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Culture
La casa sulla scogliera , un romanzo di Emma Rous. RECENSIONE

Summerbourne è una deliziosa villetta circondata da un ampio giardino di fronte al mare, a pochi passi da un’alta scogliera: un luogo di solitudine e intimità, dove i dolci ricordi di famiglia si fondono con misteri irrisolti, voci di rapimenti, superstizioni, enigmi. In una terra di mezzo tra la leggenda e la verità, tra la fantasia popolare e una realtà accuratamente occultata, si sviluppa la storia raccontata da Emma Rous ne “La casa sulla scogliera”, in Italia uscito pochi mesi fa in libreria edito da Sperling & Kupfer.

Due sono le voci narranti che si alternano fino all’inatteso epilogo: da una parte quella di Seraphine Mayes, una venticinquenne cresciuta con due fratelli, una nonna e un padre scomparso di recente a causa di uno strano incidente. Su di lei pesa come un macigno la presenza-assenza della madre Ruth, precipitata da quella stessa scogliera che da secoli custodisce i segreti di Summerbourne. Un suicidio, il suo, su cui è sempre stato mantenuto il massimo riserbo; tuttavia, per Seraphine ora qualcosa è cambiato e l’esigenza di sapere che cosa sia davvero accaduto quel giorno è diventata impellente. Inizia così una ricerca che la condurrà a scoprire molto più di quanto avrebbe mai immaginato, mettendo in discussione persino la sua stessa identità e quella del fratello gemello Danny. Parallelamente si sviluppa la storia di Laura Silveira, con un distacco temporale di ventisei anni. Se oggi Laura è una donna infelice piena di rimorsi, in passato era un’adolescente che in Summerbourne e nei Mayes aveva trovato una vera famiglia. Eppure, neanche la sua vita è scorsa senza intoppi: gravi accadimenti si sono verificati, verità inconfessabili sono state sepolte nel suo cuore infranto e, quando finalmente la sua strada si intreccerà con quella di Seraphine, soltanto Laura sarà in grado di dipanare le fitte nebbie del mistero, poiché lei sola, tra coloro che sono ancora al mondo, è a conoscenza di tutto quanto accaduto venticinque anni prima.

Definito dal Booklist un romanzo “delizioso e affascinante, drammatico e inaspettato”, il libro di Emma Rous è “un esordio promettente” che si avvicina al genere thriller, sebbene non ne faccia del tutto parte, preferendo mantenere lo stile su toni delicati e riflessivi. Il tratteggio dei personaggi è curato tanto quanto i luoghi, che qui diventano essi stessi in qualche modo protagonisti. La casa sulla scogliera, con i suoi motivi ornamentali e le finestre rivolte al mare aperto, i tetti a punta, la dependance e la stanza dei giochi, ci viene raccontata al pari di un essere vivente. Costruita dalle mani del primo Mayes che acquistò il terreno, anno dopo anno è diventata teatro di gioie e dolori, inspiegabili scomparse, amori non corrisposti, ma soprattutto un’inquietante maledizione legata alla nascita dei gemelli.

Con lo scorrere delle pagine la casa di Summerbourne acquista quindi una sua personalità ben definita, tanto da sovrastare persino la volontà dei personaggi e restare impressa nel lettore forse anche più di Seraphine e Laura, o dei fratelli Danny ed Edwin, o ancora della sfortunata Ruth, la cui morte terribile aleggia costantemente nell’aria. Fu lei a gettarsi nel vuoto il giorno in cui partorì per la seconda volta? E perché? O forse qualcuno causò, volontariamente o meno, il suo gesto? Una prolungata suspense spinge a continuare la lettura velocemente fino in fondo, nella speranza che tutti i dubbi verranno infine dissipati. Ma sarà davvero così? Lo scoprirete solo immergendovi nelle atmosfere de “La casa sulla scogliera”.    

Per maggiori informazioni: www.sperling.it.      

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