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Culture
"Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo", di Gabriele Nissim

di Alessandra Peluso

 

Accostarsi alla lettura di alcuni libri ha un non so che di miracoloso, proprio come accade con “Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo” (UTET), di Gabriele Nissim.

È un manuale del vivere bene, è un saggio, è memoria di chi siano stati i giusti e l’importanza di questi nell’oggi. Gabriele Nissim, infatti, ha promosso a Milano la costruzione del “Giardino dei giusti” di tutto il mondo e ha portato alla proclamazione della Giornata europea dei Giusti il 6 marzo, istituita dal Parlamento europeo nel 2012 e approvata dalla legge in Italia nel dicembre 2017.

Ne “Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo” si dibattono questioni delicate e quantomai importanti come la gratitudine, il bene politico, il bene morale, il senso dell’Umanità. Mentre, si scoprono, leggendo, eroi come Giorgio Perlasca, Etty Hillesum, e altri. Emerge la necessità del dialogo; pertanto, non si può non parlare di Socrate: «L’arte del dialogo e della persuasione può avere effetti insperati. Per questo Socrate non si stancava mai di dialogare con gli altri per spingerli a indagare la propria interiorità al fine di capire come agire. Aveva fiducia nell’uomo» (p. 69). Fiducia che aveva anche Marco Aurelio perché “fare del bene è insito nella natura umana, alla stregua di una vite che genera un grappolo, di un cavallo che corre, di un cane che caccia, di un’ape che produce il miele” (p. 35). Sebbene sapeva che molti per aver fatto del bene, cercano un vanto.

Si tratta di un libro dove le parole seguono la corrente virtuosa, dal momento che l’autore Gabriele Nissim è convinto che l’esercizio del pensiero, della capacità critica, dell’empatia siano condizioni necessarie e sufficienti non soltanto per dirci umani, ma per restarlo nei momenti più difficili. E poi, si trovano esempi nobili di uomini di ieri e di oggi ricordati nel “Giardino dei Giusti” che giovano alle menti e aprono i cuori dei più.

Il bene possibile. Essere giusti nel proprio tempo” (UTET), di Gabriele Nissim è anche un romanzo raccontato egregiamente e con armoniosa attenzione.

Si vive il bene, la generosità, la gratitudine in questo libro e la gioia di riconoscerli e condividerli come l’amore di Etty Hillesum nei confronti dei suoi persecutori, non li odia e, per l’appunto, nel suo diario si legge: «Per resistere al nazismo e non venire inghiottiti bisogna preservare la propria umanità e non replicare il comportamento dei nazisti»; questa testimonianza come altre aiutano nell’odierno ad abbattere toni aggressivi, ad eliminare un linguaggio violento che spesso emerge anche nei social. E ancora: «meglio soffrire la più terribile delle ingiustizie, piuttosto che farsi condizionare dal male che cresce nella società» (p. 105).

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