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Culture
Le sfide del web nel nuovo manuale del professor Ruben Razzante
COPERTINA MANUALE

E’ nelle librerie da qualche giorno l’ottava edizione del Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione (ed.Cedam-Wolters Kluwer) del professor Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma,  giornalista professionista, editorialista e consulente di importanti multinazionali, studi legali e associazioni di categoria.

Il volume raccoglie le ultime novità normative, giurisprudenziali, deontologiche e dottrinali, nazionali e internazionali, in materia di tutela dei diritti nei media tradizionali e nel web e rappresenta ormai da quasi vent’anni, con i suoi vari aggiornamenti, uno strumento indispensabile per giornalisti, avvocati, magistrati, professionisti di vari settori, docenti e studiosi della materia e cittadini interessati a comprendere le dinamiche del sistema mediatico nazionale e internazionale e i riflessi sulla vita quotidiana delle persone. Con un approccio rigorosamente scientifico, ma anche con un linguaggio pratico e discorsivo, il professor Razzante tratta tutti i temi di maggiore attualità del diritto dei media, dalla libertà d’informazione al pluralismo, dallo strapotere dei colossi del web alla riforma del copyright, dalla privacy alla diffamazione a mezzo social, dalla blockchain all’agenda digitale, dal telemarketing al cyberbullismo. Ma in questa intervista è lo stesso autore a raccontarci le novità della sua ennesima fatica editoriale. 

Professor Razzante, quali sono le novità dell’ultima edizione?

Questa nuova edizione tratta tematiche recenti e di grande attualità e cerca di rispondere esaurientemente a domande molto complesse, ma decisive per il nostro futuro. Che cosa prevede e quali effetti sta producendo in Europa il Gdpr? Come la nuova direttiva europea sul copyright cambia il diritto d’autore e la disciplina della responsabilità delle piattaforme web? Esistono incisive misure giuridiche e tecnologiche di contrasto al fenomeno delle fake news? In che modo i giudici stanno applicando il diritto all’oblio? La deontologia giornalistica è in grado di assicurare l’esistenza di un giornalismo di qualità? In quale direzione ci si sta muovendo in materia di sostegno pubblico all’editoria, anche on-line?  Come si è evoluta sul piano normativo la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni? Che impatto sono destinate ad avere categorie nuove come l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose e la blockchain? La diffamazione attraverso i social network viene punita efficacemente? In generale, a che punto è la tutela dei diritti di imprese e cittadini in Rete?

Come valuta lo stato di salute dell’informazione in Italia?

La risposta non può che essere articolata perché i nodi da sciogliere sono tanti e i temi da discutere molteplici. Si può innanzitutto dire che nelle diete mediatiche degli italiani la Rete ha un ruolo sempre maggiore, ma al contempo è dimostrato che i media tradizionali  vengono ancora scelti da una quantità rilevante di cittadini. Questo fa ben sperare in termini di pluralismo dei mezzi, e fa capire quanto il contesto nel nostro Paese sia multimediale. Ci sono ancora delle oasi felici che riguardano l’editoria cartacea (poche ma ci sono) e permangono livelli elevati di pubblico televisivo. Detto questo, la sfida dei prossimi anni è quella di integrare ancora di più la Rete con gli altri strumenti, di mettere ordine in una filiera di produzione e distribuzione delle notizie sempre più caotica, anche perché non ci sono regole chiare che disciplinino il ruolo dei cosiddetti colossi del Web.

Professore, nei giorni scorsi Facebook, su segnalazione della Ong Avaaz, ha oscurato 23 pagine con diffondevano fake news e odio in Rete. Come si può contrastare efficacemente questo fenomeno?

La situazione fake news sui social rimane una grande emergenza per le democrazie europee. I colossi della Rete hanno dimostrato nell’ultimo anno buona volontà nell’aderire al codice di autoregolamentazione anti-fake news prodotto dalla Commissione europea e hanno sin qui assicurato la massima collaborazione nella tempestiva rimozione di contenuti fake o riconducibili a linguaggi d’odio. Ma evidentemente non basta. Si tratta di armi spuntate. I filtri tecnologici predisposti da Facebook e dagli altri social per stroncare sul nascere la diffusione di questi messaggi fuorvianti sono tutt’altro che infallibili. 

Quanto all’Italia, stupisce che forze politiche molto presenti sul web e ampiamente beneficiarie della diffusione di pagine fake, strillino contro alleati e avversari invocando leggi sul conflitto di interessi nei media tradizionali. Forse lo fanno proprio per far passare in secondo piano emergenze come questa, che minano le fondamenta del diritto dei cittadini-utenti ad essere correttamente informati anche attraverso internet.

Le fake news sono un virus pericoloso e potenzialmente devastante per la formazione del consenso, tanto più se si pensa che almeno un terzo degli aventi diritto non ha ancora deciso per chi votare alle elezioni europee e amministrative di domenica prossima e dunque risulta facilmente influenzabile.

Normative nazionali ed europee, codici di autoregolamentazione, soluzioni tecnologiche, cultura ed educazione digitale sono strumenti da potenziare per raggiungere l’obiettivo di rendere il web un luogo più sicuro e affidabile, neutralizzando i continui attacchi di organizzazioni e centri di potere che vorrebbero trasformarlo definitivamente in una giungla.

Quali sono le ragioni del successo del suo Manuale?

Da quasi vent’anni il Manuale intende essere un riferimento per magistrati, avvocati, giornalisti, comunicatori, professionisti di vari settori, interessati a conoscere le regole giuridiche e deontologiche riguardanti la privacy, l'onore, la reputazione, l'oblio, il copyright. L'ecosistema digitale ha modificato i tradizionali paradigmi delle tutele di persone, imprese e istituzioni e occorre essere informati per fronteggiare tutte le emergenze che quotidianamente la Rete pone ai suoi utenti. Lo scopo del Manuale è proprio quello di dare risposte approfondite e argomentate a tutti i dubbi che affiorano nello svolgimento della vita digitale e nel rapporto tra i media e i cittadini.

Quando lo presenterà ai giornalisti e al grande pubblico?

La presentazione è prevista per venerdì 7 giugno alle 17,30 a Milano, nella prestigiosa cornice di Palazzo Cusani, nel cuore di Brera. A confrontarsi sui temi del volume saranno: Marcello Foa (Presidente Rai), Roberto Bichi (Presidente Tribunale Milano), Vinicio Nardo (Presidente Ordine Avvocati Milano), Cesare Avenia (Presidente Confindustria digitale), Alessandro Galimberti (Presidente Ordine giornalisti Lombardia). L’evento è patrocinato dall’Ordine degli avvocati. Per iscriversi bisogna inviare mail a  iecservizi@iecservizi.com.

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