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Novità editoriali
"La rivoluzione delle api": perché è nostro dovere proteggerle. Il libro

Non faceva mistero della sua passione per l’apicoltura, Tolstoj: ammirava a tal punto il regno delle api da erigerlo a emblema della perfetta organizzazione sociale. E da sempre donne e uomini sono affascinati dall’incessante e meticolosa operosità di questi animali, sedotti dalla dolcezza del loro miele. Ma gli insetti a strisce valgono molto di più.
Le api sono responsabili del settantacinque per cento di ciò che arriva sulle nostre tavole: l’impollinazione, un effetto ‘collaterale’ della loro attività bottinatrice, contribuisce alla nascita e diffusione di piante fondamentali per la nostra alimentazione, e al mantenimento della biodiversità. Allo stato attuale, l’agricoltura mondiale delle grandi monocolture fa largo uso di veleni e pesticidi, tra cui i neonicotinoidi, letali per le api. La loro vita, già compromessa dagli effetti sul clima del riscaldamento globale, è in serio pericolo: in ogni angolo della terra, apicoltori e ricercatori registrano sempre più spesso morti improvvise di interi alveari.
Analizzando il grado di incidenza delle morie sul settore agroalimentare, La rivoluzione delle api presenta una fiduciosa risposta al fenomeno: le attività e iniziative di salvaguardia e controllo che apicoltori, agricoltori, studiosi ed esperte, ma anche le amministrazioni pubbliche, stanno portando avanti con grande impegno e perseveranza, in Italia e all’estero, affinché le api ritornino a essere le principali garanti per la quantità e la qualità del nostro cibo. Come natura comanda.

RivApi
 

Con il progetto Hunger for Bees, da cui nasce questo libro, Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga, con la fotografa Daniela Frechero, hanno vinto il Premio internazionale di Giornalismo ‘Innovation in development reporting’, gestito dal Centro europeo di Giornalismo.

Il capitolo dedicato all’Honduras è stato realizzato con la collaborazione dell’International Women Media Foundation, nell’ambito dell’iniziativa Adelante.

MONICA PELLICCIA
Monica Pelliccia è giornalista freelance. È specializzata in questioni sociali e ambientali, specialmente su tematiche come la tutela della biodiversità, i diritti delle donne, le migrazioni climatiche, le popolazioni indigene e l’agroecologia. Ha realizzato reportage da India, Honduras, Brasile, Cambogia, Ecuador, pubblicati su testate italiane e internazionali.

ADELINA ZARLENGA
Adelina Zarlenga è giornalista freelance. Scrive articoli e reportage, pubblicati su testate italiane e internazionali, prediligendo temi legati alla tutela dell’ambiente, all’agricoltura, all’alimentazione e al sociale. Svolge anche attività di ufficio stampa, in particolare nel settore dell’ecologia e dei viaggi.

LEGGI UN ESTRATTO SU AFFARITALIANI.IT: L'INTRODUZIONE DI VANDANA SHIVA: "Le api ci regalano generosamente cibo, ed è nostro ecologico dovere proteggerle"

Le api ci regalano generosamente cibo, ed è nostro ecologico dovere proteggerle di Vandana Shiva Le api sono sempre state un’ispirazione per me. Le considero in più di un senso delle vere e proprie maestre nell’arte di vivere, ossia l’oikonomia, intesa nel suo significato originale secondo Aristotele.

Le api ci insegnano la generosità. Grazie all’impollinazione delle piante, consentono la vita stessa, e producono miele. Le api ci insegnano l’intelligenza e la capacità di lavorare in modo indefesso.

Le api ci insegnano la cooperazione e l’arte di lavorare insieme.

Se avessimo dato ascolto agli insegnamenti delle api, oggi non assisteremmo alla grande crisi in cui siamo, dovuta alla penuria di cibo e di lavoro; una crisi ascrivibile all’avidità, all’individualismo, all’egoismo di chi sa solo prendere senza restituire niente in cambio.

La rivoluzione delle api ci racconta come e perché le api ci donano diversi tipi di cibo, e i gravi rischi che corrono a causa di quella mentalità e di quelle tecnologie che stanno minacciando anche l’estinzione del genere umano.

Proteggere le api significa proteggere il futuro degli esseri umani, non solo perché sono così importanti per la produzione di cibo in generale, ma anche perché quel che oggi minaccia le api sta minacciando anche l’estinzione di molte altre specie. E, come riconosce ormai anche il mondo scientifico, tra queste specie c’è anche la nostra. Le popolazioni di api sono sempre meno numerose, e questo è il risultato diretto di una serie di concause tra cui le monocolture, i trattamenti chimici con pesticidi, il cambiamento climatico, i problemi nutrizionali, le malattie, le modalità di apicoltura sbagliate e l’impoverimento delle risorse naturali.

Alcune comunità che ho incontrato viaggiando in aree remote dell’India credono che la divinità che tiene insieme l’universo sia proprio un’ape. Per gli indiani l’energia creativa dell’universo è Shakti, e Bhramari, dea delle api, è appunto un’incarnazione di Shakti. Come avviene comunemente nella mitologia indiana, l’energia della dea si manifesta quando ci sono forze malefiche e distruttive che minacciano la creazione e l’universo. Le forze distruttive che minacciano oggi la Terra sono i veleni e le tossine che il cartello dei veleni ha sguinzagliato in nome della sicurezza alimentare.

