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Culture
Google digitalizza la moda: con "We are culture" 3mila anni di vestiti 2.0

A partire da oggi sulla piattaforma del Google Arts & Culture è online il nuovo progetto "We wear culture", 3000 anni di storia della moda e del costume riuniti nella più grande sfilata di stili diversi.

L’iniziativa è frutto di una collaborazione con oltre 180 istituzioni di fama mondiale. Tra i partner italiani ci sono il Museo Salvatore Ferragamo, la Fondazione Micol Fontana o ancora Palazzo Fortuny, Palazzo Mocenigo, Palazzo Madama, il Museo MAXXI, la Fondazione Gianfranco Ferrè e altri ancora.

"We wear culture” in numeri: 

  • Oltre 180 grandi istituzioni culturali e di moda provenienti da 42 paesi.

  • Oltre 400 mostre digitali e storie online per un totale di 30.000 foto, video e altri documenti.

  • 4 esperienze di realtà virtuale relative ai pezzi iconici del mondo del fashion (in italia gli stilletto di marylin by salvatore ferragamo).

  • Oltre 700 immagini in altissima risoluzione, in formato "gigapixel".

  • Oltre 40 sedi museali che offrono accesso al dietro le quinte attraverso Google Street View.

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We wear culture: scoprite perché indossiamo quel che indossiamo su Google Arts & Culture



"Indossate dei jeans oggi? Nel vostro guardaroba avete un cravatta floreale o un abito nero? Ricordate quelle scarpe con la zeppa anni '90? Tutti questi capi di abbigliamento hanno una cosa in comune: raccontano una storia, che talvolta attraversa centinaia di anni - si racconta sul blog ufficiale di Google -. Oggi siamo felici di presentarvi "We wear culture", un nuovo progetto su Google Arts & Culture che vi porterà a scoprire le storie dei vestiti che indossate.



https://www.youtube.com/watch?v=4U3yESDITwM
 

Più di 180 istituzioni culturali e della moda, scuole, archivi e altre organizzazioni provenienti da ogni parte del mondo, da New York a Londra, da Parigi a Tokyo, da San Paolo a Firenze e altre città, si sono riuniti per rendere tre millenni di moda a portata di mano su Google Arts & Culture. Da oggi è possibile navigare tra 30.000 oggetti e capi d’abbigliamento, passare in rassegna i cappelli per colore o le scarpe in base al periodo storico.
 
Immergetevi tra le 450 mostre digitali disponibili, dall’antica Via della Seta allo  stile feroce del movimento punk britannico, seguite l’evoluzione del denim dagli indumenti dei minatori  fino all’ high street e all’alta moda, o scoprite come la diva brasiliana Carmen Miranda ha creato le famose scarpe con la zeppa negli anni '30. E se vi stavate chiedendo dove è nata la moda delle cravatte floreali... in un negozio di Londra al 5 di Carnaby Street.
 
Potete incontrare icone e trendsetter fra cui Coco Chanel, Cristóbal Balenciaga, Yves Saint Laurent o Vivienne Westwood. Le storie di quattro capi iconici che hanno cambiato la storia della moda tornano in vita attraverso video in VR (realtà virtuale) disponibili su YouTube o accessibili con un visore per la realtà virtuale:
 
- L’abito nero di Chanel da Parigi, in Francia (Musée des Arts Décoratifs 1925), che  ha cambiato radicalmente il codice di abbigliamento dell'indumento nero, rendendolo un pezzo esclusivo nell'armadio di ogni donna. (che ha reso accettabile per le donne indossare il nero in ogni occasione)
 
- Gli stiletto di Marilyn Monroe di Salvatore Ferragamo da Firenze, in Italia (1950-60), i tacchi a spillo rosso scarlatto che sono divenuti espressione di legittimazione, successo e sensualità per le donne.  
Maglia e gonna Comme des Garçons da Kyoto, in Giappone (1983), con cui Rei Kawakubo ha portato l'estetica e l'artigianato del design giapponese sul palcoscenico mondiale attraverso modelli radicali.
 
- Il corsetto di Vivienne Westwood da Londra, nel Regno Unito (1990), che celebra l'interpretazione unica della stilista di uno degli abiti più controversi della storia.
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