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Culture
I Marmi Torlonia, in mostra a Roma grandi capolavori dell’arte antica

"Si esce storditi da tanta bellezza. Sento parlare di questa collezione da sempre. Erano 70 anni che il pubblico non poteva vederla". Sono queste le parole del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, dopo aver visitato privatamente, prima della conferenza stampa ufficiale alla Galleria Corsini in via della Lungara a Roma, la più importante collezione di marmi al mondo in mani private, quelle degli eredi del Principe Alessandro Torlonia recentemente scomparso. Alla presenza del nipote del Principe, Alessandro Poma Murialdo, presidente della Fondazione Torlonia, del vicesindaco di Roma Capitale Luca Bergamo, Jean-Christophe Babin, Ceo Bvlgari, e dello storico dell’arte professor Salvatore Settis è stata presentata alla stampa quella che può essere già definita una delle mostre più richieste dai più importanti musei al mondo. La mostra si chiama “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” e si svolgerà ai Musei Capitolini, i più antichi del mondo, dal 25 marzo 2020 al 10 gennaio 2021 a Roma, nella nuova sede espositiva a Palazzo Caffarelli. La mostra esporrà 96 statue, solo una piccola parte della Collezione Torlonia, che comprende 620 opere raccolte tra il XV al XIX secolo, anche se molta significativa, su un progetto espositivo ideato da Salvatore Settis e realizzato con l’importante contributo di Bulgari. La mostra romana segna la prima tappa concreta dell'accordo siglato tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Fondazione Torlonia che dopo un tour nel mondo porterà alla realizzazione di un museo permanente per la Collezione a Roma. In conferenza stampa il ministro Franceschini ha sottolineato che le richieste internazionali per avere la Mostra sono tantissime, ma purtroppo non sarà possibile accontentare tutti. Il progetto della Mostra, e di una esposizione al pubblico in forma permanente, nacque molti anni fa in un colloquio del professor Settis con il principe Alessandro Torlonia e il ministro Franceschini. Vincendo ogni scetticismo, sottolinea Franceschini, la sfida è stata vinta. Il Ministro ed il suo staff, insieme al Comune di Roma e alla Famiglia Torlonia, sono già al lavoro per trovare una sede prestigiosa per ospitare la collezione a Roma.  Per Alessandro Poma Murialdo, nipote del Principe Torlonia e presidente della Fondazione Torlonia, la collaborazione tra istituzioni private, pubbliche e famiglia Torlonia darà alla collezione il respiro internazionale che merita. La Collezione Torlonia, l’ultima della grandi collezioni principesche romane, nata a metà del 1800, può essere considerata addirittura più importante dopo il tesoro di Tutankhamon, confessa Jean-Christophe Babin, ceo di Bvlgari, che sostenuto il progetto della mostra con un importante contributo. Grazie all’allestimento della mostra, curata dall'archistar britannica David Chipperfield,  sarà come entrare in una stanza del vecchio Museo Torlonia - prosegue Settis – per ripercorrere la storia della collezione e del collezionismo in Italia, dal 1880 fino al '400", tra busti e sarcofagi che raccontano di luoghi e momenti storici come Villa Albani o la collezione Giustiniani. L'ultima delle cinque sezioni si ricongiungerà all'Esedra dei bronzi e del Marco Aurelio dei Musei Capitolini, sottolineando il nesso fra gli inizi del collezionismo privato di antichità e la donazione al Comune da parte di Sisto IV nel 1471.

