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Culture
Futuri Maestri crescono, con l’aiuto di Pennac, Murgia e Saviano

Futuri Maestri prende il via a Bologna domenica 26 marzo, con appuntamenti fino all’11 giugno: il programma

 

di Marta Visconti

 

Bologna la dotta, Bologna che, intorno a 5 parole chiave   ̶ amore, guerra, crisi, lavoro, migrazione    ̶, invita personaggi del calibro di Michela Murgia, Roberto Saviano o Daniel Pennac per un grandioso progetto artistico multidisciplinare intitolato Futuri Maestri e curato dal Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena, appena oltre il ponte dalla turrita città del tortellino. Grandioso perché coinvolge, in oltre 70 laboratori in una quarantina di scuole e istituzioni culturali, più di 1000 bambine, bambini e adolescenti, dai 3 ai 18 anni, che trovano ulteriore opportunità di crescita nella scrittura e messa in scena di un grande spettacolo teatrale, intitolato anch’esso Futuri Maestri, e che partecipano con una loro opera a una mostra per più forme di espressione artistica. Il tutto anticipato da 5 eventi speciali con grandi ospiti. Insomma una rassegna articolata che ci facciamo raccontare da Micaela Casalboni, condirettrice artistica della compagnia che ha ideato il tutto.

 

Partiamo dal titolo, Futuri Maestri, che idea di fondo c’è dietro?

 

C’è l’idea che bambini e ragazzi abbiano qualcosa da dire sul mondo e il tempo in cui viviamo, c’è l’idea che nessuno li ascolti (soprattutto noi adulti, ce lo dicono loro!) e soprattutto c’è l’idea che ciò che hanno da insegnarci non sia tanto nel futuro, quando saranno diventati grandi, ma esista adesso: quello che hanno da insegnarci è la loro straordinaria energia, la freschezza, una voglia di vita e di rivoluzione che non è detto che crescendo resti intatta.

 

Come avete identificato le 5 parole chiave del progetto: amore, guerra, crisi, lavoro, migrazione?

 

Siamo partiti dalle prime pagine dei giornali, dalle notizie più importanti in tv e in rete e ci siamo accorti che le si potevano sostanzialmente raggruppare sotto queste cinque categorie chiave. Ma siccome facciamo teatro, e siccome i ragazzi ti spiazzano sempre, abbiamo scoperto insieme a loro che “crisi” non è solo il default del 2008, ma anche la difficoltà di guardarsi allo specchio in età adolescenziale, e che “guerra” non è solo quella di Siria, ma anche quella che spesso i bambini vivono in famiglia. Insomma, sono parole del nostro presente, ma anche parole universali.

 

Ci racconti in sintesi il progetto e il suo senso?

 

Sostanzialmente abbiamo cinque eventi speciali con nomi prestigiosi, una mostra con opere di grandi artisti ispirate alle cinque parole chiave e uno spettacolo diversamente declinato in nove serate, preceduti da decine di laboratori per le più diverse forme d’arte: il tutto, tenendo assieme grandi temi e format “accattivanti”, facendo collaborare bambini e artisti di grande rilievo, operatori culturali e insegnanti. Da un lato ci interessava indagare il punto di vista dei più giovani, dall’altro ci interessano da sempre le “strategie” per avvicinare il pubblico alle arti e alla cultura. Per questo il progetto non consiste solo nello spettacolo – pur scritto e recitato da 1000 ragazzi insieme a 15 artisti del Teatro dell’Argine con l’intervento di 9 maestri del nostro tempo - ma in iniziative e attività che lo preparano coinvolgendo i più giovani attraverso il “fare”. Con i cinque eventi speciali si cominceranno ad aprire le porte di importanti istituzioni, come il Teatro “Arena del Sole”, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, il Teatro Comunale e la Mediateca, al pubblico di tutte le età, spettatori di lungo corso e persone che non ne hanno mai varcata la soglia.

 

È questo che intendete con teatro partecipato?

 

Il teatro può essere straordinario strumento per dar voce a temi e persone che voce non hanno, strumento di conoscenza attraverso il fare, strumento di condivisione e palestra di cittadinanza attiva. E questa è peculiarità dell’atto artistico. L’idea è che l’arte e la cultura siano di tutti, non solo degli artisti, bene comune per il benessere comune, e che proprio gli artisti possano fare molto per abbattere quei muri che tengono lontane le persone dai luoghi di cultura.

 

Torniamo agli eventi speciali: con che criteri, per quali caratteristiche avete scelto i vostri grandi ospiti?

