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Culture
Elliott Erwitt, scatti esilaranti e insieme profondi. In mostra a Milano
Elliott Erwitt FRANCE. Paris. 1989 © Elliott Erwitt

di Simonetta M. Rodinò

 

Narra la vita con gentilezza e con finali aperti Elliott Erwitt. Una vita quasi sempre in bianco e nero.

Un racconto ironico e romantico, storico e contemporaneo che ha il fulcro sul significato poliedrico del termine “famiglia”. Che dà il titolo alla rassegna “Elliott Erwitt. Family”, ospitata da domani al MUDEC – Museo delle Culture di Milano.

 

La vena scherzosa, metaforica, trascendente e a volte irriverente del 91enne fotografo statunitense si alterna a quella profondamente romantica, riconducibile forse alle origini familiari russe, contaminate dalla matrice italiana della sua infanzia, brutalmente interrotta dalle leggi razziali che costrinsero la sua famiglia a emigrare negli Stati Uniti quando Erwitt era appena adolescente. 

 

La mostra racconta in una sessantina d’immagini settant’anni di storia di Erwitt: dalle foto più note a quelle più intime e meno conosciute, rubate nell’intimità della propria famiglia e di nuclei familiari di amici. Il tutto mescolando scatti personali strettamente autobiografici con immagini che colgono l’istante e raccontano la realtà secondo la sua angolazione.

 

 “Ci racconta i grandi eventi che hanno fatto la Storia e i piccoli accidenti della quotidianità, ci ricorda che possiamo essere la famiglia che scegliamo: quella americana, ingessata e rigida che posa sul sofà negli anni Sessanta, o quella che infrange la barriera della solitudine eleggendo a membro l’animale prediletto. Famiglie diverse, in cui riconoscersi, o da cui prendere le distanze con un sorriso”, spiega la curatrice Biba Giacchetti.

 

Ecco una delle più celebri e amate fotografe di Erwitt: in una stanza, di New York City, immersa nella penombra, una madre, la testa posata sul letto, coccola con lo sguardo la neonata nuda. Accanto a loro un gatto. Protagonisti sono la prima moglie Louie, la loro figlia Ellen e il micio Brutus. Fu proprio grazie a quello scatto che il grande Edward Steichen riconobbe il talento dell’allora 27enne divenendone in seguito mentore e amico di famiglia. Così, nell’immagine che ritrae il pittore e fotografo lussemburghese, naturalizzato statunitense, con la figlia di Erwitt.

 

C’è anche la tenerezza di una coppia di giovani innamorati che balla stretta stretta nella cucina di una casa a Valencia nel 1952: lo scatto, rubato dalla stanza accanto, riprende Robert Frank - il grande fotografo svizzero, mancato il settembre scorso, che cambiò il modo di pensare al reportage - e la moglie Mary.

 

Che dire dell’ironica immagine, altra icona di Erwitt, i cui personaggi sono l’alano Felix, la modella Gladys e il chihuahua Rover, abbigliato con cappottino e berretto per sopportare i geli invernali di New York? La genialità sta nell’aver posizionato la macchina all’altezza di Rover e aver ripreso la scena da quella angolazione, esaltando così il contrasto di scala dei soggetti.

 

Esposti anche istanti di vita dei potenti della terra, istantanee che rivelano il rapporto tra le persone e gli animali a loro cari, scatti di matrimoni nudisti, famiglie allargate o molto singolari, di bimbi…

L’esposizione è promossa dal Comune di Milano e da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE.

 

“Elliott Erwitt. Family”

MUDEC – Museo delle Culture di Milano - Via Tortona, 56 - Milano

16  Ottobre  2019– 15 marzo 2020

Orari: Lun 14.30 -19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 - 19.30 | Gio, Sab 9.30-22.30

Ingressi: Intero € 10 | Ridotto € 8

Infoline: 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)

Catalogo: 24ORE Cultura

www.mudec.it

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