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Culture

di Alessandra Peluso

È in atto una rivoluzione culturale, queste le parole che riecheggiano durante il convegno “Kalòs. Arte e Scienza”, ideato e coordinato dalla scrittrice salentina Giovanna Politi, delle passate giornate del 19 e del 20 maggio 2017, presso “La Città di Lecce Hospital” di Lecce.

Giornate intense di riflessione sulla possibilità ed esigenza, oramai, di intrecciare la cultura umanistica e scientifica, fondamentale per arricchire una popolazione smarrita e alienata. Da qualche tempo l’humus coltivato in silenzio sembra dare i frutti come nei mesi di maggio e giugno: primavera ed estate foriere di frutti e di colori. Senza reticenze o perplessità, è davvero tantissimo l’impegno umano che dal Sud al Nord del paese Italia dimostra  la carenza o alle volte assenza dell’aspetto umano, dell’umanità nelle relazioni sociali. Gli italiani si trovano in un periodo profondamente critico, di smarrimento, forse alle volte non ne sono consapevoli, all’interno del quale vige un sistema prettamente consumistico e tecnicizzato che comporta un disfacimento dell’essere umano, della sua identità, dei valori che lo compongono e manca nella relazione la fiducia, e peraltro, una comunicazione corretta.

E mentre, si avvertono questi crolli di puzzle, di relazioni mancate come tra adolescenti, tra giovani, adulti, o anziani, ci sono anche avvisaglie e progetti concreti come “Kalos. Arte e Scienza” e “Je m’ame” creati purché si possa intraprendere la retta via, immettendosi in una carreggiata che non dovrà condurre all’autodistruzione. Non si dimentichi che si parlava di “relazioni alienate” con Georg Simmel nel 1890; ha scritto poi, nel 1900, l’opera la “Filosofia del denaro”. 

Ciò che è emerso nelle giornate del convegno e in precedenti analisi dettagliate, come sia necessario anche intervenire a sanare il rapporto medico-paziente. Qui infatti, appare tecnicizzata la figura del medico che non è, come in passato, un terapeuta, un conoscitore di corpi ed anime, ed oggi, è alle volte imbrigliato in un tempo che non possiede più e in tanta burocrazia. Non c’è il tempo, il nostro tempo. La medicina, da ricordare, nasce come arte e non come scienza.  

La cura, si evince durante le giornate del convegno, è un elemento imprescindibile. Prendersi cura e non unicamente curare. Il dialogo allora appare essenziale. L’ascolto, il silenzio, il confronto, costituiscono parti integranti per una relazione empatica e di fiducia.

E dunque, Arte e Scienza costituisce un rapporto millenario. Si può darne origine nel V sec. a. C. con la Sofistica, dove costituivano un tutt’uno in quanto teoria e pratica, arte e tecnica con in comune l’esperienza. La massima espressione di tale conciliazione la si ha in epoca rinascimentale con Leonardo Da Vinci. In età moderna, con il progresso e l’evolversi tecnologico le due Arti sono entrate in contrapposizione, l’individuo si è alienato, si è spersonalizzato, ha perduto la sua umanità. È questo bisogno di unificare, di conciliare parte dal basso, smuove le arterie, vibra, creando sinfonie uniche; mentre, spesso le persone attraverso parole alle volte egoiche, o peggio idiote dal greco “idios”, ossia che guardano solo a se stessi, perdono di mira l’obiettivo: il benessere comune, la pubblica felicità. 

La necessità di regalare bellezza attraverso l’arte, la poesia, ha visto la luce nelle due mattinate di maggio, 19 e 20 per la precisione, con la voglia di continuare a fare, a condividere, a infondere felicità e benessere anche in ambienti come gli ospedali. Ad esempio, il gruppo “Villa Maria- GVM Care & Research”, il dottor Giuseppe Straziota, amministratore delegato della “Città di Lecce Hospital”, si impegnano da tempo per introdurre l’arte nel settore sanitario; così come lo scienziato Carlo Ventura che, con gli studi sulle melodie cellulari, ha dimostrato come i suoni possano modificare la nostra biologia. E ancora, i medici leccesi Gianni Bredice, Antonio Montinaro che hanno introdotto - attraverso la loro professione - la cura, mediante l’apporto della musica. La meraviglia di scoprire realtà incantevoli a Lecce e soprattutto farle conoscere appare prioritario. La condivisione è la forza del singolo!

E così, si assiste ad una spasmodica voglia di umanizzare ogni apparato, ogni meandro necessario per guarire qualsiasi tipo di relazione professionale e non.  

Anche al Nord, sono molti i convegni organizzati per umanizzare la sanità, mediante la professionalità del filosofo. Rinchiuso nella modernità nelle strutture accademiche, oggi più che mai si invoca nella penisola italiana il bisogno della filosofia in ogni settore, sebbene non riconosciuta come professione. Ancora guardata con sospetto e irrisione. Grazie all’impegno di Nicoletta Poli, Presidente dell’Associazione Italiana Consulenza filosofica  (AICOFI), direttrice della Scuola Parresia di Bologna per Filosofi pratici e consulente filosofica, si lavora, affinché la filosofia non sia circoscritta allo studio di contenuti sapienziali, ma sia la dinamo che alimenta la vita di ciascuno. Accanto a Nicoletta Poli, Paolo Cicale (counselor filosofico), Luca Nave (docente di pratiche filosofiche), Umberto Galimberti (filosofo), e, inoltre, Neri Pollastri (filosofo, attore, regista teatrale). E danzando con sempre un libero pensiero critico, le idee viaggiano e a Sud, germogliano con Ada Fiore che della filosofia ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, credendo fermamente nel dialogo socratico, nella cooperazione di tutti, portando la filosofia dal macellaio, al panettiere, all’amministratore comunale e dando vita quest’anno ad una vera e propria “industria filosofica”.

Pertanto, filosofia e poesia, musica, danza, pittura, scultura sono sostenitrici di cultura umanistica che faranno risorgere o nascere a nuova vita il territorio nazionale, a braccetto con la cultura scientifica, perché come scrive Nuccio Ordine: «umanisti e scienziati dovrebbero combattere, a braccetto, la stessa battaglia: difendere la libertà della ricerca scientifica e la libertà della ricerca umanistica dalle pressioni dell’utilitarismo» (Etica. 9 Dialoghi controcorrente, Laterza). 

Perché una rivoluzione sia possibile ed un’umanizzazione dell’individuo nel rispetto dei diritti e dei doveri della persona attuabile, è auspicabile dire NO alla svendita di sé e della propria terra, anteporre gli aspetti umani a quelli economici cercando di equilibrare le due forze vettoriali statica e dinamica: profitto e persona.                              

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