 

Volevamo che i ragazzi avessero la possibilità di incontrare da vicino e confrontarsi con figure che spesso sembrano irraggiungibili e che invece hanno tanto da dire, oltre alla capacità di ascoltare. Tutti loro  ̶  Silvia Spadoni, Michela Murgia, Roberto Saviano, Daniel Pennac e Nicola Sani  ̶ tareranno i loro interventi su questa premessa: quella di avere di fronte un pubblico speciale, cui lasciare spazio, anche per chiedere e capire. Il primo nome che ci è venuto in mente è stato quello di Pennac: è un grande scrittore che è stato un “ragazzo difficile”, che solo grazie all’ascolto di uno speciale maestro è riuscito a trovare la propria via, nella scuola e fuori, e farsi, come dice lui, passeur, trasmettitore, quasi contrabbandiere, di gioia di vivere e di passione per la lettura.

 

Lo spettacolo teatrale, con oltre 1000 bambini e ragazzi coinvolti, è forse la punta di diamante del progetto…

 

Sicuramente è la più grande follia della nostra storia di compagnia teatrale. E di follie ne abbiamo fatte! Il 19 marzo si è tenuta la prima prova, e ci sarebbe da scriverci un libro: come si prova con 1000 attori? Quale camerino è grande abbastanza? Dove parcheggiano 2000 genitori? A parte queste iperboliche complessità, c’è una grande bellezza, per noi, nell’idea di uno spettacolo con 1000 bambini e ragazzi, 15 artisti e 9 ospiti dei più diversi ambiti. Quanto alla drammaturgia, è l’utopia del cambiamento il filo conduttore del copione di Futuri Maestri, copione tuttora in fase di scrittura, partecipata, con i nostri 1000. Siamo partiti da testi di autori della grande tradizione teatrale (Majakovskij, Brecht, Pasolini, Aristofane, Sofocle, Ariosto) per poi riscriverli con i ragazzi secondo una trama che è un viaggio in cui ogni tappa fa riferimento a una delle cinque parole chiave di cui sopra. Al culmine di questo viaggio, nello spettacolo, interverranno i “maestri del nostro tempo”, uno diverso per sera: 9 donne e uomini “comuni” che hanno deciso di dare un contributo forte ed esemplare al nostro presente nei più diversi ambiti, dalla medicina al giornalismo, dall’accoglienza ai migranti alla legalità. Tra loro, nomi noti come Loredana Lipperini, Francesco Piccolo e Simonetta Agnello Hornby, ma anche Giuseppe La Rosa, soccorritore navale della Guardia Costiera, o Yusra Mardini, nuotatrice siriana del Team Refugee. E poi l’esperta di Medio Oriente Paola Caridi, Alessandra Morelli dell’UNHCR, il cardiochirurgo infantile Alessandro Frigiola e Ignazio De Francisci, Procuratore generale di Bologna, uno dei membri giovani del pool di Falcone.

 

Cosa vi aspettate dall’interazione tra i maestri in erba e i maestri del nostro tempo?

 

Il teatro è il luogo dell’incontro, del confronto, dell’azione! I 9 ospiti regaleranno ai ragazzi un pezzo del loro mondo che possa ispirarli, divertirli, trasmettere conoscenza, coraggio, spinta all’azione. Dal canto loro, i ragazzi li accoglieranno in qualità di padroni di casa e protagonisti attivi: non resteranno passivamente in attesa, ma saranno portavoce e megafono di ciò che di utile, bello e sorprendente ascolteranno, qualcosa che non a caso sta all’interno dello spettacolo, come atto artistico, e non a seguire, come in un incontro frontale. Un esempio per tutti: Yusra Mardini è arrivata in Europa dalla Siria usando il suo talento di nuotatrice per portare in salvo una barca con venti persone che rischiavano la vita e poi ha sfilato con il Team Refugee alle Olimpiadi di Rio. E ha 18 anni, a proposito di Futuri Maestri!

 

A chiudere il quadro una mostra fuori dagli schemi. O sbaglio?

 

Proprio così. Abbiamo invitato artisti delle più diverse forme d’arte a confrontarsi ed esprimersi attraverso i loro linguaggi sulle cinque parole chiave del progetto. E hanno risposto in maniera straordinaria: la mostra ospiterà opere di fotografi pluripremiati come Massimo Sciacca, Ottavio Celestino, Loris Savino ed Eloisa D’Orsi; di Anarkikka, illustrautrice nota per le sue campagne sulle donne; dell’artista nigeriano, ora richiedente asilo in Italia, Uyiagha Uyosa Aghahowa; di Takoua Ben Mohamed, autrice della graphic novel Sotto il velo; di poeti straordinari anche per la loro concezione contemporanea della poesia come Paolo Agrati, Filippo Balestra, Francesca Gironi, Alfonso Maria Petrosino, Alessandra Racca; del grande giornalista e reporter Stefano Liberti; di Paolo Martino, autore del documentario Terra di Transito; e del fumettista Sergio Riccardi, autore di Cattive ragazze. 

Micaela Casalboni è attrice, insegnante, responsabile di progetti internazionali e interculturali e condirettrice artistica della Compagnia Teatro dell’Argine, che ha contribuito a fondare nel maggio 1994, e dell’ITC Teatro Comunale di San Lazzaro di Savena (BO), che la Compagnia gestisce dal 1998.

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