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Culture
Il presente e le parole. Spunti di riflessione dalla A alla Z

La parola, espressione dello spirito, della mente, del corpo, rende umano l’uomo. Ha un potere salvifico, di cura, ma anche distruttivo, lega il presente al passato e si proietta nel futuro. In tale dimensione e con intenti di diffusione e radicamento di alcune parole nella società attuale, si pone il testo “Il presente e le parole. Spunti di riflessione dalla A alla Z”, curato da Eide Spedicato Iengo.

Si tratta di un sillabario scelto con autori quali Davide D’Alessandro, Domenica Calabrese, Laura Sansò, e molti altri, che connota il radicale cambiamento nell’organizzazione della coabitazione umana, la perdita dei confini, l’indebolimento delle strutture sociali che consentivano il pensiero, la progettazione, l’azione; alcuni lemmi esposti commentano - come scrive Iengo -  i processi che hanno modificato profondamente il rapporto di singoli e collettività con la realtà politica, sociale, economica, comunicativa. Un testo dunque, di approfondimento, frutto di interazioni appunto, destinato ad accrescere il corredo culturale di chiunque si accosterà a tale lavoro.

Il presente e le parole. Spunti di riflessione dalla A alla Zè parte della sezione “Sociologia” della casa editrice Franco Angeli; ma, in realtà le parole sono argomentate nella loro teoresi e pratica con problematicità mediante varie discipline quali filosofia, diritto, antropologia, teoria politica, una sorta di interdisciplinarietà che, seguendo linguaggi differenti, arricchisce il registro culturale fornendo una visione complessiva della vita. Sono presenti voci che riguardano la singolarità, il tempo, le emozioni, il sogno. Si trova la parola “Amore (in rete)”, curata da Davide D’Alessandro, il quale muove innanzitutto, dall’amore liquido di Bauman, dall’amore senza legami di Ulrich, con una disamina acuta sulla nostra epoca e le relazioni tascabili. D’Alessandro si chiede a tal punto, come si possa cambiare la propria vita, affrontando un altro lemma “Antropotecnica”, manifestando che, nella società preindustriale, l’identità non era in pericolo. Si costruiva fin dalla nascita e rimaneva immutabile, sedimentandosi nel ceto di appartenenza. La società moderna è invece, mobile, mutevole (p. 143). 

Parole critiche, parole che misurano il valore del tempo nella sua complessità, avvalorato dalle considerevoli riflessioni di Davide D’Alessandro, con lui la parola simboleggia le mutazioni ‘tecnocentriche’ dell’individuo e della società; e così, dall’amore si giunge al conflitto e alla parola “Guerra”. Segue Nando Cianci ad argomentare sul “Limite”, quale confine da difendere, e alle volte diventa persino un muro che impedisce di vedere cosa accade al di qua.

Come è evidente, il sillabario contiene termini conosciuti, spesso pronunciati, esperiti e sui quali il testo in questione offre ulteriori chiavi di lettura per aprire porte, creare ponti non per aumentare le distanze ma per diminuirle, secondo una dimensione spazio temporale intesa da Weber; mentre, simboleggiano separazione e unificazione, è la porta diviene essenziale in quanto limite al contempo, libertà di poterlo rimuovere, di potersi porre al di fuori di esso (A. De Simone).

Tuttavia, leggendo “Il presente e le parole. Spunti di riflessione dalla A alla Z”, vien da chiedersi, come in una realtà siffatta, la politica e il potere si pongano. Domande alle quali sono offerte adeguate risposte. Si incontrano ancora, le voci “Welfare” di Ezio Sciarra, “Xylella” di Massimo Palladini, “Inserzioni” o ancora, “Paternità al plurale” che coadiuvano un pensiero critico.

Tale scritto risulta nel complesso ben congegnato e munirà di una preziosa possibilità, quella di creare un legante tra le parole e i tempi: presente, passato, futuro, in modo da godere di una visione nell’intermezzo individuale, sociale, complessa della vita.

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