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Culture
L’invisibile visibile del Re Sole e Maria Antonietta

Trentacinque chilometri di tubature nel sottosuolo del parco alimentano le fontane della reggia di Versailles, dove 1400 giochi d’acqua creavano il sottofondo delle passeggiate romantiche del Re Sole. L’artista Nan Goldin, una vita tra New York, Parigi, Berlino, ha scelto di portarle alla luce con l’obiettivo fotografico tra le immagini delle statue dei viali. Il sistema idraulico fu un vanto del Seicento ed è tuttora considerato un gioiello di impiantistica, perfettamente in funzione. Le gigantografie tappezzano il corridoio di collegamento tra la dispensa di frutta e verdura e le cucine del Petit Trianon, completato nel 1768 dall’architetto Ange-Jules Gabriel per il re Louis XV. Un passaggio destinato alla servitù, straordinariamente aperto per la mostra VISIBLE/INVISBILE sino al 20 ottobre al Grand e Petit Trianon di Versailles.

Jean de Loisy, Direttore della Ècole nationale supérieure des Beaux-Arts de Paris ed Alfred Pacquement, Commissario per l’arte contemporanea a Versailles, curatori dell’esposizione, hanno scelto cinque artisti della fotografia presenti nelle gallerie internazionali tra Bruxelles, Parigi, Londra, New York, Cape Town. Il Presidente del Chateau de Versailles, committente, aveva chiesto che il tema fosse un punto di vista originale della tenuta e dei capolavori che vi sono conservati.

Visibile per la prima volta al pubblico l’Orangerie, che ospita le installazioni fotografiche di Eric Poitevin: “Ho cercato ispirazione osservando la natura del luogo. Mi ha attratto la fioritura delle piante di angelica. Alla fine del ciclo resta una traccia della loro bellezza, anche se lo stelo diventa quasi bianco e nero, come nelle mie fotografie. Ho voluto che fossero esposte nell’Orangerie, dove venivano ricoverate le piante fragili affinché superassero il rigore delle temperature invernali, poiché il muro muta a propria volta tonalità a seconda della stagione. Verde, nei mesi freddi, acquista in primavera la nuance blu riflettendo la fioritura della spalliera di glicini. Nei volumi dell’ambiente cogli otto metri d’altezza ho ambientato le riproduzioni del sole di Versailles che fa capolino tra le nuvole delle giornate uggiose.”

Il Presidente del Chateau de Versailles, Catherine Pégard, ha inaugurato la stagione di arte contemporanea nell’area del parco meno popolare, ma altrettanto spettacolare: “Se chiediamo a più persone di descriverci la tenuta di Versailles, ognuno coglie aspetti diversi. Nella mostra non c’è alcuna contraddizione tra il patrimonio e le creazioni contemporanee. Gli artisti hanno lavorato lungo tutto il corso dell’inverno, hanno effettuato visite a ripetizione, gli abbiamo aperto spazi originali e tra questi hanno scelto la collocazione delle loro opere.”

Il percorso si snoda nella natura rigogliosa, conservata sapientemente dai giardinieri secondo la documentazione sui giardini all’epoca della regina Maria Antonietta, moglie di Louis XVI, che amava la proprietà del Petit Trianon. Nel Pavillon Frais, dove la famiglia reale si riuniva per colazioni informali, sono allineati gli scatti di Martin Parr, che ha scelto come soggetto gruppi di turisti tra gli oltre 8 milioni di visitatori annuali della reggia. Passeggiando qui tra le aiuole fiorite il pubblico passerà accanto al teatro dove Maria Antonietta recitava: una targa ricorda che le piaceva interpretare Rosina, della quale è innamorato il conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia di Giocchino Rossini.

L’altra sede espositiva è il Grand Trianon, sull’asse orizzontale del Grand Canal, l’immenso tappeto d’acqua disteso sotto la facciata Ovest della reggia, su cui il sole si riposa al tramonto. L’edificio fu costruito nel 1686 per il Re Sole, che volle riservare il fastoso villino in marmo di Languedoc al ristretto nucleo dei familiari. Il sovrano Louis XIV vi si recava nei momenti in cui preferiva non avere cortigiani attorno, sempre in cerca di cariche e favori, in compagnia della seconda moglie segreta, Madame de Maintenon, alla quale è dedicata sino al 21luglio un’altra mostra nella reggia, nelle stanze a lei riservate. I giardini sono ovunque uno spettacolo fedele allo stile improntato dal grande Re Sole. Nel XVII° secolo il Grand Trianon era soprannominato “palais de Flore”, palazzo di Flora.

Viviane Sassen, artista olandese specializzata in foto di moda, espone nel salone degli specchi del Grand Trianon una reinterpretazione dell’originale della lettera autografa della regina Maria Antonietta all’amante Axel de Fersen. Nelle altre sale i soggetti sono la schiena della statua classica di Dioniso, conservata alle Petit Écuries di Versailles (e visibile durante la Biennale d’architecture et de paysage Bap! sino al 13 luglio), e la statua di Milone di Crotone di Puget.

Dove Allouche integra la Galerie des Cotelle, un padiglione immerso nella luce di undici finestre esposte a Sud e quattro a Nord. Il decoro originale offre una visione storica dei giardini della reggia e del Grand Trianon durante il regno di Louis XIV, fedelmente dipinti nelle ventuno tele di Jean Cotelle. L’artista della fotografia si è ispirato alla pietra, principale materiale di costruzione del XVII° secolo e componente fondamentale della ricchezza paesaggistica di Versailles.

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