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Culture
Milano Pop: una mostra sulla Pop Art nella Milano degli anni '60/'70
Emilio Tadini - Il desiderio del pittore, 1976, acrilico su tela ph. Bruno Bani

Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ‘60/’70”. La mostra allo Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia

di Simonetta M. Rodinò

In un’Italia inquieta che da un lato conosce il boom economico e dall’altro si avvicina ai tempi bui degli “anni di piombo” gli artisti italiani si confrontano con la nuova corrente della Pop art.

La mostra “MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ‘60/’70”, ospitata presso lo Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia del capoluogo lombardo e a ingresso libero, approfondisce un segmento di storia recente del nostro Paese, gli anni Sessanta e Settanta, attraverso una cinquantina di lavori dei protagonisti dell’epoca.

Il punto di rottura, la svolta nel mondo dell’arte avvenne con la rivoluzione della Pop art americana presente alla Biennale di Venezia del 1964, che creò una risonanza inimmaginabile. A Robert Rauschenberg andò il premio come miglior artista straniero. Le origini, in verità, della Pop art sono britanniche: si deve infatti al fondatore, l’inglese Richard Hamilton, l’ironico collage “Just what is it that make today’s homes so different, so appealing? “ (Ma cosa rende le case di oggi così diverse, così attraenti?) del 1956, considerato il manifesto di questa nuova corrente. Tornando alla Milano di allora…era una città in crescita: si era da poco aperto il grattacielo Pirelli, si cominciava a viaggiare sulla linea 1 della Metropolitana…ma si segnalavano anche diverse criticità socio-politiche.

Ecco che gli artisti prendendo a prestito il linguaggio innovativo della Pop art americana, partito da premesse ironiche e dissacratorie della società consumistica…ne criticano poi la celebrazione del consumismo.

Se il rapporto con la Pop Art statunitense è conflittuale, quello con la Pop Art inglese è più stretto. Le opere di Hockney o Kitaj, di Hamilton, Caulfield o Tilson, impostate su composizioni più complesse e narrative, su rimandi letterari e sociali, e in generale più attente alla declinazione del colore, sono più vicine agli artisti milanesi.  Che hanno certo diverse specificità, differenti dai pittori della Pop art romana, rappresentati in rassegna con alcuni lavori di Tano Festa, Giosetta Fioroni, Mario Schifano. Tele che aprono il percorso che si concentra poi sulla pittura a Milano degli anni Sessanta: tele di Valerio Adami, Enrico Baj, Paolo Baratella, Gianni Bertini, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Umberto Mariani, Silvio Pasotti, Mimmo Rotella, Sergio Sarri, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni, Emilio Tadini.

Gli oggetti sono il tema molto comune agli artisti di questo tempo. Si comincia a insinuare sulle tele la citazione: l’atmosfera che si respira è apparentemente pop ma consapevole. E’ una pittura spesso ironica sì, ma meditata, colta, dove si coglie l’attenzione per l’opera e l’amore per la composizione.

L’esposizione rientra tra le iniziative della Milano Art Week.

“MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ‘60/’70”

 Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia - via Galvani 27 - Milano

4 aprile - 29 maggio 2019

Orari lunedì-venerdì ore 11-19; sabato-domenica ore 15-19; chiuso Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 maggio

Ingresso libero

Info pubblico milanopop@f16arte.it

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Tags:
pop art





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