Personaggi/ Silvio Muccino scrive un romanzo: "Parlami d'amore"

Silvio Muccino
Il giallo dell’estate non è mica il nuovo romanzo di Camilleri, o un inedito di Sherlock Holmes. E’ chiedersi perché Silvio Muccino abbia scritto un romanzo, un romanzo d’amore, un romanzo d’amore scritto a quattro mani con una sceneggiatrice quarantenne. E se sia una storia autobiografica o no. E perché, per dedicarsi a questo, dia l’impressione di aver lasciato perdere, per un po’, il cinema.

Andiamo con ordine. Silvo Muccino, ventiquattr’anni, e tutte le ragazze d’Italia che impazziscono per lui. L’attore più corteggiato dai registi e dalle fan. All’attivo un film scritto e girato quando ancora andava al liceo, “Come te nessuno mai”, con la regia del fratello Gabriele, all’epoca più famoso di lui. E poi un susseguirsi di tappe bruciate, una dopo l’altra: “Che ne sarà di noi” di Giovanni Veronesi, “Manuale d’amore” che lo consacra, quell’amore tenero con Jasmine Trinca. E poi il confronto con Carlo Verdone, lo scontro generazionale, “Il mio miglior nemico” che diventa un successo enorme. E lui che diventa la foto sulla carta d’identità dei giovani pieni di pensieri, di voglia di libertà, d’amore, gioventù urbana libertaria, no global, un po’ strappata, sgualcita, tenera, ribelle, sexy.

In un’Italia povera di divi, Silvio diventa qualcosa di simile. E nel momento di massimo successo, di massima esposizione, lui decide di fermarsi. E mentre vanno in televisione i suoi spot per i telefonini, dove è una specie di vagabondo che seduce con uno sguardo, e manda all’aria il matrimonio di Laura Chiatti vestita di bianco, lui decide di fermarsi e di scrivere un libro. Che sarà pubblicato da Rizzoli. Titolo: “Parlami d’amore”. Ma la cosa ancora più strana è che lo hanno scritto in due. Lui e Carla Vangelista. No, non Linda Evangelista. Carla Vangelista è una sceneggiatrice. Ha scritto dialoghi e ha scritto il copione di un film tv con Beppe Fiorello. Adesso sta scrivendone un altro insieme a Gabriele Salvatores, tratto dal romanzo “La scala di Dioniso” di Luca Di Fulvio. Sarà un filmone, dicono. Con Anthony Hopkins e Gary Oldman, forse persino Edward Norton.

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Insieme, Silvio e Carla hanno scritto “Parlami d’amore”. Che è la storia di un rapporto tra un ventenne e una quarantenne. “Non esiste donna che non possa essere sedotta”, dice una donna al protagonista, che si chiama Sasha. “E’ il libro che volevo fare da sempre”, dice Silvio Muccino. Non è dato saperne di più, per ora. E visto così, un po’ da lontano, sembra quasi una Lolita al contrario, dove lei è adulta e lui appena uscito da quella adolescenza che, per i ragazzi, dura molto. Fino a vent’anni di sicuro. “Lolito”? Di sicuro sarà qualche cosa di diverso. Ma lo hanno scritto pezzo per pezzo, in parallelo a un rapporto che si sviluppava, proseguiva, nella vita come nel romanzo?

Raggiungiamo al telefono Silvio. E’ tutto quello che mi serve, dice nello spot. Ma nella realtà, sembra che abbia pochissima voglia di servirsene. “Guarda, sono in un momento delicato, sono di corsa. Tutto quello che posso dire è che sì, confermo, il romanzo si chiama così, uscirà per Rizzoli, racconta di un ventenne e una quarantenne, ma non posso aggiungere niente”. Certo, non ci dirà lui se nsce da un’amicizia, da un rapporto di collaborazione, da qualcosa di più. Silvio, inquieto, pronto a cambiare rotta se vede che quello che sta facendo sta diventando routine, non ce lo dirà di certo. Però è chiaro che tutti se lo chiederanno.

Intanto, però, per questo romanzo Silvio ha lasciato perdere tutto il resto. I soldi, e il successo assicurato, di “Manuale d’amore 2”. L’ha lasciato a Scamarcio, a Monica Bellucci, agli altri del primo episodio, all’ingresso di Fiorello. Difficile immaginare il ragazzo più desiderato d’Italia, quello che quando è andato al festival di Tavolara hanno dovuto interrompere i collegamenti marittimi per il caos che si stava creando, tutto solo in una stanza, a dialogare col computer. Anzi, a dialogare con una donna che ha vent’anni più di lui. Eppure questo è accaduto. Anche questo, se vuoi, è libertà.

Poi, però, ti ricordi di una cosa. Che un paio di mesi fa, quando lo avevi incontrato nel backstage del concertone del Primo Maggio, ti aveva detto che stava scrivendo un film. E quel film si chiamava proprio come questo romanzo: “Parlami d’amore”. Disse che l’avrebbe girato suo fratello Gabriele, e che sarebbe stato il suo secondo film americano, dopo quello con Will Smith. E allora, questo romanzo non ha l’aria di un eremitaggio tra le parole, la carta, il silenzio. Ma appare come la preparazione a un passo ancora più ambizioso. Un esordio non soltanto come scrittore, ma come attore lì dove si fa il Cinema con la maiuscola, gli Stati Uniti.

Giovanni Bogani


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