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Culture
Il caso Spotlight, un prete confessa: "Avevo la nausea durante il film"

"Il caso Spotlight" di Tom McCarty ha vinto l'Oscar come miglior film alla 88esima edizione degli Academy Awards. Racconta l'inchiesta svolta da un gruppo di giornalisti del Boston Globe, che ha portato alla luce un vasto scandalo di pedofilia nella Chiesa. E ora questa pellicola sta scuotendo la comunità cattolica mondiale: molti sacerdoti e molti fedeli condannano gli abusi coperti dall'istituzione ecclesiastica. "Un film choccante, ma necessario", dicono.

E così padre Amar, sacerdote della diocesi di Versailles, ha confessato: "Sono andato a vedere questo film con l'abito sacerdotale. Ma non mi sentivo affatto a mio agio. Durante il film avevo la nausea perché la Chiesa è la mia famiglia. Ho pianto alla fine, ma la mia sofferenza non è nulla rispetto a quella delle vittime di pedofilia. Sono fatti abominevoli, una vergogna immane per la Chiesa", ha detto il prete a una radio locale francese.

Per l'Osservatore Romano non è un film anticattolico -  "Non è un film anticattolico". Così l'Osservatore Romano ha commentato, a firma di Lucetta Scaraffia e con richiamo in prima pagina, l'Oscar assegnato al "Caso Spotlight" sullo scandalo dei preti pedofili scoperchiato nel 2001 dal Boston Globe. "Spotlight, che ha vinto l'Oscar, ha una trama avvincente. E non è un film anticattolico, come anche è stato scritto, perché riesce a dare voce allo sgomento e al dolore profondo dei fedeli davanti alla scoperta di queste orribili realtà. Certo, nel racconto non viene dato spazio alla lotta lunga e tenace che Joseph Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e come Papa, ha intrapreso contro la pedofilia nella Chiesa. Ma in un film non si può dire tutto, e le difficoltà che ha incontrato Ratzinger non fanno che confermare la tesi del film, e cioè che troppo spesso l'istituzione ecclesiastica non ha saputo reagire con la necessaria determinazione di fronte a questi crimini", scrive la storica sul quotidiano della Santa Sede. "Certo, e lo sappiamo tutti, i bambini sono esseri indifesi, e quindi vittime privilegiate di abusi anche nelle famiglie, nei circoli sportivi, nelle scuole laiche. Gli orchi non portano esclusivamente la veste talare. La pedofilia non deriva necessariamente dal voto di castità. Ma ormai è chiaro che nella Chiesa troppi si sono più preoccupati dell'immagine dell'istituzione che non della gravità dell'atto". Per Scaraffia, "il fatto che dalla cerimonia degli Oscar sia venuto un appello a Papa Francesco perché combatta questo flagello deve essere visto come un segnale positivo: c'è ancora fiducia nell'istituzione, c'è fiducia in un Papa che sta continuando la pulizia iniziata dal suo predecessore già come cardinale. C'è ancora fiducia in una fede che ha al suo cuore la difesa delle vittime, la protezione degli innocenti".

 

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