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Culture
"Le spie del Vaticano". Il piano segreto di Papa e servizi segreti

La sera del 2 marzo 1939, mentre l'Europa si avviava verso la guerra, sul balcone del Palazzo apostolico apparve, acclamato dalla folla riunita in piazza San Pietro, il nuovo pontefice. Pallido e con passo esitante Pio XII si affacciò alla balaustra, benedisse per tre volte i fedeli e, senza dire una parola, si ritirò nelle sue stanze.

Di lì a poco scese nelle Grotte vaticane, deciso a risolvere uno dei più grandi enigmi della Chiesa, un enigma che prefigurava, in piccolo, l'epica impresa segreta del suo pontificato. Negli anni successivi, infatti, nelle catacombe di San Pietro i collaboratori di Pio XII si sarebbero riuniti per architettare, con la sua benedizione, il piano più audace della seconda guerra mondiale: l'eliminazione del «tiranno», Adolf Hitler.

Mark Riebling, saggista avvezzo a esplorare i sentieri poco battuti della storia dei servizi segreti, in "Le spie del Vaticano" (dal 24 maggio in libreria per Mondadori) ricostruisce, sulla base di una monumentale raccolta di documenti da poco desecretati, un intrigo spionistico al centro del quale si colloca la figura di Pio XII, un pontefice definito talvolta «ieratico e visionario», lontano dai fedeli e dai drammi della guerra, e spesso accusato per i suoi «silenzi» nei confronti del regime nazista se non addirittura per la complicità nell'Olocausto.
 

spie vaticanoMark Riebling, Le spie del Vaticano
 

Fu proprio Pacelli, invece, a organizzare una rete di cospiratori impegnati a combattere in segreto il Male Assoluto, spesso insieme ad alcuni alti ufficiali della Wehrmacht e dell'intelligence tedesca mossi dalla volontà di rivelare al mondo l'esistenza di una Germania Perbene. Uomini coraggiosi, pronti a trasvolare le Alpi con le carte segrete sottratte al capo della scorta di Hitler, a rivelare agli Alleati le strategie militari tedesche, a rischiare la propria vita mettendo a punto innumerevoli piani per porre fine al potere del Führer.

A causa della guerra segreta che conduceva, però, Pio XII non condannò mai pubblicamente i crimini nazisti. Temendo che le esplicite proteste potessero ostacolare la sua lotta clandestina contro il nazismo, non pronunciò mai le «parole di fuoco» che avrebbe voluto dire, soprattutto dopo avere appreso della tragedia degli ebrei nell'Europa orientale. Giocò invece a carte coperte, inviando cartoline di buon compleanno a Hitler e, al tempo stesso, complottando contro di lui.

Basato su un'accuratissima ricerca documentale e animato dalla tensione e dalla suspense degne della migliore spy story, il saggio di Mark Riebling spalanca le porte del Vaticano per fare luce su alcuni degli avvenimenti meno noti della storia del papato, cambiando probabilmente per sempre l'ottica con cui si è guardato finora al comportamento di Pio XII e la nostra comprensione dell'eredità storica del suo pontificato.

L'AUTORE - Mark Riebling, storico, saggista e analista politico, è autore di Wedge: The Secret War Between the FBI and CIA. Tra i fondatori del Center for Tactical Counterterrorism, scrive per il «New York Times» e il «Wall Street Journal».

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