LA STORIA DI PALAZZO CAFFARELLI SEDE DELLA MOSTRA

Gli ambienti che si sviluppano a destra dello scalone di ingresso al palazzo Caffarelli, come il restante edificio nobiliare, furono ceduti alla meta del XIX secolo dagli eredi di Baldassarre Caffarelli alla reale corte di Prussia, che già da anni aveva li la sede dalla propria ambasciata presso la Santa Sede. Dopo l’atto di vendita del 1853, proprio in questi ambienti, fu realizzata la prima chiesa evangelica protestante con annessa sacrestia, che vi ebbe sede fino alla fine del Prima Guerra Mondiale, quando tutto il palazzo fu espropriato dallo Stato e ceduto in seguito al Comune di Roma. Rientrato nel programma di demolizioni di tutti gli edifici presenti sul colle ed intorno ad esso, per realizzare un grande parco pubblico finalizzato alla valorizzazione dei resti del tempio di Giove Capitolino esistenti all’interno del giardino, il palazzo fu in parte demolito. Solo dopo gli scavi di Roberto Paribeni del 1919 – 1920, che non diede i risultati sperati, si recuperò l’edificio e soprattutto gli ambienti del piano terra, dove nel 1925 fu inaugurato il “Museo Nuovo di Scultura Antica” contiguo al museo del palazzo dei conservatori. Tale istituzione continuò a esistere, cambiando nome in “Museo Nuovo” dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fino al 1965, quando, per problemi legati a problemi di manutenzione, venne chiuso al pubblico. Solo nel 1999-2000, nell’ambito delle attività connesse alla grande ristrutturazione dei Musei Capitolini, iniziarono i lavori di recupero dell’edificio, che portarono alla scoperta di ampi tratti delle fondazioni arcaiche del Tempio di Giove, molti dei quali sconosciuti fino a quel momento. Ulteriori scavi sono stati eseguiti nella campagna archeologica del 2002, ma quando nel 2005 è stata inaugurata la nuova ala dei Musei Capitolini, denominata Esedra del Marco Aurelio, questa parte dell’edificio, insieme al giardino, è rimasta chiusa. La Mostra “The Torlonia Marbles.” segna la riapertura al pubblico di questi ambienti del palazzo.

IL GRUPPO BULGARI

Oggi parte del gruppo LVMH, Bvlgari è stata fondata nel 1884 dall’argentiere greco Sotirio Bulgari. In pochi decenni il marchio si è affermato come simbolo dell’eccellenza italiana, caratterizzato da un stile altamente distintivo, frutto di una equilibrata combinazione di classico e modernità. L’azienda ha acquisito una definitiva visibilità internazionale all’epoca della Dolce Vita, quando il negozio Bvlgari in via Condotti è diventato il luogo di incontro prediletto da una elite cosmopolita di artisti, attori e protagonisti del jet set. Il successo e lo spirito pioneristico della famiglia Bulgari hanno portato l’azienda a evolversi, fino a conseguire l’attuale dimensione di protagonista globale e diversificato nel mercato del lusso, con oltre 300 negozi in tutto il mondo e un portafoglio prodotti che spazia da gioielli e orologi ad accessori e profumi. Dal 2004 ad oggi, la maison ha inoltre inaugurato 6 hotel a cinque stelle lusso a marchio Bvlgari nelle maggiori capitali internazionali. Nel 2017 Bvlgari ha aperto a Valenza (AL) la più grande manifattura di gioielli in Europa che sia è affiancata ai siti produttivi già presenti a Roma, Firenze, e Neuchatel in Svizzera. L’azienda promuove numerosi progetti di mecenatismo culturale in Italia e nel mondo. Dal 2009 è a fianco di Save the Children supportando l’organizzazione per la difesa dell’infanzia.

IL LEGAME DI BULGARI CON L’ARTE

Da molti anni Bvlgari collabora alla salvaguarda del patrimonio artistico e culturale italiano con molteplici iniziative di mecenatismo. Nel 2006 l’azienda ha aderito al progetto “Restaura-azione” lanciato da Fondaco finanziando il restauro della cinquecentesca scala d’Oro di Palazzo Ducale a Venezia.  Il legame di Bvlgari con l’arte è naturalmente inscindibile da Roma, la città nella quale è stata fondata la maison nel 1884: in quell’anno, Sotirio Bulgari aprì il primo negozio in via Sistina, sulla sommità della Scalinata di Trinità dei Monti, seguito nel 1894 da un altro in via Condotti – strada situata proprio di fronte la scalinata – al civico 28, seguito dal negozio storico in via Condotti 10 nel quale a partire dagli anni Venti si concentrarono tutte le attività. La scalinata di Trinità dei Monti per un lungo tempo ha quindi collegato i tre punti vendita Bvlgari, situati proprio in una delle zone più amate dai romani e dai turisti per le passeggiate in centro. Nel 2014, in occasione delle celebrazioni per i 130 anniversario della fondazione, Bvlgari ha deciso quindi di adottare il monumento come tributo simbolico a una città che ha contribuito in modo determinante al successo della maison. Le operazioni di restauro, completate nel 2016, sono state finanziate da un contribuito di 1,5 milioni di euro e sono state finalizzate alla pulitura, consolidamento e protezione di tutte le superfici, nonché a garantire la sicurezza di chi percorre il monumento con il recupero funzionale delle gradinate.

