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Culture
Intesa Sanpaolo, le Gallerie d’Italia ospitano le tele di Mariani
Mariani, 2018, La forma celata, Acrilico e sabbia su lamina di piombo,cm. 120,5x90

“Frammenti da Bisanzio (atto terzo). In dialogo con icone russe”: dal 22 gennaio al 1° marzo 2020 la personale di Umberto Mariani, curata da Francesco Tedeschi, sarà ospitata alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Milano

Le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo ospiteranno, nella sede di piazza Scala, a partire dal 22 gennaio 2020 una esposizione personale di Umberto Mariani (Milano, 1936), che segue le recenti da lui realizzate a Ravenna (e Roma) nel 2018 e all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2019, tutte intitolate Frammenti da Bisanzio, nelle quali l’artista ha voluto rimarcare le relazioni della sua opera con la tradizione culturale e figurativa proveniente dal mondo dell’Oriente bizantino.

Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e Bene Storici di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato ai nostri microfoni: “La voce dell’artista può portare una testimonianza ancor più diretta e meno mediata e senza dubbio irrinunciabile. È importante però evidenziare come in un’iniziativa come questa le Gallerie D’Italia riescono ad assolvere ai compiti per noi più importanti e preziosi: la valorizzazione delle collezioni, il dialogo con alcune delle icone che appartengono alla corpory collection di Intesa Sanpaolo e un’attività che insiste all’interno del cantiere del ‘900 valorizzando la collezione del secondo dopoguerra della Banca che rappresenta la continuazione di un’attività che era fatta dalle banche importanti per l’arte e per la cultura che sono entrate a far parte del gruppo. Assolve al compito di valorizzare i momenti d’incontro, di confronto e di amplificazione delle sensibilità di chi oggi è artista e ci consente di guardare alle cose in un’ottica diversa”.

Mariani, autore di opere fondate su un principio di composizione del colore e della materia che prende forma dalle pieghe dei fogli di piombo con cui da tempo opera nella serie denominata La forma celata, considera la sua opzione per la monocromia come un modo di rivelare, attraverso la combinazione dei colori e delle forme, una concezione astratta, trascendente e simbolica. Come dice in un suo scritto del 2014: “Con il mio lavoro faccio riferimento costante a forme e soggetti che appartengono da sempre alla storia dell’arte: il drappeggio, il panneggio e anche altre forme archetipe come l’ellisse, l’uovo, la croce. Il mio panneggio, le mie pieghe non hanno nulla di veristico e nemmeno di realistico, ma semmai si avvalgono di forme e significati simbolici. Si sviluppano all’interno di una logica geometrica e si avvalgono di ritmi e spazi lineari. Sono lontani dai volumi di Masaccio, dalle architetture di Piero e dalle enfatiche turbolenze barocche. Senza dubbio sono invece parenti stretti dell’iconografia simbolica (oggi si direbbe astratta, mentale, concettuale) e, per certi versi, labirintica del mondo bizantino” (U. Mariani, Intorno alla bellezza, Milano, novembre 2014).

L'artista ha evidenziato ad Affaritaliani.it:“Questo è il terzo capitolo del circolo di mostre che ho intitolato: Frammenti da Bisanzio. Sarò considerato un utopista perché il mondo sta andando in una direzione diversa da quella a cui io auspico ma mi sono preso il compito di cercare di riportare nel mondo dell’arte la spiritualità, cancellata in questi anni. I sentimenti sono stati considerati come irrilevanti e trascurabili. Per me, invece, questa dimensione dello spirito è di fondamentale importanza perché è ciò che penso ci renda diversi dalle pietre senza sensibilità”. 

A rimarcare questo dialogo a distanza, avviato nelle pagine del catalogo della mostra di San Pietroburgo lo scorso anno, nella Sala delle Colonne delle Gallerie d’Italia in piazza Scala le opere di Mariani saranno affiancate da alcune delle più belle e originali icone russe della importante raccolta presente nella sede di Vicenza dei musei di Intesa Sanpaolo. I lavori di Mariani in cui i profondi blu, viola, rossi, assorbono e rimandano una luce che l’oro di alcuni elementi sembra quasi materializzare, si fanno motivo di controcanto delle rappresentazioni che mettono in relazione gli Inferi e il Paradiso, mediante la figura di Cristo e la personificazione della Trinità, nelle versioni di un racconto che si fa rivelazione trascendente nelle icone russe, prosecutrici ed eredi della cultura bizantina.

L’opera di Mariani sarà rappresentata anche da due opere della serie concepita negli anni Settanta Alfabeto Afono, in cui le lettere “fasciate” rinunciano al loro valore di segno per essere parte di una silenziosa forma di negazione della parola, e da un grande dittico, Teorema. Grazioso e antigrazioso, in cui due diverse modalità di usare il monocromo nero introducono un confronto con il vuoto di una tradizione metafisica che dall’Oriente si rispecchia nella cultura contemporanea, per essere esplorata come processo di visione ulteriore, rispetto al piano della immediata percezione fisica.

La mostra sarà curata da Francesco Tedeschi.

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