l'opera di Ravel come un lavoro collettivo e quindi aggiungere un co-autore all'opera. I misteriosi eredi di Ravel, nascosti dietro società di copertura, hanno buone ragioni per sostenere la richiesta. Se la Sacem cedesse e riconoscesse questi coautori, l'opera dienterebbe di dominio pubblico tra vent'anni. E questo sarebbe un jackpot da 20 milioni di euro.

Venerdì 29 aprile al mattino, la SACEM ha respinto la loro richiesta e ha confermato con un comunicato di oggi, 3 maggio, che l'opera di Ravel è libera da copyright. Ma la guerra potrebbe continuare in tribunale.

"Non abbiamo alcun elemento diretto che provi la collaborazione tra Ravel e Benois e nemmeno la prova scritta di un contratto tra i due", ha dichiarato all'AFP Laurent Petitgirard, compositore e presidente della Sacem. Ha anche definito che i diritti citati dai documenti erano "stravaganti".

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