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Culture
miart 2018: al via la 23esima edizione
Liu Ruo Wang - I lupi Lorenzelli Arte

di Simonetta M. Rodinò

 

Ventitreesimo appuntamento con miart, fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, ospitata da oggi al 15 aprile all’interno del padiglione 3 di Fieramilanocity.

 

Superfluo ridisegnare l’ossatura della fiera, con le suddivisioni in sezioni. E’ già stata scritta un’esauriente documentazione. 

Qualche considerazione: assenti o quasi i video, non mancano le immagini fotografiche, mentre la presenza di sculture e installazioni è subordinata a quella delle tele. Che, come sempre, nelle gallerie storiche portano la firma dei grandi maestri: Burri, Campigli, Casorati, De Chirico, De Pisis, Dorazio, Fontana, Guttuso…ma anche Adami, Boetti, Schifano…poi, Hartung, Sam Francis…

Non mancano le sculture di César, Consagra, Pomodoro…

 

I segmenti interessanti? Object: la sezione dedicata al design d’autore e da collezione.  Una selezione di 14 gallerie che promuovono design sperimentale e in edizione limitata, arti decorative e pezzi storici da collezione. Arredi, tavoli, paraventi, arte tessile, ceramiche lampadari… in una sorta di combinazioni tra lavori contemporanei e storici, realizzati da designer italiani e stranieri.

 

Anche il viaggio attraverso le decadi del XX secolo, grazie a Decades, propone dialoghi stimolanti.

Una storia quasi tutta italiana fino agli anni Sessanta. Dagli anni ’10 con una selezione di opere di Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Achille Funi, Mario Sironi, Antonio Sant’Elia e Luigi Russolo …ai ’20 sintetizzati dall’artista prussiana Käthe Kollwitz, tra le rare presenze femminili dell’espressionismo tedesco d’inizio secolo, dai ‘30 attraverso un focus su Oscar Ghiglia, rappresentante della corrente del realismo magico, agli anni ‘40 rappresentati da Enrico Prampolini, dai ’50 con una monografia dedicata ad Afro, ai ’60 con le opere sperimentali in poliuretano espanso di Giulio Turcato dai ’70 con l’arte concettuale dell’americano William Anastasi, fino a terminare con le due ultime decadi. Interpretate, per gli anni ‘80 dal 95enne lituano naturalizzato statunitense Jonas Mekas – uno dei protagonisti del cinema sperimentale americano –, per i ’90 dall’artista inglese Jo Spence che esplorò la dimensione del corpo attraverso la fotografia.

 

Deludente la sezione Emergent, focalizzata sulla ricerca delle giovani generazioni. Disattese le aspettative: i lavori di artisti provenienti da Turchia, Canada, Ungheria sono privi di anima.

Per il resto… nulla di nuovo.

 

 

 

miart 2018

fieramilanocity - ingresso viale Scarampo, Milano

gate 5, padiglione 3

13 – 15 aprile 2018

 www.miart.it

 

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Tags:
miart 2018miart milano





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