LA FONDAZIONE TORLONIA

La Fondazione Torlonia nasce nel 2014 per volere del Principe Alessandro Torlonia (1925-2017) con lo scopo di preservare e promuovere la Collezione Torlonia, un complesso di marmi antichi tra i più significativi al mondo e Villa Albani Torlonia, tra le più alte espressioni di architettura neoclassica. La Collezione Torlonia, cosi come mirabilmente descritta in testi e fototipie nel catalogo del 1881 di Pietro Ercole Visconti, è conosciuta come la più importante collezione e privata d’arte antica al mondo. La sua genesi si deve alla passione per il collezionismo di antichità di diverse generazioni della famiglia Torlonia, sfociata oggi nella Fondazione Torlonia. Il nucleo degli oltre seicento marmi è composto da sarcofagi, busti e statue greco romane, riunito nel corso del XIX secolo, frutto di una serie di acquisizioni delle maggiori collezioni patrizie romane, oltre che di scavi nelle terre di proprietà della famiglia. I Marmi Torlonia sono un insieme eccezionale di opere collezione di collezioni che, nelle diverse fasi della sua costituzione, scrive la storia stessa del collezionismo di antichità. Il Museo Torlonia fu emblema di uno spaccato storico di Roma dove si formò la pratica socio-culturale della raccolta di antichità in spazi privati.
Lo storico accordo formato nel 2016 tra Fondazione Torlonia e Ministero per i Beni e le Attività Culturali è un autentico esempio di collaborazione tra pubblico e privato nel segno della cultura. L’espressione delle 96 sculture è stato il primo e necessario passaggio del percorso di istituzionalizzazione della Collezione: la prima esposizione di una selezione rappresentativa di opere, la pubblicazione di un nuovo catalogo e la creazione di un nuovo Museo Torlonia aperto al pubblico. Le opere della Collezione Torlonia e Villa Albani Torlonia, sono state finora conservate con cura sotto l’egida della famiglia avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia. Un costante e scrupolosa opera di restauro che la Fondazione ha proseguito ottenendo importanti risultati: oltre all’ambizioso programma di conservazione, sempre in essere, ha portato a compimento il restauro, nel salone principale di Villa Albani, dell’affresco di Anton Raphael Mengs, il “Parnaso”, manifesto pittorico del nascente stile neoclassico, e l’opera di restauro, durata tre anni, delle oltre cento sculture della Kaffeehaus. Accanto a tali opere, particolarmente rilevanti per la collezione Torlonia, sono i restauri del bronzo “Il Germanico” e con il contributo della Maison Bvlgari, delle 96 sculture destinate al tour mondiale. La Collezione Torlonia sarà esposta in un tour mondiale a partire dalla mostra di Roma nel 2020, mentre sono stati promossi studi e ricerche sulle collezioni. La Fondazione valuterà, con la famiglia, il ministero ed eventuali terze parti, la collocazione ideale per l’esposizione stabile della collezione Torlonia in Italia con l’individuazione di una sede espositiva permanente per la creazione di un museo Torlonia, aperto al pubblico. Mentre le 90 sculture selezionate saranno impegnate nel tour mondiale, verranno portati avanti i restauri delle altre sculture della collezione per nuovi progetti di mostre. Nell’ambito di una visione che comprende l’antico passato ed il futuro, dove la dimensione artistica è una componente essenziale della nostra storia, la Fondazione Torlonia vede nell’interazione con internet e le nuove tecnologie una grande opportunità per diffondere la conoscenza dell’arte. L’obiettivo è avvicinare le nuove generazioni alla dimensione artistica, attraverso la produzione di contenuti digitali, la pubblicazione e diffusione di studi e ricerche nell’ambito storico e artistico delle collezioni.

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