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Culture
Milano, in mostra l’ultimo Caravaggio: dialogo tra 3 città
Caravaggio, Martirio di sant'Orsola, 1610

di Simonetta M. Rodinò

 

Può esistere nel Seicento una storia dell’arte nell’Italia senza Caravaggio, nell’arco cronologico di un trentennio così legato all’eco delle sue recenti esperienze? E’ il quesito cui la mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri. Napoli, Genova e Milano a confronto | 1610-1640”  prova a rispondere.

 

La rassegna, allestita alle Gallerie d’Italia - Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, illustra in sette sezioni un secolo in cui gli sviluppi artistici sono documentati anche attraverso le collezioni dei due fratelli banchieri e mecenati Doria, Marcantonio e Giovan Carlo, figli del Serenissimo Agostino, Doge della Repubblica di Genova.

Tutto ruota intorno alla tela “Martirio di sant’Orsola”, unica opera esposta di Michelangelo Merisi e sua ultima, realizzata poco più di un mese prima della morte. Il quadro, commissionatogli dal principe Marcantonio Doria, si discosta dall’iconografia tradizionale di Sant’Orsola, generalmente ritratta con i simboli del martirio e in  compagnia di una o più vergini sue compagne: Caravaggio sceglie invece di raffigurare il momento stesso in cui la santa, avendo rifiutato di concedersi al tiranno Attila, viene da lui trafitta con una freccia, arricchendo l’atmosfera di alta drammaticità.

Da questo lavoro, che all’epoca fu accolto quasi con indifferenza, si snoda il percorso della mostra tra contrapposizioni, contaminazioni e dialoghi con altri protagonisti di quel periodo, tra cui Caracciolo, de Ribera, Procaccini, Strozzi, Rubens, Van Dyck…

 

Dalla prima scena-stanza dove sono messe a confronto le diverse interpretazioni di Caravaggio e Strozzi sullo stesso soggetto di Sant’Orsola, il primo affronta il dolore con l’assenza del colore, il secondo lo dipinge con un trionfo di cromie, si passa a esaminare la cultura caravaggesca nei luoghi dove l’artista nato a Milano nel 1571 soggiornò.  Napoli, Genova e il capoluogo lombardo.

 

Dei circa sessanta dipinti anticaravaggeschi, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed europee, valore e identità spesso non sono riconoscibili.

 

Interessante invece la monumentale tela, presentata dopo un lungo e articolato lavoro di restauro, “Ultima cena” di Procaccini: 40 metri quadrati di superficie che possono essere ammirati da vicino, prima di tornare nella propria collocazione originale, la Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato a Genova, a venti metri di altezza.

 

L’ultima sezione della mostra curata da Alessandro Morandotti, è dedicata all’epilogo: giungono a Genova da Palermo, intorno al 1640, tre tele dell’olandese Matthias Stom, abilissimo nel ritrarre scene notturne illuminate da torce e da candele: appese alle pareti di Palazzo Spinola scossero la città gli artisti come il quadro di Caravaggio non era riuscito trent’anni prima.

 

L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri. Napoli, Genova e Milano a confronto | 1610-1640”

Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6 -  Milano

30 novembre 2017 – 8 aprile 2018 

Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30 - giovedì 9.30-22.30 - lunedì chiuso

Ingressi: intero 10 euro, ridotto 8 euro

Catalogo: editore Skira

www.gallerieditalia.it

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Tags:
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