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Culture
Bullismo, la giornata tipo di un tredicenne. E il manuale per genitori

“Questo libro è un ulteriore passo del cammino iniziato a settembre 2015 che riguarda le problematiche dei Millenials, ragazzi nati fino al 1999, gli adolescenti di oggi”. Così si esprime Vincenzo De Feo, Ingegnere Informatico, esperto di problematiche giovanili, bullismo e cyberbullismo, già ospite in alcuni programmi radio e tv.

Frutto di un’esperienza personale maturata con il figlio, tra il 2012 e il 2013, grazie alla quale ha scoperto un mondo fatto di dipendenze, mode lesive e scarso rispetto delle regole della società, vedendo che il problema non si è ridimensionato naturalmente - anzi ha avuto in alcuni aspetti diverse impennate, come il cyberbullismo - De Feo ha deciso di scrivere un programma sociale che ricalca tecnicamente quello che gli è toccato fare in quel periodo di vita, come genitore, sul campo, a contatto con il mondo degli adolescenti.

prima del click
 

Ha messo il suo programma all’attenzione delle parti politiche in occasione delle Elezioni Amministrative del 2016 a Milano, poi, ha deciso- vedendo che le parti sociali restavano passive- di fare un ulteriore passo raccogliendo tutto e creando un testo di lettura e soprattutto consapevolezza e presa di coscienza, nel quale si parla anche del linguaggio dei Millenials, del loro modo di comunicare, i social, usi e costumi, dai quali emergono dati inquietanti e soprattutto un universo di dipendenze. Nel testo non mancano i consigli e le azioni piu’ opportune da svolgere, oltre a un programma sociale da applicare e rendere concreto.

“…Prima del click” è un testo acquistabile on line sul sito www.primadelclick.it e su amazon a Euro 13,50 .

 

Su Affaritaliani.it un estratto del libro. Dal capitolo 3: "Giornata tipo a 13 anni"

A scuola il ragazzo molto spesso si trova davanti a una scelta: subire, o farsi rispettare. Se sceglie la seconda ipotesi, si troverà ad un passo da diventare bullo anche lui.

I professori non hanno voglia (e ci credo!) di tenere testa a classi di 22-28 alunni, tra i quali più della metà sono scostumati (non hanno un costume, inteso come non hanno regole di buon comportamento). Il ragazzo è indotto a difendersi contrastando gli atteggiamenti di bullismo, quasi diventando anche lui un bullo. Come capitò  a questo ragazzo che chiamerò con un nome inventato, Rocco.

Lui ha le caratteristiche tipiche di molti ragazzi di oggi,  fisicamente dimostra più anni della sua vera età, è ben vestito, estroverso, socievole quasi per certi versi invidiabile; insomma, ha tutto. Con una testa da ragazzino che non conosce ancora bene il male, pensa che se gli sorridono o lo cercano vuol dire che sono amici veri… così fanno con lui quelli che un po’ lo invidiano. I più grandi a scuola lo coinvolgono nelle loro storie di vita quotidiana, per includerlo nei loro giri, ma di fatto per fargli fare cose che possono cagionargli danno e non centrano nulla con il divertimento e l’amicizia vera.

Fumare (questo è un primo approccio verso il bullismo), perché “…se sei figo devi farti una canna”, dopodiché se hai i soldi, se la famiglia te ne dà,  li devi mettere a disposizione di tutti, altrimenti non fa niente, “… vuol dire che me li darai quando ce li avrai. I soldi del fumo, intendo …”.

“Questo spinello che hai fumato con noi due ti costa 50 euro…”

Siamo nell’autunno del 2013, dopo qualche mese Rocco aveva accumulato centinaia e centinaia di euro di debiti. ”…allora devi dare il Giubbotto di Prada, o le Nike da vendere al mercato delle cose rubate”; ma non frutta tanto, “…allora porta a scuola qualcosa di oro che prendi a casa, poi un nostro amico maggiorenne andrà  al compro oro e lo venderà per te, cosi avrai i soldi per saldare i tuoi debiti”.

Rocco è mio figlio, vi sto parlando proprio di lui.

Quando ho scoperto tutto quello che era capitato a Rocco, ho dovuto aggiungere alle mie esperienze fatte di monitoraggio, pedinamenti, controllo di cellulari e computer , anche quella dei compro - oro a Milano, dopo tornerò su questo passaggio.

Dopo aver girato mezza Milano e aver fatto  un blitz in un negozio in via de Amicis ricostruendo i fatti accaduti qualche giorno prima, tentai inutilmente di recuperare l’oro dato per duecento euro o poco più per quasi cinquanta grammi di peso. Con le generalità e le copie dei documenti dei brillanti amici di Rocco incominciai  un percorso Giudiziario ancora oggi in corso, nei confronti di due ragazzi, in particolare, due fratelli, all’epoca uno minorenne, l’altro maggiorenne. Un giorno presi le scarpette di Rocco per andare a correre,  visto che le usava poco o nulla. Prima di usarle decisi di lavarle, cosi tolsi le solette e trovai una banconota da cento euro.

Ci volle poco per capire che fosse falsa. Affrontato l’argomento, con fatica e molto tempo per ricostruire i fatti, amici più grandi gli avevano detto che, per comprare il fumo dai nordafricani, era meglio usare una banconota falsa se riusciva a smerciarla, cosi, oltre a comprare il fumo, avrebbero avuto anche il frutto del resto dei soldi con banconote vere. Tutto questo a 13 anni…

Mi trovai  davanti un dilemma: usare il pugno di ferro o la diplomazia? Istintivamente ne avrei usati due-di pugni- ma ogni giorno è un rischio, quando va a scuola, quando esce, quando il giovedì sera va sotto casa in piazza Risorgimento, ma anche il venerdì e il sabato. Poi gli amici lo chiamano, non lo mollano e per lui è motivo di orgoglio sentirsi cercato, perché lui, figlio unico, ha una voglia di avere amici con i quali socializzare. Il grande problema è la strategia: quando agire, con che mezzi, chi coinvolgere (tra genitori, scuola, forze di Polizia), chi ti seguirà in questa guerriglia metropolitana dove di mezzo c’è tuo figlio, inconsapevole, ed è la sua inconsapevolezza la mia prima nemica.

(...)

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