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Culture
Mario Sironi, la mostra a Pordenone. "Dal futurismo al classicismo 1913-1924"
Paesaggio urbano Mario Sironi 1920 coll. priv. ph S. Amici by Siae 2018

Fino al 9 dicembre la Galleria Harry Bertoia di Pordenone ospita la mostra “Mario Sironi. Dal Futurismo al Classicismo 1913-1924” a cura di Fabio Benzi, esperto conoscitore di Sironi già curatore dell’indimenticabile mostra del 1993 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

La mostra si inserisce in un momento di grandissimo interesse per la cultura degli anni ’20 in Italia, alimentato da un intenso dibattito sui Populismi e dal grande successo di pubblico del libro di Antonio Scurati M Il figlio del secolo. Inoltre, le mostre gemelle di Milano e Rovereto dedicate a Margherita Sarfatti, protagonista nei giornali e nei salotti, critica d’arte e figura di spicco della scena artistica e culturale del ‘900, nonché musa e amante del Duce, hanno rinnovato l’interesse verso la pittura italiana del ‘900 e i suoi protagonisti.

In questo contesto, la mostra alla Galleria Bertoia ha il privilegio di presentare circa duecento opere appartenenti ad una fase cruciale dell’evoluzione stilistica di Mario Sironi (1885-1961). Mario, pittore, illustratore, grafico, scultore, architetto, scenografo, è tra le figure più originali, intense e radicali del secolo scorso. Il focus è su un decennio fondamentale  dell’evoluzione artistica di Sironi che spazia dall’adesione appassionata all’avanguardia, che incrocia con esperienze eccentriche (come l’attenzione per l’ambiente cubo-futurista russo), al dramma della Grande Guerra che lo tocca da vicino, con le perdite di artisti e amici (uno fra tutti Boccioni), fino alla ricerca di nuovi equilibri che vedono un lento avvicinamento al ritorno all’ “ordine” (quello voluto dal Duce) pur passando attraverso le sperimentazioni spaziali della Metafisica di de Chirico. La mostra diventa quindi l’occasione per una rilettura complessiva del percorso dell’artista e si presenta ricca di novità e di nuovi dati documentari e interpretativi.

Informazioni generali sulla mostra

Sede:Comune di Pordenone - Galleria Harry Bertoia, Palazzo Spelladi, Corso Vittorio Emanuele II, 60

Date: dal 16 settembre al 9 dicembre2018

Orario di apertura:da martedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 13
e dalle 15 alle 19.Chiuso 1° Novembre

Biglietti:  intero 8 euro; ridotto 5 euro

Ufficio stampa:Studio Patrizia Novajra - telefono: +39 335 6688233 - ufficiostampa@novajra.it

Per informazioni: +39 0434 392935 / 392960 - museo.arte@comune.pordenone.it

www.comune.pordenone.it/galleriabertoia

Percorsi assistiti alla mostra:Associazione Amici di Parco - amiciparco.pn@gmail.com

Attività didattiche per le scuole:Studio associato Eupolis

prenotazioni al telefono 349 6713580 (dal lunedì al venerdì 9.30-12.30) - info@eupolis.info

Come sottolinea l’Assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli “Tutte le  sue opere testimoniano dell’impegno sociale di Sironi che tratteggia con realismo la condizione dell’uomo contemporaneo con tecniche tradizionali, anche attraverso opere grafiche ed illustrazioni, componente essenziale della rassegna”.

“Le sue opere esprimono lirismo, sintesi e imponenza, ma sono anche frutto della sua fede nei valori sociali dell'arte” afferma l’Assessore alla cultura del Comune di Pordenone Pietro Tropeano.

Risalgono agli anni presi in esame alcuni temi estetici e poetici cruciali per Sironi: dalle celebri immagini futuriste di camion e ciclisti, all’invenzione dei “paesaggi urbani” (le famose periferie icone della città novecentesca), dalle ieratiche figure neo-classiche alle scene politiche delle sue illustrazioni. Tutti indizi del suo desiderio profondo di voler incidere con il linguaggio artistico non solo sull’estetica, ma anche sulla vita sociale del nuovo secolo.

La mostra permette di ammirare alcuni tra i più celebri dipinti, come il primo Paesaggio urbano (esposto nel 1920), l’Architetto, (esposto alla Biennale di Venezia del 1924), o ancora Solitudine del 1925, (esposto alla Prima Mostra del Novecento Italiano voluta da Margherita Sarfatti). Vi sono anche capolavori non fruibili da diversi anni, come i dipinti futuristi Testa del 1913, e Il Viandante del 1915, che si ritrovano in compagnia agli emblematici Paesaggi urbani, e alle figure classicheggianti, che costituiscono l’aspetto più noto dell’artista.

Ai dipinti sono affiancate numerose opere grafiche e un centinaio di illustrazioni testimoni della fervida attività che Sironi dedica a diverse riviste (da “Noi e il Mondo” a “Gli Avvenimenti”, alle “Industrie Italiane Illustrate”, e al “Popolo d’Italia” di Benito Mussolini).

Il fil rouge della mostra è l’impegno sociale, divulgativo, politico di Sironi, senza il quale la sua stessa attività pittorica sarebbe priva di senso.

La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con i maggiori musei italiani quali la Galleria Nazionale di Roma, il Guggenheim e Ca’ Pesaro di Venezia, il Castello di Rivoli o le Gallerie Comunali di Palermo.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, presenta saggi del curatore Fabio Benzi, di Francesco Leone ed Elena Pontiggia.

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