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Culture
Lorenzo Bini Smaghi nuovo presidente cda Fondazione Luigi Pecci di Prato

Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci ha prodotto e ospitato, dalla sua apertura nel 1988 ad oggi, oltre duecentocinquanta mostre, progetti espositivi, ed eventi speciali. Dopo due anni dalla nomina della nuova della direttrice Cristiana Perrella, è stato nominato nuovo presidente cda Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana Pecci di Prato l’economista, Presidente di Societé Genérale, Lorenzo Bini Smaghi e, contestualmante, nominati i nuovi membri del CdA. Figurano nel nuovo Consiglio di Amministrazione Gherardo Biagioni, Edoardo Donatini, Jacopo Gori, Alessio Marco Ranaldo. La nomina del nuovo presidente e del cda, spiega una nota, “si configura in un meditato percorso di cambiamento e innovazione che riguarda tutti gli aspetti del Centro Pecci, dalla mission, alle attività, alle collaborazioni, al board”. Lorenzo Bini Smaghi, (29 novembre 1956), oltre ad essere presidente di Societé Genérale, ricopre importanti incarichi in società, associazioni e istituti di cultura. Ha iniziato la sua carriera nel 1983, nel Servizio Studi della Banca d’Italia, ed ha poi diretto dal 1994 la Policy Division dell’Istituto Monetario Europeo, a Francoforte. Nel 1998 è stato nominato Dirigente Generale per le relazioni finanziarie internazionali del Ministero dell’economia.  Ha conseguito una Laurea in Scienze economiche all’Université Catholique de Louvain e un Ph.D alla University of Chicago. È Senior Fellow alla LUISS School of European Political Economy. È stato membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, dal 2005 al 2011.  Ha ricoperto la presidenza di Italgas (2016-19), SNAM (2012-2016), SACE (2001-2005) è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Finmeccanica, di MTS, della Banca Europea degli Investimenti, di Morgan Stanley International e Tages Holding. È stato il primo presidente della Fondazione Palazzo Strozzi (2006-2016).  Bini Smaghi è autore di vari articoli e libri su tematiche monetarie e finanziarie, internazionali e europee, tra cui “Morire di Austerità: Democrazie europee con le spalle al muro”, Il Mulino, 2013 (“Austerity, European Democracies against the Wall”, Ceps, Brussels 2013), e “33 false verità sull’Europa”, Il Mulino, 2014. Il suo ultimo libro è uscito nel Maggio 2017: “La tentazione di andarsene; fuori dall’Europa c’è un futuro per l’Italia?” (ed. Il Mulino). Dall’apertura nel 1988 ad oggi, il Centro Pecci di Prato ha prodotto e ospitato più di duecentocinquanta tra mostre e progetti espositivi, organizzato eventi speciali e promosso iniziative didattiche per studenti e adulti. Ha raccolto in collezione oltre mille opere sulle tendenze artistiche dagli anni Sessanta in poi. L’intero complesso museale progettato dall’architetto razionalista Italo Gamberini comprende oltre 3.000 mq di sale espositive, un archivio, 60.000 volumi della biblioteca specializzata CID/Arti Visive, l’auditorium-cinema, un bookshop, un ristorante, un bistrot e un teatro all’aperto. Uno dei compiti a cui lavorerà Bini Smaghi è quello di incrementare le entrate da privati; attualmente su un bilancio di circa 3 milioni di euro, i finanziamenti del Comune incidono per 1,2 milioni, la Regione contribuisce per 800 mila euro, mentre le restanti entrate provengono dalla partecipazione a bandi ministeriali ed europei, dall’apporto di Fondazioni private e dai soci sostenitori. Tra gli obiettivi che si prefigge Bini Smaghi ci sarà quello di aumentare i proventi di ricavi propri: biglietti, visitatori, cataloghi, affitti degli spazi, sponsorizzazioni.

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