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Culture
La cucina napoletana, storia e tradizione in un percorso dai Borbone ad oggi

Dopo la cucina siciliana e toscana, quella di Roma e Venezia, la casa editrice milanese Guido Tommasi rende omaggio a una grande tradizione gastronomica, che più di ogni altra si identifica con la sua città e ne rappresenta lo spirito: la cucina di Napoli. Oltre 150 ricette raccolte da Maria Teresa di Marco e Lydia Capasso che non solo illustrano le preparazioni, ma raccontano la storia di come una tradizione popolare, ingegno del poco e del niente, si sia intrecciata ai percorsi aristocratici della corte borbonica, segnata dall'influsso spagnolo ma soprattutto francese, generando piatti sontuosi come i timballi, i sartù o la pasticceria raffinatissima.  

Semplicità, creatività e prodotti d’eccellenza: questi gli ingredienti 
La cucina napoletana è una cucina che si arrangia meglio di qualsiasi altra, ma che in nessun caso si accontenta, perché a Napoli non basta mettere insieme il pranzo con la cena, ma occorre fare del cibo, come della vita, un boccone di piacere. Semplicità, eccellenza dei prodotti e creatività gioiosa sono gli ingredienti essenziali di ogni piatto. Cucinare la pasta, per esempio, può diventare un esercizio di estro se si celebrano le vongole che sono fujute e si fa dello scammaro di magro un piatto che consola. Oppure un atto d'amore e di pazienza quando si costruiscono attorno alla pasta fastose architetture con crostate, timpani, timballi, lasagne e le si dedicano i grandi sughi di lenta cottura (ragù, genovese, glassa e bolognese). Per non parlare della pizza, un vero e proprio stile di vita a Napoli, che nel volume viene rappresentata con le ricette di quattro esperti pizzaioli. Il libro non si ferma ai cliché più tipici e praticati di Napoli e della sua cucina, ma va oltre e cerca di raccogliere e raccontare la verità della città non solo con le ricette ma anche attraverso la fotografia attenta e poetica dei suoi mercati rionali, dei suoi angoli più suggestivi, della sua gente e della sua arte. Si recupera così anche la tradizione che descrive i napoletani mangiatori di foglie assai prima che mangiatori di maccheroni con piatti come la minestra maritata o la scarola 'mbuttunata, fino ad arrivare a ‘o ddoce, una sezione che celebra la pasticceria partenopea e i suoi dolci diventati famosi in tutto il mondo. 
                                                                                                                                                                           Gli autori                                                                                                                                                 Maria Teresa Di Marco è nata a Venezia un po’ per caso, ma ha consolidate origini sicule ed è cresciuta in Trentino. Ha un dottorato in cinema e media e si è occupata di etnografia del quotidiano, senza però mai dimenticare di condire la vita propria e quella degli altri con la cucina. Nel 2008 il cibo prende il sopravvento e assieme a un’amica (Marie Cécile Ferré) e a un fotografo (Maurizio Maurizi), inizia l’avventura di un blog, La cucina di Calycanthus, da cui molte altre avventure hanno preso il via.

Lydia Capasso napoletana doc, vive a Milano da dieci anni. È una restauratrice con il pallino del cibo, oltre che cucinare e raccontare. Risale al 2008 Tzatziki a Colazione, il blog di ricette che ha aggiornato regolarmente per anni e che ora giace abbandonato. Ha collaborato con Gazza Golosa, con Dispensa e con la guida di Identità Golose. Oggi scrive di gastronomia e cucina per il Corriere della Sera, ha una rubrica di pasticceria su Cook, il mensile del Corriere, ed è al suo quinto libro con Guido Tommasi. 
 
Maurizio Maurizi, fotografo specializzato in cibo e reportage, ha lavorato con riviste del settore e pubblicato un nutrito catalogo di libri fotografici di cucina. Vive a cavallo tra Roma e Barcellona.

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