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Culture
"Intervista a Machiavelli. Tra cultura, filosofia e politica"

di Alessandra Peluso

 

Quando Antonio De Simone ha dato vita con l’allievo Davide D’Alessandro, all’opera “Intervista a Machiavelli. Tra cultura, filosofia e politica” (Morlacchi Editore, 20173), non pensava di certo che un giorno avrebbe ricevuto un premio. È invece un riconoscimento di stima e di alto valore è giunto a De Simone e a D’Alessandro, all’attualità del pensiero filosofico-politico di Machiavelli, e al modo ironico e attuale di condurre un’intervista a Machiavelli, creata ad arte da Davide D’Alessandro, rapito dall’ineffabile grandezza machiavelliana.

Già esemplata dal filosofo urbinate De Simone prima in “Machiavelli. Il conflitto e il potere” (2013) e in “Dismisure. Abensour, Machiavelli e la contemporaneità” (2017), pubblicati da Mimesis, una lezione di storia, di filosofia, di politica, di vita alla quale si correla l’importanza indiscutibile dei classici: “un dialogo tra passato e presente come modalità dinamica necessaria per intravedere il futuro. I classici con il loro pensiero non solo decifrano le contraddizioni presenti nella realtà fattuale ma, e soprattutto, non si rivolgono alla superficialità, ma ci indirizzano a disvelarne la profondità”. E di tale profondità l’oggi ne ha il bisogno, sebbene i più non ne siano consapevoli. Conoscere il valore del tempo, orientare il pensiero, svegliare dal buio presente, agire sviluppando un sentire non comune e accelerando un metabolismo mentale bloccato nell’ovvio, questa la grandezza dei classici e Antonio De Simone lo scrive a chiare lettere, quasi fosse un monito. Leggere i classici, Machiavelli, significa comprendere la natura umana, la condizione contemporanea, mettere ordine per evitare di nascondersi dietro le tante maschere della menzogna.

Attraverso Machiavelli si apprende quella che per definizione è l’‘arte del conflitto’. Una rosa dei venti dalla quale partire per chi abbia voglia di accedere e comprendere la storia, la politica, il fascino del potere da Machiavelli a Canetti, altro volume scritto da Antonio De Simone, (Mimesis, 2014), per intraprendere il viaggio di una fenomenologia del potere e di un’ermeneutica critica del conflitto che si disvela, sembrerà un paradosso, approdando nel macchinoso personaggio machiavelliano, raccontato nell’“Intervista a Machiavelli”. “Sulfureo” come è l’essere umano, caratterizzato da avidità, desiderio, malignità, violento, una descrizione di verità fattuali, atte a fornire una visione chiara della politica e della vita. Di fatto, politica e vita sono nella forma e nella materia necessitate nella contingenza del vivente, qui risuonano anche le idee di Simmel e di Arendt, non si può misconoscere l’abile teoria politica che quest’ultima tratta, rifacendosi anche alla lezione del gigante classico: Machiavelli. Leggerlo, o rileggerlo comporta un’analisi completa sul “conflitto”, contraddizione antropologica e ontologica presente non fuori di noi, ma in noi, ir-risolvibile certamente, ma indispensabile a capirne il senso per educarsi a esso ed essere in grado di affrontarlo. L’equilibrio del conflitto, una soluzione ardua. È abbastanza evidente, tuttavia, quanto il libro “Intervista a Machiavelli” di Antonio De Simone e Davide D’Alessandro sia una finestra aperta al lettore per vedere con occhi diversi e critici il mondo e cercare di comprenderlo.

Una lezione filosofico-politica e pedagogica, quindi, educativa che potrebbe avvenire tra maestro e allievo, come sono anche gli autori: docente e studente, o padre e figlio, tremendamente vita, più che vita, da conoscerla per saperla affrontare in modo autonomo, libero e responsabile. E tra la fenomenologia dell’apparire, l’ontologia del limite, il manifestarsi della condizione umana, i due si ascoltano e dialogano, in un’ironia disarmante che trasuda nelle risposte del Machiavelli oltre a una storia ben raccontata, a verità svelate, e a un’insaziabile sete di verità che l’intervistatore manifesta accanto a domande chiavi. Lascia inoltre, emergere non solo la grandezza di Machiavelli, ma l’attenzione a rivolgere lo sguardo verso un futuro, una speranza, non si sa se utopica, come direbbe Bloch, ma semplicemente speranza, per far sì che possa sorgere una nuova politica umanista, una filosofia dell’uomo, dell’umano nella polis.

“Un’Europa fatta di popoli, non di banche”, concluderebbe Machiavelli. E lo si immagina, mentre pronuncia queste parole, tirare un respiro e inarcare le spalle, con lo sguardo obliquo che lo contraddistingue.           

 

L’insigne Premio Letterario Nazionale “U. Fraccacreta”, il 18°, sarà consegnato al meritevole saggio “Intervista a Machiavelli. Tra cultura, filosofia e politica”, agli autori, Antonio De Simone e Davide D’Alessandro, e il Premio Nazionale all’Editore “A. Minuziano”, offerto dal Centro Culturale Internazionale L. Einaudi, San Severo (Foggia). La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 9 novembre 2018, ore 10.30, presso il Teatro “P. Giannone”, via P.G. Frassati, 2, San Marco in Lamis (Foggia).         

                            

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intervista a machiavellipremio letterario nazionale





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