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Editoria: “Più lontano di così”, il romanzo di Lucrezia Lerro

Luigi Leuzzi, antropologo e scrittore, intervista Lucrezia Lerro sul suo nuovo romanzo “Più lontano di così”, in tutte le librerie da ieri, edito da “La Nave di Teseo”

 1- Qual è la genesi del tuo ultimo romanzo in tutte le librerie d’Italia da ieri? L’ho letto, sono rimasto folgorato dall’intensità della storia e dal tuo stile potente.           

Ho pensato a lungo alla storia di “Più lontano di così”, Luigi, un militare di diciannove anni, un giovane ucciso nel 1951. Chi era l’assassina? Perché il giorno prima di ucciderlo aveva scritto sul suo diario: “uccideresti un ragazzo di diciannove anni perché ti ama?” La genesi è precisa, per scoprirla dovrai venire alla mia prima presentazione milanese, il 25 giugno.                                                                                                                                                              

2- Scrivi all’inizio del libro che il fatto che racconti è reale.                             

Sì lo è, come ti dicevo il 4 dicembre del ‘51 un caporale del tredicesimo Reggimento di Artiglieria veniva ucciso a Roma in piazza dell’Indipendenza da una donna, con cinque colpi di pistola. Questo fatto di cronaca nera è reale, e sta al centro del libro.
                                                                             
3- Nel nuovo romanzo prevale un personaggio maschile, un ragazzo che si fonde alla parola, alle viscere della scrittura e al male della vita… Tra le figure che caratterizzano i tuoi precedenti romanzi prevalgono personaggi femminili. Donne perennemente impegnate in un processo di Individuazione e di personificazione rispetto ad un contesto antropologico avverso. Si può ipotizzare una risonanza personale della tua esperienza di donna e di scrittrice?                                                                                   

La tua è un’analisi attenta, non so se è così. Mi fido della tua lettura e ti ringrazio. Mentre scrivo mi concentro sulla storia, e non sui risvolti o sulle interpretazioni che poi ognuno potrà fare. Odio l’autobiografia. Sono distante dalla patografia. Un’opera è la somma di tanti fattori. Realtà, finzione, stile, ascolto. Durante il giorno appunto i dialoghi che sento, li annoto mentre vado da qualche parte.           

4- Spesso l'innocenza abita il mondo interiore delle tue protagoniste. Nonostante la loro esistenza sia avvolta da un candore disarmante, sembra che il loro mondo ieratico si faccia carne e si trascenda in una dimensione fantasmatica che si confronti in maniera ineludibile con l'ombra.                                                                                  
La vita e la morte, una lotta continua per tutti noi. C’è la quotidianità, questa sì che conta.                                                                                                                                                     
5- Quale rimedio ti sentiresti di consigliare alle adolescenti che vivono il loro disagio in cerca di una identità capace di trascendere il nostro presente problematico, in una epoca camaleontica che ha sancito la crisi dei valori etici?

Di studiare. Di leggere e approfondire la conoscenza di se stessi. Io cerco di conoscermi ogni giorno un po’ di più. Conoscersi: l’esperienza più complessa e importante che si possa fare. La più affidabile.
                                                                        
6- Presenterai il libro il 25 giugno a Milano, alla Feltrinelli di Piazza Duomo alle 18,30? E poi, sarai ospite della Milanesiana il 2 luglio alle 12.00, ai Bagni misteriosi? E ho visto altri tuoi incontri in programma a luglio… 
                                                                                         
Sì il 25 in Feltrinelli Duomo, ho l’onore di essere presentata da Livia Pomodoro e dal regista Yervant Gianikian. Con un intervento di Anna Gilardelli. Poi, il 2 luglio all’esplosiva Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, con “Il respiro della musica e della poesia.” Ho scritto per l’occasione un testo inedito sulla speranza che è il tema del Festival di quest’anno. La Milanesiana festeggia venti anni. Ho lavorato al poemetto, che leggerò, tenendo ben presenti anche i disegni di Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian. Artisti sensibilissimi alla letteratura.

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