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Culture
La scultura milanese, affascinante viaggio di 100 anni

di Simonetta M. Rodinò

Tutto cominciò nel 1861: l'avvocato Fogliani, esecutore testamentario dello scultore Pompeo Marchesi, propose in dono al Comune di Milano la collezione di quest'ultimo composta di un centinaio di opere di famosi artisti contemporanei da Canova allo stesso Marchesi. Da allora iniziò il formarsi della collezione dell’Ottocento. Che via via divenne sempre più ampia e nel 1903 confluì nella Villa Reale di Via Palestro, chiamata anche Villa Belgioioso Bonaparte.  Oggi, Galleria d'Arte Contemporanea.

La rassegna “100 anni. Scultura a Milano 1815-1915”, nelle sale della GAM, presenta una selezione dell’ingente patrimonio del museo, mai esposto al pubblico.

Sessantaquattro opere - in marmo, gesso e bronzo -, restaurate o reintegrate, escono dai depositi, dopo quasi nove mesi di straordinarie operazioni di restauro, per occupare le sale delle mostre temporanee al piano terra. L’esposizione comprende anche la trentina di sculture al primo piano incluse nel percorso che coinvolge l’intero museo.

“Sei sezioni ripercorrono i sei temi fondamentali e più cari agli artisti. Le prove di concorso realizzate dai maestri e dagli allievi dell’Accademia braidense e gli ultimi echi neoclassici rappresentati dalla lezione di Pompeo Marchesi, costituiscono l’avvio di un racconto che prosegue nella seconda sala con i soggetti di gusto compiutamente romantico: temi legati a quegli ambiti letterari e musicali che fecero di Milano uno straordinario laboratorio culturale, centro nevralgico della costruzione identitaria nazionale”, spiega Paola Zatti, conservatore responsabile della Galleria d’Arte Moderna.

Tra le sculture delle prime due sale, il delicatissimo marmo “Faust e Margherita” che Antonio Tantardini realizzò nel 1861 ispirandosi al “Bacio” di Francesco Hayez e la dolcezza del viso scolpito da Vincenza Vela per “La preghiera del mattino”.

Il terzo segmento mette in luce i cambiamenti derivati dalle grandi Esposizioni Universali, responsabili non solo dei mutamenti di mercato e committenza, ma anche del gusto. Nasce la “Scuola di Milano” che diventa famosa anche all’estero: esempio di notevole abilità esecutiva “Primo bagno al lido” di Quintilio Corbellini, del 1873. Lo scultore raffigura una giovane bagnante nell’istante che precede l’immersione in acqua: un’immagine sospesa e delicata in cui la levigatezza del marmo nel corpo si contrappone all’analisi dei dettagli, le lunghe trecce e la scala ornata da foglie e fiori che sta scendendo.

Poi la svolta politica e culturale: l’identità nazionale è celebrata attraverso le maggiori figure del Risorgimento. Cavour, Vittorio Emanuele II, Giuseppe Garibaldi…sono raffigurati in una statuaria monumentale.

A partire dagli anni Sessanta e Settanta, una nuova generazione di scultori rompe con gli schemi precedenti. Si deve a Medardo Rosso - “quello che importa in arte è far dimenticare la materia", affermava - l’aver trasformato il modo di far scultura, attraverso nuove tecniche e materiali. I suoi lavori sono visibili al primo piano della Galleria.

L’ultima sezione, “Il vero e il simbolo”, chiusa l’esperienza della Scuola di Milano, ospita opere dallo stile realistico: non più leziosità dei virtuosi lombardi del marmo, non più effetti pittorici degli scultori della Scapigliatura. Gli artisti scolpiscono soggetti di ispirazione civile, improntati ad una critica di ingiustizie sociali e disuguaglianze: pastori, pescatori, giovani garzoni …sono sostituiti da operai delle fabbriche, lavoratori dei campi, spesso dai tratti duri.

Alle tematiche sociali si affianca un gusto simbolista. Che trova terreno fertile nella statuaria funebre del Cimitero Monumentale di Milano.

“100 anni. Scultura a Milano 1815-1915”

GAM - Galleria d’Arte Moderna - via Palestro 16 - Milano

Durata: fino al 3 dicembre 2017

Orari: martedì – domenica 9.00 – 17.30; lunedì chiuso

Biglietti: incluso nel biglietto d’ingresso alla GAM  - intero 5 euro – ridotto 3 euro

Infoline: 02/88445947

www.gam-milano.com

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