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Culture
Hannah: Charlotte Rampling nell’ultimo film italiano in gara a Venezia 74

di Andrea Cianferoni

La strana coppia. Charlotte Rampling e Andrea Pallaoro. La prima è una star internazionale, icone del cinema mondiale; il secondo un giovane regista, per lo più sconosciuto in Italia. La carriera di quest’ultimo, infatti, che oggi al Lido (c’era già stato nel 2013 nella sezione Orizzonti con Medeas) presenta in concorso Hannah, l’ultimo dei 4 film italiani in lizza per il Leone d’Oro, si è sviluppata principalmente negli Stati Uniti, paese nel quale si è trasferito per studiare cinema partendo dalla natio Trento. Andrea Pallaoro, in conferenza stampa al Lido, racconta come si sviluppa il personaggio femminile di Charlotte Rampling, che nel suo film racconta in modo molto intimo e intenso il dramma di una donna disperata che non riesce ad accettare la realtà, essendo rimasta sola e dovendo affrontare le conseguenze dell'arresto del marito, interpretato da André Wilms. Nella parole di Andrea Pallaoro “Hannah esplora il tormento interiore di una donna intrappolata dalle proprie scelte di vita, paralizzata da insicurezze e dipendenze, dal suo stesso senso di lealtà e devozione. La disperazione di Hannah mi tocca profondamente, forse perchè sono consapevole di quanto il mondo possa essere spietato nei suoi confronti, o forse perché in lei riconosco alcune parti di me stesso. Con questo film ho voluto sentirmi vicino a lei, tenerle la mano, incoraggiala, rassicurarla. Soprattutto ho voluto che il mondo la vedesse, percepisse il suo dolore e che assistesse al suo sforzo di ridefinirsi e riconoscersi, da sola, prima di scomparire. Alle prese con le conseguenze dell’arresto del marito,  Hannah – donna in là con gli anni che sembra non riuscire ad accettare la realtà che la circonda – rimane sola, e la sua esistenza viene messa a dura prova con delle difficoltà personali a livello esistenziale. “Il film è stato espressamente scritto pensando a Charlotte Rampling – dichiara Pallaoro - e quando lei ha accettato, è stata una felicità unica. "Credo sia un ruolo magnifico, che riflette molto bene lo stato d’animo di una donna - dice l’attrice britannica - in certe circostanze ti senti in colpa, umiliata, arrabbiata, rinchiusa in una solitudine estrema causata dall’abbandono delle persone, anche Hannah sa che se riesce a superare questo momento può rinascere in qualche modo". Già acquistato per l’Italia dalla casa di distribuzione I Wonder Pictures, Hannah inizialmente doveva intitolarsi 'The Whale', 'la balena', in riferimento ad una situazione del film in cui la protagonista raggiunge la spiaggia per vedere questa enorme carcassa spiaggiata: "Mi piaceva tantissimo come titolo, ma mi sono accorto che poteva suggerire una chiave di lettura troppo intellettuale. Volevo invece che lo spettatore entrasse sin dall’inizio in modo più sensoriale nel film che, tra l’altro, è il primo di una trilogia incentrata su tre personaggi femminili differenti", spiega ancora Pallaoro, che svela: "Il secondo film sarà ambientato negli Stati Uniti e si chiamerà 'Monica'. Racconta la storia di una donna transessuale che torna dopo 35 anni a casa, per ritrovare la madre che all’epoca l’aveva cacciata di casa, ora in fin di vita".

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