C'è ancora chi brucia i libri...
Un appello accorato a tutti i bibliofili
Di Mario Tocci
avvocato e docente universitario
Ho letto, non senza sgomento e con un'incontenibile sensazione di tristezza, quanto accaduto nei giorni scorsi allorché ignoti (prossimi - si spera - a divenire noti onde essere puniti in modo esemplare, pur sempre nel rispetto della legge e delle necessarie guarentigie difensive) hanno appiccato il fuoco alla biblioteca "Saffi" di Molassana, a Genova, distruggendo larga parte del prezioso patrimonio librario ivi custodito.
Per un attimo ho sperato di esser di fronte ad una rievocazione di talune inalienabili pagine della nostra storia e cercato, vanamente, la rassicurazione dell'utilizzo di qualche effetto speciale non pregiudizievole per i volumi.
C'è dunque ancora, oggidì, chi si diverte (trovando chissà quale diletto) a bruciare i libri, cancellando per sempre gli elementi di testimonianza delle civiltà del passato e l'essenza stessa dell'umanità quale insieme di individui destinati auspicabilmente a perpetuarsi attraverso un'evoluzione ad meliora.
Non è stato ancora scoperto il vaccino contro l'imbecillità né gli scienziati sono arrivati a formulare il principio attivo del farmaco anticoncezionale per le troppo feconde madri dei cretini.
Tuttavia, forse, esiste un modo per rimediare in parte alla sciagura del noto quartiere della città della Lanterna.
In particolare, chiunque abbia dato alle stampe almeno un testo dovrebbe donare qualche copia di esso e sensibilizzare il proprio editore a praticare cotanta liberalità mediante un ricco bouquet di esemplari della rispettiva produzione.
La ferita inferta alla cultura non potrà rimarginarsi ma lascerà, almeno, una cicatrice meno profonda e visibile.
Con l'ovvio augurio di non doversi mai più trovare a condividere appelli di simil guisa e a commentare notizie del genere.