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Culture
Dal Messico a Locarno le sculture di Javier Marín
Javier Marín, Barbudo I-VII, 2005

di Simonetta M. Rodinò

 

Figure misteriose e inquietanti popolano le stanze di Casa Rusca, splendida dimora signorile del Settecento, con cortile e logge. Dalla metà degli anni Ottanta è diventata sede della Pinacoteca della città svizzera di Locarno, che ospita la mostra “Javier Marín”: selezione di una cinquantina di opere di medie e grandi dimensioni, sullo sviluppo dell’iter dello scultore, dalla metà degli anni Novanta a oggi.

Tutti i lavori vengono dal Messico, nella cui città di Uruapan  (Stato di Michoacán) nacque l’artista nel 1962.

Il percorso espositivo su due piani si snoda attraverso teste, torsi, figure intere di varie dimensioni e rilievi che esemplificano l’universo espressivo di Marín: teste smisurate, capigliature ricercate, ciglia ingrossate, muscolature accentuate, fianchi ampliati, pose contorte…

 

Le sue sculture nude, lacerate e ferite, disarticolate e ricomposte, ricucite da una chirurgia sommaria, sembrano carcasse, enigmatici frammenti, “simboli della frantumazione della dimensione morale ancor prima che fisica di una società depauperata dei propri valori fondamentali”, spiega il curatore Rudy Chiappini.

 

Figure maschili e femminili, grasse e magre, deformi e quasi perfette, intere e rotte, piccole e grandi realizzate in bronzo, terracotta, resina, che, negli ultimi anni, è sfociata in una combinazione di materiali naturali, artificiali e sintetici. Per le sculture l’artista privilegia ora la resina poliestere -materiale che di norma è impiegato per usi industriali -  resa più viva e brillante dopo averla mescolata con semi di amaranto, terra, tabacco, carne secca, petali di fiori.

 

Lo stile, discutibile o meno, è una drammatica storicizzazione del barocchismo Michelangiolesco e di quello seguente.

 

L’artista messicano lavora forse sui suoi segreti, sui suoi silenzi, sui suoi sogni? Si rifugia nel passato?

 

“Materia e spirito sono la stessa cosa”, confida Javier.

Che lascia libera interpretazione sui propri lavori. “Continuo a imparare molto sulla mia opera leggendo quello che se ne scrive….mi tengo stretto tutto quello che si scrive. Lo conservo un po’ come fosse un tesoro. È storia”.

 

“Javier Marín”

Pinacoteca Comunale Casa Rusca - Piazza Sant’Antonio -  Locarno – Svizzera

Durata: fino 8 gennaio 2017

Orari: martedì - domenica 10.00-12.00 / 14.00-17.00 -  Lunedì chiuso   

Ingressi: intero CHF 10. -  ridotto CHF 8.

Prenotazioni:  +41 (0)91 756 31 85  

Infoline: +41 (0)91 756 31 70

www.museocasarusca.ch

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