I pesticidi non producono cibo. Distruggono, anzi, la biodiversità del cibo, la biodiversità da cui dipendono i processi stessi di produzione del cibo. Le api da miele, ad esempio, impollinano 71 delle 100 maggiori colture destinate al consumo, e che rappresentano il 90 per cento della produzione mondiale. Il contributo che le api danno ai nostri raccolti ammonta, secondo una stima recente, a 200 miliardi di dollari. Nel mondo, un boccone di cibo su quattro è stato prodotto grazie al contributo ecologico degli insetti impollinatori. Solo negli Stati Uniti le colture impollinate dagli insetti valgono 20 miliardi di dollari. Eppure le api e le farfalle, importantissime produttrici di cibo, vengono uccise dagli arsenali di veleni che ormai sostengono l’agricoltura industriale. Nella fattoria Navdanya della Doon Valley si promuove la biodiversità. Lì i ricercatori hanno dimostrato che più del 30 per cento del cibo che mangiamo è prodotto da api e impollinatori. Proteggendo la biodiversità contribuiamo a produrre cibo per le api e gli altri insetti impollinatori. Loro danno cibo a noi e noi diamo cibo a loro. In linea con una reciprocità che è alla base del concetto di economia circolare. Senza insetti impollinatori, la maggior parte delle piante non sarebbe in grado di riprodursi e senza la riproduzione delle piante è a rischio la nostra scorta di cibo. Il ciclo del seme, per gli alberi delle foreste come per le coltivazioni destinate al consumo umano, si fonda sul ciclo dell’impollinazione.

La legge di reciprocità, la legge di chi riceve e restituisce, ha assicurato all’uomo la possibilità di fare rete, e attraverso questa rete, che include le api, di creare e mantenere la vita. La biodiversità è stata per migliaia di anni, in tal senso, uno strumento chiave per garantire che questo scambio avvenisse con continuità.

La legge dello sfruttamento, invece, la legge di chi prende senza dare niente in cambio, ha portato molte civiltà al collasso. Questa legge distruttiva, di chi – nell’illusione di nutrire il mondo – continua a uccidere senza criterio, sta conducendo molte specie sull’orlo dell’estinzione. La sicurezza alimentare, in realtà, dipende dalla protezione delle api.

I pesticidi sono la più grande minaccia per gli insetti impollinatori, incluse le api. In un capitolo di Primavera silenziosa, intitolato ‘Elisir di morte’, Rachel Carson osserva che la fine della Seconda guerra mondiale ha segnato l’inizio di un uso massiccio di pesticidi nelle nostre coltivazioni, pesticidi che di conseguenza finiscono nel nostro cibo. Scrive: “Nel corso delle ricerche dedicate allo sviluppo di armi chimiche, si è scoperto che alcune sostanze create in laboratorio erano letali per gli insetti – alcune di queste sono poi diventate gas letali per l’uomo e altre, strutturalmente simili, insetticidi”.

Oggi nell’agricoltura di tutto il mondo si utilizzano quasi 1400 pesticidi. I pesticidi si dividono in cinque categorie: erbicidi, usati per distruggere erbe e piante infestanti e indesiderate; insetticidi, usati per uccidere insetti e altri artropodi; rodenticidi, usati per tenere sotto controllo topi e altri roditori; fungicidi, usati per distruggere funghi e infine molluschicidi, usati contro i molluschi. I pesticidi neonicotinoidi, prodotti da giganti dell’industria farmaceutica come Bayer, sono tra i maggiori responsabili della morte delle api.

A Navdanya abbiamo dei semi. Semi sani, che non hanno bisogno di pesticidi o altri prodotti chimici che vengono solitamente ‘incollati’ ai semi per migliorare la loro performance o evitare che muoiano di malattia. Queste malattie, spesso, non sono altro che il risultato delle monocolture a base di pesticidi in cui quei semi vengono piantati. Adesso che hanno distrutto la salute della terra, il prossimo passo del cartello dei veleni sarà quello di uccidere le api con i neonicotinoidi.

Tra il 1985 e il 1997, il numero di colonie di api da miele negli Stati Uniti è precipitato del 57 per cento. E tra i maggiori responsabili ci sono proprio i pesticidi. Il sistema immunitario delle api esposte ai pesticidi si è indebolito, diventando più vulnerabile ai nemici naturali. L’esposizione ai pesticidi può disturbare anche la riproduzione e la crescita di questi insetti. Gli impollinatori offrono un servizio fondamentale all’agricoltura e senza di loro la prima minaccia concreta è quella alla sicurezza alimentare stessa.

Interrompere questo ciclo di avvelenamenti è imperativo, per l’uomo, per le api e per tutte le specie che fanno parte della nostra biodiversità. La biodiversità è lo strumento più significativo, sofisticato ed efficace per tenere sotto controllo gli organismi infestanti senza ricorrere ai pesticidi. L’agricoltura senza veleni non solo è possibile ma è anche più efficace di quella basata sui pesticidi, come dimostra la nostra esperienza a Navdanya.

Solo facendo pace con le api e con la biodiversità saremo in grado di garantire la sicurezza alimentare. Proteggere le api significa proteggere la nostra sopravvivenza.

[Traduzione di Martina Rinaldi]

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