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Culture
Cultura, ecco quanto spendono le famiglie ogni mese. Divario Nord-Sud
Musei Vaticani di notte

Di Eduardo Cagnazzi

Si allarga la forbice tra Nord e Sud sulla spesa media mensile delle famiglie per cultura, spettacoli e ricreazione. Una differenza che, secondo un focus a Napoli su impresa e cultura nelle regioni del Sud a cura di Federculture va dai 203 euro del Trentino-Alto Adige e i 164,22 dell’Emilia Romagna ai 59 della Calabria e Basilicata e 72,52 della Sicilia. In questo contesto, la Campania guida le regioni del Sud Italia con una spesa media mensile in cultura pari a 98,45 euro. Pur essendo più alto anche di quelli medi delle macroregioni meridionali (84 euro) e delle isole (78 euro), il dato della Campania resta sempre al disotto della media nazionale, pari a 126,4 euro. Per macroarea, invece, il Nord Est la fa da padrone con 158,97 euro, seguito dal Nord Ovest e dal Centro rispettivamente con 152,26 e 128,6 euro. Più indietro il Sud con 84,38 euro e le isole con 78,3 euro. Anche per quanto riguarda la lettura il divario si allarga. La media di coloro che leggono almeno un libro all’anno è il 40,5%.

Valori più alti nel Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige con 54,3 e 53,4%, i più bassi si riscontrano in Puglia (27,2), Campania (26,3), Sicilia (25,8) e Calabria (25,1). Profondo divario anche per quanto riguarda le visite ai musei e mostre. Svettano ancora una volta Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Lombardia rispettivamente con 45, 41 e 40 persone su cento, fanalino di coda per Sicilia, Puglia e Calabria con 19,7, 19,4 e 15,2 visitatori. Meno marcato il divario per il teatro. Gli abitudinari sono i trentini (31,4 su cento) ed i laziali (26,3), meno frequentatori sono i molisani, sardi ed i pugliesi con una media di 14,5. Ultimi i calabresi con 11,9 persone. Svogliati al Sud anche i frequentatori di concerti.

La musica classica è seguita da 4,4 cittadini calabresi su cento, un punto in meno di siciliani e campani, mentre i lucani affiancano al terzo posto addirittura i friulani con 11,6 dietro i trentini con due punti in più. Questo quadro negativo è in parte bilanciato dall’andamento della fruizione culturale che nel 2016 rispetto all’anno precedente è in crescita in alcuni ambiti, anche più di quanto accada a livello nazionale. E’ il caso della fruizione museale. Aumentano del 4,2% i campani che vi si dedicano, crescono le visite a siti archeologici e monumenti con un incremento del 10,3% contro il 5,4% del dato nazionale. Sorprendente il dato di Sardegna (30,8 persone su cento) e Valle d’Aosta (32,1), al top di Friuli e Trentino Alto Adige e davanti il Lazio con 29,7. E’ preoccupante anche il dato sull’astensione culturale, vale a dire la percentuale di cittadini che nell’arco dell’anno non fruisce di alcun intrattenimento culturale. In Campania si registra il secondo valore più alto a livello nazionale, il 29,7% dei residenti non partecipa ad alcuna attività culturale. Fa peggio solo la Calabria con una percentuale del 34,8%, mentre il dato medio nazionale è del 18,6%.

 

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