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Culture
Ernest Hemingway, 58 anni dalla morte.Quella volta in cui incontrai il Maestro

A 58 anni dalla sua morte,l'America Culturale si ricorda di Ernest Hemingway con una serie di discorsi dalla California a New York. Permettetemi di includere modestamente il ricordo del mio primo incontro con il Maestro,che dell'Italia aveva lui stesso "memorabili" ricordi.

Un autista mi porto' dinnanzi alla casa del"gringo",come disse con un sorriso. Una casa d legno di colore giallo di stile franco-spagnolo.Circondata da alberi pieni di pappagalli esotici. Era tornato a Key West,in Florida,prima di trascorrere l'inverno a Ketchum,nell'Idaho.

Con ansia,bussai. "El senor Ernie no es aqui",disse una donna anziana,con un accento cubano, prima ancora che potessi parlare. Cercai di spiegarle che ero un giornalista italiano e volevo soltanto salutare il Maestro. Mentre le parlavo una voce la chiamo',Lei mi chiese di attendere.

Torno' dopo un minuto,facendomi cenno di seguirla. Lui era seduto su una poltroncina di legno e paglia dura,che scricchiolava a ogni minimo movimento,la sua preferita,spiego' poi, Dapprima mi parlo' in un simpaticissimo miscuglio italospagnolo,piu' tardi scivolo nell'inglese, "Sei italiano",disse. "Entra,entra.E' un po' d tempo che non parlo con un italiano".

Ero proprio con Ernest Hemingway ,premio Nobel per la letteratura,premio Pulitzer,una collezione di tanti altri premi,piu' di quanti se ne possano ricordare. Appariva leggermente ingrassato rispetto alle immagini ufficiali, la barba bianca,corta,disordinata,la voce un po' greve, simile a quella di un fumatore accanito. Indossava un pigiama ed era scalzo.

A un certo punto gli dissi la verita'. Ero venuto a Key West per avere l'onore di conoscerlo ma,ecco,ero anche un cronista alle prime armi a cui sarebbe tanto piaciuto ascoltare le esperienze di un giornalista. Mi corressi subito:un giornalista diventato scrittore.Gli dissi che avevo letto e riletto "Addio alle armi", "Il vecchio e il mare", "Fiesta". "Con "Il vecchio e il mare" gadagnai bei dollari,soprattutto quando decisero di farci un flm.Non e' con la vendita dei libri che ;puoi fare soldi" tv,cinema.mercati esteri sono la fonte di guadagno".

Mi parlo' a lungo del diabete. "Con il diabete - disse -non posso bere,almeno cosi' mi ha detto il medico, Ma se mi togli il mio wiskey preferto,che cosa rimane dimmi tu...Sarebbe come togliere gli spaghetti agli italiani". Sorrise,sapendo di avere fatto un ottimo paragone. Poi cambio' argomento. "La tua voce - mi disse - mi riporta alla mente i tanti ricordi dell'Italia,una parte importante della mia vita.In Italia ho avuto giorni felici e giorni tristi. ma esattamente quello che occorre nella vita per poter dire di averla vissuta".

Cercai di mostrare la mia conoscenza della sua vita. "Ha avuto momenti molto duri dopo essere rimasto ferito, Maestro". "Oh,tutto dimenticato in fretta.Invece penso al lago,,a Stresa, sensazioni,luoghi che non dimentichero' mai e non solo perche' avevo una ventina di anni...". Cerco' di rievocare le sue giornate in quell'ospedale di Milano,dopo che venne ferito e della medaglia che aveva ottenuto."Io quella guerra volevo viverla da vicino.Conobbi gente in gamba e imparai ad amare l'Italia." Poi aggiunse con enfasi "Che bei momenti" in un italiano perfetto.

"Furono quei momenti che la spinsero a scrivre Addio alle armi. "Scrissi la prima bozza ma niente.E' sempre cosi',rileggi quello che hai scritto e pensi dovevo essere ubriaco". Rise. Azzardai un "Maestro,quando scrive i suoi libri beve?". Per un attimo credetti che non mi avrebbe risposto. Poi""Scrivi da ubriaco.correggi sobrio".

"Come passa il tempo a Key West?". "Qui mi piace,ho ancora amici che mi sfidano a scacchi... Ma senti:ti piace scrivere? Se non ti piace mettiti a vendere banane. Deve piacerti fino a farti sentire male.Pero' i libro ti mangiano il cervello un po' alla volta.Tu credi di avere una bomba in mano e l'editore che ti chiede tutt'altra cosa.Poi arriva l'assegno e pensi: sono l'inviato speciale del Signore ;per dire ai comuni mortali come e cosa e' la vita".Appesa al muro vidi una foto di William Faulkner. "Maestro - chiesi = che ricordi ha di Faulkner?Ebbe dei litigi con lui negli anni Venti,giusto? "Ah,Faulkner...Lui era convinto che le grandi emozioni venissero dalle grosse parole,,,".E si fermo'.

"Maestro,posso chiederle se sta scrivendo?". Con voce leggera dzze:"Uno che ha vissuto una vita scrivendo puoi scommettere che ha semre una idea in testa.Ma se il limone e' spremuto, quella restera; solo e sempre una idea". La governante,in tono devoto, gli ricordo'del pisolino pomeridiano raccomandato dal suo medico.

"Gia',ma non dormiamo abbastanza nella vita? Tutto quel tempo perso quando sappiamo che dormiremo perf sempre dopo...".

Fu come una ventata gelida nel caldo umido di Key West. Un anno dopo il Maestro si uccise con un colpo di fucile a Ketchum,nell'Idaho.

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