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Culture
Il pianista Mario Mariani: “Vi presento il mio nuovo album”

Di Chiara Giacobelli

Pesaro – Mario Mariani è uno di quei pianisti che resta impresso: per la sua personalità, per l’aspetto fisico, per l’ardore con cui suona il pianoforte e anche per la tendenza ad andare  controcorrente, non volendosi uniformare a canoni prestabiliti, ma lasciando libera la fantasia di viaggiare per lidi inesplorati, originali, divertenti. Ed è proprio come la sintesi di tutto ciò che si presenta “The Soundtrack Variations”, il suo ultimo album appena uscito ma già ampiamente apprezzato dalla critica, dai media e dal pubblico. D’altra parte, nel suo curriculum c’erano già delle importanti collaborazione con la Mostra del Cinema di Pesaro e con la Mostra del Cinema di Venezia, cosicché l’amore per il cinema di fatto non lo ha mai abbandonato e ora, finalmente, trova ampio spazio in un prodotto innovativo, inatteso, diverso da tutto quanto siamo abituati ad ascoltare sul mercato.

Come è nata l’idea di realizzare questo cd e da quanto tempo ci stavi lavorando?

“L’idea di partenza che mi ha portato a “The Soundtrack Variations” è stata quella di voler unire le mie due carriere di compositore per il cinema da una parte e pianista/performer dall’altra, fino a poco tempo fa separate. Il progetto è nato durante una settimana di residenza artistica nel 2014 presso il Teatro di Cagli (PU) – uno tra i più bei teatri delle Marche – con la cui illuminata amministrazione ho spesso la fortuna di lavorare. Dopo aver suonato numerose volte questi brani dal vivo, ho sentito che era il momento di entrare in sala d’incisione per “fissarli”… ed eccoli qua!”

Scegli tre pezzi che per te hanno un significato particolare.

“È difficile, visto che ogni brano è stato scelto per un motivo particolare, di natura affettiva o per la possibilità intrinseca di trasformare la musica originale. Comunque sceglierei le “Goldrake Variations”, dal celeberrimo tema di Ufo Robot qui oggetto di numerose variazioni, dalla bachiana alla contemporanea (si tratta anche del primo videoclip uscito online pochi giorni fa); “Beetlejuice” di Danny Elfman, dove credo di aver raggiunto un interessante uso delle tecniche estese al pianoforte, molte delle quali di mia invenzione; per finire la “Jazz Suite no. 2” che Stanley Kubrick ha utilizzato come tema principale in Eyes Wide Shut. A questo brano sono molto legato perché l’ho ascoltato per la prima volta alla première del film al Festival di Venezia, proprio nell’anno in cui la sigla della mostra era firmata da me. Quindi una doppia emozione”.

Mario Mariani The Soundtrack
 

Qual è il pubblico a cui ti rivolgi?

“Molto ampio, sia per fascia d’età che per formazione culturale, ma soprattutto mi rivolgo a chi ama la musica ed è pronto a sorprendersi. Il mio modo particolare di approcciarmi al pianoforte incuriosce, cosicché al termine di ogni concerto numerosi spettatori salgono sul palco a vedere l’interno del mio piano con tutti gli strumenti utilizzati e si meravigliano nel vedere come oggetti di uso comune quali frullini, biglie, catene possano produrre tali sonorità”.

Dove è possibile trovare il tuo album e quali sono gli eventi in calendario o i progetti da realizzare a breve?

“Al momento è disponibile in digitale su tutte le principali piattaforme (Amazon, iTunes, Spotify), oltre ad Halidon che ne è il distributore, ma a breve uscirà anche come cd vero e proprio. Terrò un tour di presentazione con showcase nelle principali città, farò vari concerti estivi e una tourneé in Costa Rica tra luglio e agosto.

Il pianoforte è uno strumento dalla lunga storia: che cosa deve caratterizzare secondo te un pianista nell’era moderna?

“Un pianista oggi si confronta con almeno due secoli di storia che ha prodotto immensi repertori, centinaia di musicisti di eccezionale livello e stili alquanto diversi tra loro. Pertanto ognuno deve, a mio avviso, ricercare la propria “equazione personale pianistica”, costruendo un programma o un progetto in armonia con le proprie possibilità e farlo suo. Nel mio caso vorrei raggiungere una sintesi tra il mio approccio multi(in)disciplinare – come lo chiamo con una certa autoironia – e le già citate tecniche estese, non dimenticando ciò che intendo esprimere e per chi”. 

Come è cambiato il concetto di composizione nei secoli, specialmente dopo la comparsa della nuova tecnologia?

“Le nuove (e ormai “vecchie”) tecnologie hanno sicuramente portato una rivoluzione, tutto sommato credo in bene. Ad esempio è possibile ottimizzare tempi ed energie in maniera impensabile rispetto a soli venti anni fa. La prossimità e facilità di certe pratiche, oltre ad una grande possibilità di scelta e quindi di stimoli, generano spesso però una impasse che si può risolvere attraverso una grande capacità di concentrazione unita a quella magia del trovare senza necessariamente cercare, definita serendipità.

Un compositore oggi è anche un produttore che deve occuparsi di ogni fase del lavoro, non ultimo quello manageriale, seppur supportato da figure specializzate. Per fortuna, pur in uno scenario a dir poco desolante, il risultato del miracolo musicale ripaga sempre degli enormi sforzi e sacrifici. Perciò... eccomi ancora qui!”

 

Info: www.mariomariani.com

 

 

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pianista mario marianimario mariani





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