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Culture
Clima, tra futuro e previsione. Ecco le sfide dei prossimi anni
Foto: LaPresse
9788887731712
 

Capita a proposito in un mese di maggio anomalo, il libro sui cambiamenti climatici: Clima, basta catastrofismi. edizioni  21mo secolo, presentato ieri alla facoltà di Agraria dell’Università di Milano. Riflessioni scientifiche di sei scienziati- Franco battaglia,  Umberto Crescenti, Mario Giaccio,Luigi Mariani, Enrico Miccadei, Nicola Scafetta- su passato e futuro,  per fare il punto con dovizia di dati e di riscontri sulla  situazione del clima. E partiamo dall’inizio. Dal 1850 ad oggi la temperatura media  del nostro pianeta è aumentata di circa 0,8-1°C. Sull’attribuzione della causa di tale aumento- peraltro molto minore da quello citato comunemente dai media-  è noto che la Scienza si divide in due schieramenti precisi quasi equivalenti. Da un lato i catastrofisti  in linea con l’IPCC ( Intergovernamental Panel Climate Change) che non rappresentano la maggioranza e che attribuiscono  tale aumento prevalentemente all’attività dell’uomo e in particolare alla produzione di anidride carbonica dovuta all’impiego di combustibili fossili; dall’altra i cosiddetti scettici, che ritengono tale variazione  soprattutto di origine naturale, con un contributo antropico non superiore al 50 per cento. I media sono schierati per lo più con le tesi dell’IPCC, e anzi viene tacciato di blasfemia chiunque osi metter in discussione i risultati di tale organizzazione.

Il libro vuole quindi dare una documentazione seria e rigorosa fornendo elementi  scientifici basati su dati e conoscenze  derivati  da diverse discipline: dalla geologia alla fisica dell’atmosfera, dalla chimica alle fonti di energia,dalle scienze agrarie alla geografia.

I modelli climatici (numerici/analitici e non empirici), unica possibilità di fare previsioni sul futuro del clima a causa dei numerosi parametri coinvolti, non sono attendibili , o lo sono in modo parziale, a causa dell’incertezza dei dati immessi in tali modelli, incertezza che  nelle proiezioni sul futuro, diventa preponderante e può portare a  conclusioni errate. (In particolare  si fa riferimento alla concentrazione di anidride carbonica  e al suo legame con l’aumento di temperatura media del pianeta). In breve, facendo un confronto tra la simulazione e la realtà la divergenza diventa  macroscopica non solo per quanto riguarda il passato lontano, ma anche dopo il 2000, dove i modelli dell’IPCC davano per scontato un riscaldamento  di circa 2,5 °C, cosa che non si è verificata.

Dove sta quindi se non la verità almeno  la ragionevolezza? Ai parametri più conosciuti che influenzano i  cambiamenti climatici– macchie solari, concentrazione di CO2 e suo legame con l’evaporazione dell’acqua, riduzione del coefficiente di riflessione della Terra, nuvole e   circolazione delle acque oceaniche solo per citare i più noti -, si aggiungono considerazioni  che dimostrano come le oscillazioni climatiche nel tempo  del pianeta Terra abbiano un’origine astronomica non solo dovuta al  sole e alla sua specifica attività, peraltro non ancora del tutto nota, ma anche a forze di tipo gravitazionale e magnetico legate  a tutto il sistema solare. Il movimento dei pianeti genera oscillazioni particolari del sistema solare sia nei campi gravitazionali che in quelli magnetici che si ripercuotono anche sulla Terra creando anche nel clima terrestre delle oscillazioni e funzionano come forzanti sia di natura luminosa che particellare coinvolgendo anche la luna e i fenomeni di marea lunare e solare.

Grafici e confronti tra simulazioni climatiche  e dati pongono il lettore di fronte a interrogativi e proposte che si spostano da riflessioni più specificatamente scientifiche a considerazioni di tipo più squisitamente politico.

Le conclusioni, nelle quali si  fa riferimento tra l’altro a valutazioni espresse da scienziati come Milankovich, Guido Visconti, Franco Prodi,  portano ad affermare che  “i modelli che producono scenari futuri non sono nella condizione di rispondere alla richiesta di conoscenza del clima futuro. Ci sono anelli importanti  che mancano nella catena della conoscenza del clima. Se è vero che si può affermare che la scienza ha svolto bene il suo compito quando può portare a una spiegazione e a una previsione, bene, in materia di scienza del clima non abbiamo la spiegazione e neppure la previsione”.

Conclusioni che se non altro inseriscono il dubbio e l’esigenza di approfondire il tema senza dare nulla per scontato e definitivo.

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